"Non si torna indietro sulla decisione già presa dello stop alla seconda rata Imu". Lo ha detto il premier italiano, Enrico Letta, che ha sottolineato come si stia lavorando sulle coperture. Intanto, emerge la possibilità che il taglio del cuneo fiscale, previsto nella Legge di stabilità, sia limitato ai redditi più bassi. Il servizio di Alessandro Guarasci: ascolta
Radio Vaticana - Concentrare le risorse sulle famiglie più numerose e con un reddito basso, fino ai 28 mila euro. Il relatore della legge di stabilità Giorgio Santini:
“Concentrare nel primo anno questo intervento sui redditi più bassi, sui carichi familiari, sulle situazioni di maggior disagio e di maggior bisogno. Successivamente, anche auspicando che ci siano, ad esempio, altre entrate e i capitali all’estero, le altre risorse che entreranno andranno poi a rimpolpare le risorse disponibili, per entrare quindi negli anni successivi su tutta la platea dei redditi medi e poi di quelli alti”.
Un altro nodo cruciale sono le pensioni. I sindacati chiedono che quelle fino ai tremila euro siano rivalutate del tutto, mentre per ora si prevede che la rivalutazione sia parziale. Ancora Santini:
“Qui, è prevista una indicizzazione completa - rimane così nella Legge di stabilità - fino a tre volte il minimo, cioè fino a circa 1.500 euro. La fascia tra 1.500 e 3.000 euro avrebbe, invece, una indicizzazione parziale decrescente: prima il 90, poi il 75 e poi il 50%. Questo intervento è obiettivamente abbastanza pesante: stiamo cercando di trovare le risorse per attenuarlo. Le risorse pensiamo di trovarle andando ad intervenire con un contributo di solidarietà sulle pensioni più alte, che sono anche molto più alte… Quindi, cercheremo di introdurre, a partire dagli 80 ai 90 mila euro all’anno di pensione, un contributo di solidarietà abbastanza significativo, che possa aiutare una perequazione verso il basso e aiutare così le pensioni più basse”.
Lunedì prossimo, inizieranno gli incontri tra i capigruppo dei partiti e i leader sindacali. Obiettivo è far sì che la Legge di stabilità faccia ripartire il mercato del lavoro.
“Concentrare nel primo anno questo intervento sui redditi più bassi, sui carichi familiari, sulle situazioni di maggior disagio e di maggior bisogno. Successivamente, anche auspicando che ci siano, ad esempio, altre entrate e i capitali all’estero, le altre risorse che entreranno andranno poi a rimpolpare le risorse disponibili, per entrare quindi negli anni successivi su tutta la platea dei redditi medi e poi di quelli alti”.
Un altro nodo cruciale sono le pensioni. I sindacati chiedono che quelle fino ai tremila euro siano rivalutate del tutto, mentre per ora si prevede che la rivalutazione sia parziale. Ancora Santini:
“Qui, è prevista una indicizzazione completa - rimane così nella Legge di stabilità - fino a tre volte il minimo, cioè fino a circa 1.500 euro. La fascia tra 1.500 e 3.000 euro avrebbe, invece, una indicizzazione parziale decrescente: prima il 90, poi il 75 e poi il 50%. Questo intervento è obiettivamente abbastanza pesante: stiamo cercando di trovare le risorse per attenuarlo. Le risorse pensiamo di trovarle andando ad intervenire con un contributo di solidarietà sulle pensioni più alte, che sono anche molto più alte… Quindi, cercheremo di introdurre, a partire dagli 80 ai 90 mila euro all’anno di pensione, un contributo di solidarietà abbastanza significativo, che possa aiutare una perequazione verso il basso e aiutare così le pensioni più basse”.
Lunedì prossimo, inizieranno gli incontri tra i capigruppo dei partiti e i leader sindacali. Obiettivo è far sì che la Legge di stabilità faccia ripartire il mercato del lavoro.
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