Global warming. Troppo tardi per fare qualcosa, "punto di non ritorno"
Roma (WSI) - Secondo lo studio "Continued global warming after CO2 emissions stoppage," pubblicato su Nature Climate Change, «anche se le emissioni di anidride carbonica subissero un brusco arresto, l'anidride carbonica che è già nell`atmosfera terrestre potrebbe continuare a scaldare il nostro pianeta per centinaia di anni». In sostanza, quindi si sarebbe già raggiunto il punto di non ritrno. La ricerca - finanziata dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica e dalla Carbon Mitigation Initiative della Princeton University - suggerisce che ci potrebbe volere molta meno CO2 di quanto attualmente si pensa per i raggiungere la temperatura globale che gli scienziati ritengono pericolosa.
I ricercatori della Princeton University hanno simulato un pianeta Terra in cui, dopo che 1.800 miliardi di tonnellate di Co2 sono state immesse nell'atmosfera, tutte le emissioni di anidride carbonica venissero improvvisamente bloccate.
Fino ad ora gli scienziati hanno usato uno scenario in cui le emissioni frenano fino ad uno stop completo per misurare la capacità di resilienza nello stoccaggio del calore e della CO2. In questo "shutoff" simulato, in un millennio il carbonio diminuisce costantemente con il 40% che viene assorbito dagli oceani e dalle masse terrestri in meno di 20 anni e l'80% viene stoccato alla fine dei 1000 anni. Questa diminuzione della CO2 atmosferica dovrebbe portare ad un raffreddamento. Ma secondo il nuovo studio «Il calore intrappolato dall'anidride carbonica ha una strada divergente».
Dopo un secolo di raffreddamento, il pianeta si sarà riscaldato di 0.37 gradi Celsius (0,66 gradi Fahrenheit) nel corso dei prossimi 400 anni, dato che l'oceano assorbirà sempre meno calore». Anche se il picco delle temperature che ne consegue sembra basso, va tenuto di conto che la Terra dall'epoca pre-industriale si è riscaldata di soli 0,85 gradi Celsius (1,5 gradi Fahrenheit).
L`Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) stima che un aumento delle temperature medie globali di soli 2 gradi Celsius (3,6 gradi Fahrenheit) superiore ai livelli pre-industriali potrebbe interferire pericolosamente interferire con il sistema climatico. Per evitare quel punto di rottura bisognerebbe mantenere le emissioni di CO2 sotto i 1.000 miliardi di tonnellate di carbonio, circa la metà dei quali è già stato messo in atmosfera.
Ora i ricercatori della Princeton University hanno scoperto quello che chiamano "lingering warming effect" che dimostrerebbe che i temuti 2 gradi in più si possono raggiungere con molto meno carbonio in atmosfera.
Lo studio contraddice la convinzione scientifica che la temperatura globale rimarrebbe costante o calerebbe e se le emissioni fossero improvvisamente ridotte a zero. Ma secondo i ricercatori della Princeton le ricerche precedenti «non tengono conto di una progressiva riduzione della capacità degli oceani di assorbire il calore dall`atmosfera, in particolare gli oceani polari».
Frölicher ed il suo collega Jorge Sarmiento della Columbia university dicono: «Anche se l'anidride carbonica si disperde costantemente, alla fine, il calore residuo compensa il raffreddamento verificatosi a causa di diminuzione quantità di anidride carbonica». (TMNEWS)
Roma (WSI) - Secondo lo studio "Continued global warming after CO2 emissions stoppage," pubblicato su Nature Climate Change, «anche se le emissioni di anidride carbonica subissero un brusco arresto, l'anidride carbonica che è già nell`atmosfera terrestre potrebbe continuare a scaldare il nostro pianeta per centinaia di anni». In sostanza, quindi si sarebbe già raggiunto il punto di non ritrno. La ricerca - finanziata dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica e dalla Carbon Mitigation Initiative della Princeton University - suggerisce che ci potrebbe volere molta meno CO2 di quanto attualmente si pensa per i raggiungere la temperatura globale che gli scienziati ritengono pericolosa.
I ricercatori della Princeton University hanno simulato un pianeta Terra in cui, dopo che 1.800 miliardi di tonnellate di Co2 sono state immesse nell'atmosfera, tutte le emissioni di anidride carbonica venissero improvvisamente bloccate.
Fino ad ora gli scienziati hanno usato uno scenario in cui le emissioni frenano fino ad uno stop completo per misurare la capacità di resilienza nello stoccaggio del calore e della CO2. In questo "shutoff" simulato, in un millennio il carbonio diminuisce costantemente con il 40% che viene assorbito dagli oceani e dalle masse terrestri in meno di 20 anni e l'80% viene stoccato alla fine dei 1000 anni. Questa diminuzione della CO2 atmosferica dovrebbe portare ad un raffreddamento. Ma secondo il nuovo studio «Il calore intrappolato dall'anidride carbonica ha una strada divergente».
Dopo un secolo di raffreddamento, il pianeta si sarà riscaldato di 0.37 gradi Celsius (0,66 gradi Fahrenheit) nel corso dei prossimi 400 anni, dato che l'oceano assorbirà sempre meno calore». Anche se il picco delle temperature che ne consegue sembra basso, va tenuto di conto che la Terra dall'epoca pre-industriale si è riscaldata di soli 0,85 gradi Celsius (1,5 gradi Fahrenheit).
L`Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) stima che un aumento delle temperature medie globali di soli 2 gradi Celsius (3,6 gradi Fahrenheit) superiore ai livelli pre-industriali potrebbe interferire pericolosamente interferire con il sistema climatico. Per evitare quel punto di rottura bisognerebbe mantenere le emissioni di CO2 sotto i 1.000 miliardi di tonnellate di carbonio, circa la metà dei quali è già stato messo in atmosfera.
Ora i ricercatori della Princeton University hanno scoperto quello che chiamano "lingering warming effect" che dimostrerebbe che i temuti 2 gradi in più si possono raggiungere con molto meno carbonio in atmosfera.
Lo studio contraddice la convinzione scientifica che la temperatura globale rimarrebbe costante o calerebbe e se le emissioni fossero improvvisamente ridotte a zero. Ma secondo i ricercatori della Princeton le ricerche precedenti «non tengono conto di una progressiva riduzione della capacità degli oceani di assorbire il calore dall`atmosfera, in particolare gli oceani polari».
Frölicher ed il suo collega Jorge Sarmiento della Columbia university dicono: «Anche se l'anidride carbonica si disperde costantemente, alla fine, il calore residuo compensa il raffreddamento verificatosi a causa di diminuzione quantità di anidride carbonica». (TMNEWS)
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