sabato, novembre 23, 2013
Famiglie colpite dal terremoto di Bohol, dal tifone Bopha e i musulmani di Mindanao hanno dato il loro contributo alla Caritas e altre organizzazioni. Per Elias Jason Tolentino, responsabile comunicazione della Nassa, la tragedia non ha ucciso la speranza. La popolazione nota la testimonianza di carità dei volontari e l'aiuto inaspettato di comunità a loro volta di vittime di catastrofi. Nella cattedrale distrutta di Tacoblan in migliaia assistono all'ordinazione di tre sacerdoti.

Manila (AsiaNews) - I filippini colpiti dal tifone Haiyan iniziano con fatica la ricostruzione grazie all'aiuto materiale e morale dei propri concittadini anche quelli più poveri o già colpiti in passato da catastrofi naturali. Intervistato daAsiaNews, Elias Jason Tolentino, responsabile della comunicazione per la Caritas filippina (National Secretariat for social Action - Justice and Peace, Nassa), racconta che "la tragedia non ha distrutto la speranza della popolazione, che in poche ore ha assistito impotente alla morte dei propri familiari, alla distruzione delle proprie abitazioni". Tolentino sottolinea che senza la carità e la fede della gente nessuna ricostruzione sarebbe possibile.

Un esempio è quanto accaduto lo scorso 18 novembre nella cattedrale di Tacloban dove fra le macerie migliaia di persone hanno partecipato alla messa di ordinazione di tre giovani sacerdoti. "La popolazione colpita - afferma Tolentino - sta riacquistando speranza e maggiore consapevolezza delle sue capacità e risorse, grazie alla testimonianza dei volontari che da tutto il Paese sono giunti nelle regioni devastate per offrire il loro aiuto e sostegno alle vittime del tifone".

Il responsabile comunicazione della Nassa confessa che ogni giorno i volontari giungono dal campo con molte storie toccanti, che danno ancora più forza al loro spirito di carità. "Nella provincia di Bohol - spiega - colpita alcuni mesi fa da un terremoto devastante e ora sotto il coordinamento della Nassa, gli sfollati hanno organizzato una raccolta di beni di prima necessità e fondi per i loro fratelli colpiti dal tifone Haiyan.

Aiuti e beni sono giunti in modo inaspettato anche dalla provincia di Davao (Mindanao) colpita nel dicembre 2012 dal tifone Bopha con centinaia di vittime e dispersi. Tolentino confessa che "queste persone spesso non hanno cibo a sufficienza per sfamare la propria famiglia, ma hanno comunque inviato il loro piccolo aiuto nelle regioni devastate da Haiyan". A Maranao (Marawi city, Mindanao), uno dei distretti più poveri della regione autonoma a maggioranza musulmana, la popolazione ha aderito alla campagna "piso-piso" per raccogliere fondi da inviare nell'arcipelago delle Visayas. In pochi giorni i responsabili della campagna hanno raccolto oltre 100mila pesos (circa 2mila euro).

In queste settimane la Nassa in collaborazione con la Caritas internazionale e le chiese locali ha dato il via ad un sistema di distribuzione di aiuti capillare, che finora ha raggiunto nove province concentrate fra Panay Island, Cebu e Palawan. Abbattutosi sulle isole Visayas (Filippine centrali) lo scorso 8 novembre, Haiyan ha fatto oltre 3900 vittime accertate, ma secondo le autorità potrebbero essere molte di più. Oggi è stata annunciata l'interruzione della conta delle vittime. L'estensione del territorio, la sua frammentazione e la difficoltà nell'accedere in alcune aree rappresentano tuttora un serio ostacolo agli interventi. Sono quasi 11 milioni (dati Nassa, Conferenza episcopale filippina) gli abitanti che hanno subito danni o perdite a vario titolo, sparsi in 574 fra municipalità e città diverse.

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