venerdì, novembre 22, 2013
In uno degli incidenti industriali più gravi in termini di vite umane di quest’anno, almeno 22 persone sono morte nella città costiera di Qingdao per l’esplosione di una condotta petrolifera. L’incidente si è verificato alle 10,30 del mattino ora locale, mentre alcuni operai stavano cercando di riparare una perdita nelle condutture iniziata sette ore prima. 

Misna - La forza dell’esplosione, che ha sollevato una nuvola nera su Huangdao, la zona industriale della città della provincia nord-orientale dello Shandong, ha devastato strade, danneggiato auto e creato il panico. Diversi i passanti colpiti, uccisi sul colpo o gravemente feriti. Manca tuttavia una conta ufficiale dei decessi, come pure dei feriti. La condotta coinvolta, lunga 176 chilometri e gestita dal colosso petrolifero cinese Sinopece, collega gli impianti petroliferi di Huangdao (separato da un ponte dal centro abitato di Qingdao) dalla città industriale di Weifang. Le sue tubature passano a ridosso della costa e la perdita di petrolio conseguente allo scoppio viene ora contenuta da barriere per evitare versamenti in mare di idrocarburi. L’agenzia governativa Xinhua ha finora escluso danni ambientali.

Spenti anche i focolai d’incendio, ma i tecnici stanno cercando ancora di riparare la falla nella condotta, mentre le autorità hanno aperto un’inchiesta sulle cause della perdita e su eventuali responsabilità nell’esplosione.

Mancanza di applicazione delle leggi sulla sicurezza degli impianti e corruzione che consente a proprietari e gestori di evitare conseguenze pagando i funzionari sono tra le cause della pesanti statistiche di incidenti in impianti produttivi registrati dai mass media. Ufficialmente, sono stati 28.000 i cinesi morti o dispersi sul posto di lavoro nei primi sei mesi di quest’anno.


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