venerdì, ottobre 25, 2013
Al “San Bonaventura” l’originale tesi di fra Emanuele Rimoli 

“Il dramma della libertà – La ricezione teologica de La leggenda del Grande Inquisitore di Fëdor M. Dostoevskij” è il tema al centro della difesa della tesi dottorale di fra Emanuele Rimoli, in programma sabato alle ore 10 nella sala capitolare della Pontificia Facoltà teologica “San Bonaventura”. Fra Rimoli è nato a Castrovillari (CS) nel 1982, nel 2001 è entrato nell’OFMConv ad Assisi dove ha studiato teologia, nel 2008 ha emesso la professione solenne e si è trasferito a Roma per la licenza in Antropologia cristiana conseguita al “Teresianum”. Nel gennaio 2012 è stato ordinato sacerdote ed è entrato a far parte della comunità stabile del Seraphicum. Dal 2011 collabora con p. Giulio Cesareo nell’ambito delle Cattedre di Antropologia ed Escatologia - preparandosi così a divenire nuovo docente della Facoltà - e, dallo stesso anno, è direttore del Cineforum Seraphicum.

Nella tesi dottorale, fra Rimoli analizza i contenuti teologici e l’attualità della Leggenda del Grande Inquisitore, rimarcando come Dostoevskij riscuota e abbia riscosso attenzione non solo da parte di teologi ortodossi ma anche cattolici e protestanti.

Un lavoro molto approfondito che parte dalla constatazione di come “nella lettura di opere teologiche dell’ultimo secolo, non è raro imbattersi in riferimenti alla letteratura. Autori come Dante, Shakespeare, Cervantes e Tolstoj, infatti, ritornano nei testi come autorevoli interpreti della condizione umana”.

La passione per Dostoevskij ha condotto fra Rimoli alla redazione di questa originale tesi dottorale: “considerato da molti un filosofo più che un romanziere - spiega - Dostoevskij ha inteso in maniera radicale il suo ministero di scrittore, la sua ricerca di ciò che rende l’uomo tale ha esplorato gli abissi della coscienza umana fino a scrutarne il sottosuolo, quel luogo in cui nessuna arrogante razionalità e nessun sistema ideologico può pretendere di entrare e gestire la libertà umana. Ciò che ha guidato la ricerca antropologica di Dostoevskij, animato dalla sua fede cristiana, è la consapevolezza che l’uomo è ben più profondo di quanto appaia, egli è mistero a immagine del mistero di Dio, e come tale è da rivelare”.


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