venerdì, novembre 15, 2013
“Temiamo che i rapitori abbiano già portato padre Georges Vandenbeusch fuori dal territorio nazionale (…) E’ stato rapito da una decina di persone pesantemente armate. Questo atto porta molto probabilmente la firma di Boko Haram, ma i nostri servizi stanno indagando per averne la certezza”.

Misna - Sono queste le prime dichiarazioni ufficiali rilasciate dalle autorità del Camerun poche ore dopo il rapimento del prete francese, parroco a Nguetchewe, all’estremo nord del paese, a soli 30 km dal confine con la Nigeria. “Abbiamo già dispiegato tutti i mezzi umani e materiali possibili per ricercare l’ostaggio, ma finora le nostre ricerche non hanno portato ad alcun risultato concreto” ha dichiarato Issa Tchiroma Bakary, portavoce del governo camerunense.

Padre Georges, 42 anni, di nazionalità francese, aveva deciso di rimanere nell’instabile regione nonostante il Quai d’Orsay avesse decretato da tempo la zona “formalmente sconsigliata a causa del rischio terroristico e del pericolo di rapimento”. Dalla diocesi francese di Nanterre (vicino Parigi) monsignor Gérard Daucourt ha confermato che “padre Georges ha appena fatto in tempo ad avvertire l’ambasciata”, ma dare l’allarme non è bastato ad evitare il peggio. Nella povera e remota parrocchia di Nguetchewe il prete francese prestava assistenza a circa 10.000 rifugiati nigeriani scappati in Camerun. La procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per “rapimento e sequestro da parte di una banda organizzata in relazione ad un’impresa terroristica”.

In una lettera pubblicata lo scorso settembre sul blog della parrocchia Saint Jean Baptiste de Sceaux (Hauts de Seine, periferia di Parigi), della quale dipendeva, padre Georges consegnava una testimonianza forte del suo quotidiano “nel secondo anno trascorso in Camerun”. Un testo nel quale riferiva “delle gravi ripercussioni sociali ed economiche dei combattimenti nella confinante Nigeria, dove l’esercito bombarda i rifugi di Boko Haram”. Uno scenario che spinge migliaia di nigeriani a trovare rifugio dall’altra parte della frontiera, proprio nella parrocchia di Nguetchewe. “Tranne il rapimento della famiglia Moulin-Fournier, vi voglio rassicurare sul fatto che qui la sicurezza è buona. Il Camerun serve da rifugio agli islamisti ricercati. Per ora non hanno rivendicazioni né lotte da portare avanti qui, base troppo preziosa per loro” scriveva ancora il prete francese, che denunciava “un potenziale di tensioni su base religiosa” nella regione ma anche il fatto che “la maggior parte dei rifugiati nigeriani sono cristiani, nel loro paese di origine costretti alla conversione, alla morte o alla fuga”.


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