Nel 2011 sono partite dagli studi legali 31.500 denunce contro i camici bianchi o strutture sanitarie pubbliche e private, per i presunti danni causati da ricoveri, intervento o terapie ‘sbagliate’, con una media giornaliera che sfiora gli 85 esposti al giorno.
Informasalus - Il dato è stato diffuso dall'Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici) nel corso di un’audizione in Commissione Affari sociali della Camera in materia di responsabilità professionale del personale sanitario. "Il fenomeno dell'aumento del numero delle denunce per malpractice medica nell'ultimo decennio - spiega il direttore dell'Ania, Roberto Manzato - ha riguardato molti Paesi sviluppati negli ultimi decenni. Non è un caso circoscritto al nostro Paese. Le principali cause sono una maggiore consapevolezza dei pazienti alle cure ricevute; un aumento degli importi dei risarcimenti; l'ampliamento dei casi da risarcire da parte della giurisprudenza".
“Le conseguenze che ne sono derivate per il sistema sanitario nel suo complesso – ha aggiunto Manzato - hanno comportato maggiori costi diretti anche in termini di risarcimenti dovuti ai pazienti con relativo incremento del costo delle eventuali coperture assicurative; maggiori difficoltà nei rapporti tra medico e paziente; maggiori costi indiretti derivanti dal ricorso alla cosiddetta medicina difensiva”. Secondo l'Ania è necessario “introdurre misure idonee a mitigare il rischio di malpractice medica al fine di contenere il livello dei costi, di renderli maggiormente prevedibili e, di conseguenza, di ampliare la disponibilità di coperture assicurative”.
Per saperne di più leggi 'Malamedicina. Casi clamorosi di errore medico e come evitare che si ripetano'
Informasalus - Il dato è stato diffuso dall'Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici) nel corso di un’audizione in Commissione Affari sociali della Camera in materia di responsabilità professionale del personale sanitario. "Il fenomeno dell'aumento del numero delle denunce per malpractice medica nell'ultimo decennio - spiega il direttore dell'Ania, Roberto Manzato - ha riguardato molti Paesi sviluppati negli ultimi decenni. Non è un caso circoscritto al nostro Paese. Le principali cause sono una maggiore consapevolezza dei pazienti alle cure ricevute; un aumento degli importi dei risarcimenti; l'ampliamento dei casi da risarcire da parte della giurisprudenza".
“Le conseguenze che ne sono derivate per il sistema sanitario nel suo complesso – ha aggiunto Manzato - hanno comportato maggiori costi diretti anche in termini di risarcimenti dovuti ai pazienti con relativo incremento del costo delle eventuali coperture assicurative; maggiori difficoltà nei rapporti tra medico e paziente; maggiori costi indiretti derivanti dal ricorso alla cosiddetta medicina difensiva”. Secondo l'Ania è necessario “introdurre misure idonee a mitigare il rischio di malpractice medica al fine di contenere il livello dei costi, di renderli maggiormente prevedibili e, di conseguenza, di ampliare la disponibilità di coperture assicurative”.
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