mercoledì, novembre 06, 2013
Sarebbero migliaia gli arresti messi a segno dalla polizia saudita nelle ultime ore, all’indomani del termine ultimo di un’amnistia di tre mesi concessa dalle autorità di Riad per la regolarizzazione di tutti i lavoratori irregolari presenti nel paese.  

Misna - Lo ha reso noto il portavoce delle forze dell’ordine di Jeddah, Nawaf al Bouq, secondo cui pattuglie della polizia hanno effettuato in due giorni circa 4000 controlli nella sola città occidentale. Nella regione di Riad, 818 immigrati irregolari sono stati arrestati e nella provincia di Jezzane, nel sud-ovest, circa 8000 persone che tentavano di passare la frontiera con lo Yemen sono state intercettate e sono attualmente in stato di fermo. Molti risulterebbero privi di documenti e perciò passibili di arresto. A Jeddah, lavoratori indonesiani hanno inscenato una manifestazione davanti al consolato, per protestare contro la lentezza delle procedure amministrative in corso per organizzare il loro rimpatrio. Secondo i quotidiani Gulf News e Al Eqtisadiya, i nuovi provvedimenti starebbero già incidendo sul normale svolgimento delle attività commerciali e nei cantieri edili: diversi negozi, riferiscono, non riescono ad aprire per mancanza di personale e i lavori di manovalanza – generalmente svolti da immigrati – procedono a rilento.

La stretta sui lavoratori irregolari nel paese in base alla ‘Nitaqat law’ è stata preceduta da tre mesi di amnistia accordata da re Abdallah Ben Abdel Aziz, che ha consentito a quattro milioni di persone di legalizzare la loro condizione nel paese.

A partire dal primo novembre tuttavia, gli stranieri sprovvisti dei regolari permessi e i loro datori di lavoro rischiano pesanti multe, il rimpatrio, volontario o forzato e l’iscrizione in una ‘lista nera’ delle autorità. Il giro di vite è stato deciso per diminuire la presenza di lavoratori immigrati – provenienti soprattutto da altri paesi arabi e dal sudest asiatico – favorendo l’impiego di cittadini sauditi, e contenere al contempo la perdita di denaro legata alle rimesse inviate all’estero, oltre sette miliardi di dollari l’anno. Nell’ambito della politica, ideata per diminuire la disoccupazione, attestata al 12%, alle società saudite sono state imposte inoltre delle ‘quote’ minime di lavoratori locali da dover impiegare: ogni 10 lavoratori stranieri, almeno un saudita.


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