La scoperta di documenti segreti dell’ultima dittatura (1976-1983), inclusi atti delle giunte militari e “liste nere” di oppositori politici, è stata annunciata ufficialmente nelle ultime ore dal governo.
Misna - “Dopo 30 anni di democrazia appare una documentazione originale e chiaramente preziosa” ha detto il ministro della Difesa, Agustín Rossi, riferendo del ritrovamento occorso casualmente giovedì scorso nel seminterrato del palazzo Cóndor, edificio della Forza Aerea, a Buenos Aires. Fra il materiale, al momento al vaglio di una dozzina di esperti, figurano 1500 cartelle che erano custodite dentro due casseforti e due armadi, sei delle quali conterrebbero tutti gli atti segreti delle giunte militari, ovvero 280 incartamenti in cui i gerarchi documentano la loro posizione su differenti questioni.
È la prima volta – ha sottolineato Rossi – che le autorità hanno accesso a materiale simile: sul piano cronologico, la documentazione copre l’intero arco della dittatura, dal 24 marzo 1976, giorno del golpe, al 10 dicembre 1983; è inoltre “ordinata, classificata e possiede finanche un indice tematico”.
Fra le informazioni contenute nel materiale rinvenuto, sempre secondo Rossi, ve ne sono di relative ai settori economici civili dell’epoca e sul caso della famiglia Graiver: al momento la magistratura sta accertando se i Graiver furono costretti dal regime a vendere la loro Papel Prensa, unica azienda che produce carta per i giornali in Argentina, ai quotidiani Clarín, La Nación e La Razón, già querelati per presunti crimini contro l’umanità.
Sono stati trovati anche registri contenenti i nomi dei familiari che chiedevano notizie dei loro parenti ‘desaparecidos’, fra cui quello di Hebe de Bonafini, presidente delle ‘Madres de Plaza de Mayo’, e liste di proscrizione in cui appaiono intellettuali e artisti, dagli scrittori Julio Cortázar e María Elena Walsh alla cantante Mercedes Sosa.
Sarà la giustizia a stabilire se il materiale “ha anche valore giuridico” per le cause penali in corso sui crimini commessi dal regime, a cui le organizzazioni umanitarie imputano circa 30.000 ‘desaparecidos’. Rossi ha dato sei mesi di tempo alla Direzione dei diritti umani del suo dicastero per studiare e classificare in modo esaustivo tutta la documentazione tornata alla luce.
L’annuncio di Rossi è coinciso peraltro con l’avvio del processo per l’uccisione, nell’agosto del 1976, del vescovo di La Rioja, monsignor Enrique Angelelli. Gli accusati sono l’ex generale Luciano Benjamín Menéndez e l’ex commodoro Luis Fernando Estrella.
Misna - “Dopo 30 anni di democrazia appare una documentazione originale e chiaramente preziosa” ha detto il ministro della Difesa, Agustín Rossi, riferendo del ritrovamento occorso casualmente giovedì scorso nel seminterrato del palazzo Cóndor, edificio della Forza Aerea, a Buenos Aires. Fra il materiale, al momento al vaglio di una dozzina di esperti, figurano 1500 cartelle che erano custodite dentro due casseforti e due armadi, sei delle quali conterrebbero tutti gli atti segreti delle giunte militari, ovvero 280 incartamenti in cui i gerarchi documentano la loro posizione su differenti questioni.
È la prima volta – ha sottolineato Rossi – che le autorità hanno accesso a materiale simile: sul piano cronologico, la documentazione copre l’intero arco della dittatura, dal 24 marzo 1976, giorno del golpe, al 10 dicembre 1983; è inoltre “ordinata, classificata e possiede finanche un indice tematico”.
Fra le informazioni contenute nel materiale rinvenuto, sempre secondo Rossi, ve ne sono di relative ai settori economici civili dell’epoca e sul caso della famiglia Graiver: al momento la magistratura sta accertando se i Graiver furono costretti dal regime a vendere la loro Papel Prensa, unica azienda che produce carta per i giornali in Argentina, ai quotidiani Clarín, La Nación e La Razón, già querelati per presunti crimini contro l’umanità.
Sono stati trovati anche registri contenenti i nomi dei familiari che chiedevano notizie dei loro parenti ‘desaparecidos’, fra cui quello di Hebe de Bonafini, presidente delle ‘Madres de Plaza de Mayo’, e liste di proscrizione in cui appaiono intellettuali e artisti, dagli scrittori Julio Cortázar e María Elena Walsh alla cantante Mercedes Sosa.
Sarà la giustizia a stabilire se il materiale “ha anche valore giuridico” per le cause penali in corso sui crimini commessi dal regime, a cui le organizzazioni umanitarie imputano circa 30.000 ‘desaparecidos’. Rossi ha dato sei mesi di tempo alla Direzione dei diritti umani del suo dicastero per studiare e classificare in modo esaustivo tutta la documentazione tornata alla luce.
L’annuncio di Rossi è coinciso peraltro con l’avvio del processo per l’uccisione, nell’agosto del 1976, del vescovo di La Rioja, monsignor Enrique Angelelli. Gli accusati sono l’ex generale Luciano Benjamín Menéndez e l’ex commodoro Luis Fernando Estrella.
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