Giovedì 28 novembre alla Porziuncola i frati del Sacro Convento e della Porziuncola hanno festeggiato insieme
È il desiderio, fatto norma, espresso da san Francesco nella Regola Bollata (cap. VI), l’anniversario della cui approvazione – 29 novembre 1223 – dà, ancora oggi, l’occasione ai suoi frati di celebrare la festa di Tutti i Santi dell’Ordine Serafico. Ma chi sono, oggi, i frati di Francesco? Quelli neri? Quelli marroni? O quelli grigi? – pare chiedersi un pellegrino, capitato questa sera ai Vespri a Santa Maria degli Angeli e circondato da tanta varietà di tonache, storia e tradizione. Sono quelli che professano la vita e la regola dei frati Minori, che è la stessa per tutti i frati francescani; sono coloro ai quali è stata promessa la vita eterna se osserveranno tutte queste cose, che desiderano fare del Santo Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo il loro cammino di santità, come già hanno fatto tanti venerati predecessori.
Sono quelli che questa sera, davanti alla Porziuncola, hanno rinnovato insieme la professione dei voti e della Regola scritta per loro da San Francesco, “affinché possano – dice p. Fabrizio – seguire le orme di Gesù… Regola poi declinata dalla creatività umana, ispirata da Dio, in modi, luoghi e tempi diversi”.
Riecheggia, alla Porziuncola – come diceva il Santo Padre lo scorso 4 ottobre – la voce di san Francesco: “Vangelo, Vangelo”. Prendono vita le parole del Salmo 132: “Ecco, com’è bello e come è dolce che i fratelli vivano insieme!”. Risuonano i Salmi dei Vespri, cantati dai fedeli angelani e dai pellegrini insieme ai frati, i quali celebrano e festeggiano la santità a cui Dio Padre ci chiama a partecipare per mezzo di Gesù, il Cristo, nella comunione dello Spirito Santo. Si odono anche le parole di san Francesco che, da par suo, ci ammonisce di guardarci dal “farci belli” esaltando le gesta dei nostri santi, senza poi intraprendere noi stessi con serietà e amore il cammino di santità a cui siamo chiamati (cfr. Am VI, FF 155). “E i nostri santuari – aggiunge p. Fabrizio – non siano musei, pietre morte, ma pietre ravvivate dalla nostra vita di preghiera e testimonianza evangelica, attraverso la quale i pellegrini possano incontrare il Signore”.
Veramente c’è da lodare Dio ed è bello ritrovarsi per questo, nel primo dei due appuntamenti di comune celebrazione e convivialità, voluti dai Frati Minori Conventuali della Custodia del Sacro Convento e dai Frati Minori della Porziuncola: la festa di oggi, appunto, e la festa della Dedicazione della Basilica di San Francesco d’Assisi, il prossimo 24 maggio.
Alla preghiera dei Vespri, segue un momento di festa assai “fratesco”, che è una cena condita con tanta fraterna letizia … ed è anche un ritrovarsi di frati che non si vedevano da anni: colleghi di studi, studenti e professori, compagni di missione e compaesani. Alla fine, tra quel tipico andirivieni, non proprio silenzioso, dei nostri refettori, bisogna vederle, le facce gioiose della frateria, quando ognuno esce stringendo tra le mani un prezioso libricino. È la nostra Regola che, dopo otto secoli, continua ad unirci … e chissà la faccia di Francesco che, da Lassù, vede gioire insieme tanti suoi frati!
È il desiderio, fatto norma, espresso da san Francesco nella Regola Bollata (cap. VI), l’anniversario della cui approvazione – 29 novembre 1223 – dà, ancora oggi, l’occasione ai suoi frati di celebrare la festa di Tutti i Santi dell’Ordine Serafico. Ma chi sono, oggi, i frati di Francesco? Quelli neri? Quelli marroni? O quelli grigi? – pare chiedersi un pellegrino, capitato questa sera ai Vespri a Santa Maria degli Angeli e circondato da tanta varietà di tonache, storia e tradizione. Sono quelli che professano la vita e la regola dei frati Minori, che è la stessa per tutti i frati francescani; sono coloro ai quali è stata promessa la vita eterna se osserveranno tutte queste cose, che desiderano fare del Santo Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo il loro cammino di santità, come già hanno fatto tanti venerati predecessori.
Sono quelli che questa sera, davanti alla Porziuncola, hanno rinnovato insieme la professione dei voti e della Regola scritta per loro da San Francesco, “affinché possano – dice p. Fabrizio – seguire le orme di Gesù… Regola poi declinata dalla creatività umana, ispirata da Dio, in modi, luoghi e tempi diversi”.
Riecheggia, alla Porziuncola – come diceva il Santo Padre lo scorso 4 ottobre – la voce di san Francesco: “Vangelo, Vangelo”. Prendono vita le parole del Salmo 132: “Ecco, com’è bello e come è dolce che i fratelli vivano insieme!”. Risuonano i Salmi dei Vespri, cantati dai fedeli angelani e dai pellegrini insieme ai frati, i quali celebrano e festeggiano la santità a cui Dio Padre ci chiama a partecipare per mezzo di Gesù, il Cristo, nella comunione dello Spirito Santo. Si odono anche le parole di san Francesco che, da par suo, ci ammonisce di guardarci dal “farci belli” esaltando le gesta dei nostri santi, senza poi intraprendere noi stessi con serietà e amore il cammino di santità a cui siamo chiamati (cfr. Am VI, FF 155). “E i nostri santuari – aggiunge p. Fabrizio – non siano musei, pietre morte, ma pietre ravvivate dalla nostra vita di preghiera e testimonianza evangelica, attraverso la quale i pellegrini possano incontrare il Signore”.
Veramente c’è da lodare Dio ed è bello ritrovarsi per questo, nel primo dei due appuntamenti di comune celebrazione e convivialità, voluti dai Frati Minori Conventuali della Custodia del Sacro Convento e dai Frati Minori della Porziuncola: la festa di oggi, appunto, e la festa della Dedicazione della Basilica di San Francesco d’Assisi, il prossimo 24 maggio.
Alla preghiera dei Vespri, segue un momento di festa assai “fratesco”, che è una cena condita con tanta fraterna letizia … ed è anche un ritrovarsi di frati che non si vedevano da anni: colleghi di studi, studenti e professori, compagni di missione e compaesani. Alla fine, tra quel tipico andirivieni, non proprio silenzioso, dei nostri refettori, bisogna vederle, le facce gioiose della frateria, quando ognuno esce stringendo tra le mani un prezioso libricino. È la nostra Regola che, dopo otto secoli, continua ad unirci … e chissà la faccia di Francesco che, da Lassù, vede gioire insieme tanti suoi frati!
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