venerdì, novembre 01, 2013
Dopo che tra il 25 e il 27 ottobre sono state eseguite 20 condanne a morte in Iran, Amnesty International ha lanciato l'allarme sulla possibile esecuzione di due appartenenti alla minoranza curda, Zaniar Moradi e Loghman Moradi.  

Amnesty -I due curdi sono stati condannati a morte nel dicembre 2010 per i reati di "atti ostili contro Dio" e "corruzione sulla terra", dopo essere stati giudicati colpevoli dell'omicidio, avvenuto nel 2009, del figlio di un alto rappresentante del clero sciita di Marivan, nella provincia del Kurdistan. I due detenuti, che hanno sempre dichiarato di essere stati costretti a confessare sotto tortura, sono stati condannati anche per partecipazione al gruppo armato Komala, che porta avanti la lotta armata contro il governo centrale .

Tra i detenuti messi a morte tra il 25 e il 27 ottobre figura un altro curdo, Habibollah Golparipour. Era stato condannato alla pena capitale nel marzo 2010, al termine di un processo durato cinque minuti, per il reato di "atti ostili contro Dio", per la sua presunta collaborazione col gruppo armato fuorilegge del Partito per la libera vita in Kurdistan". Anch'egli aveva denunciato di essere stato costretto a confessare sotto tortura e aveva negato di aver preso parte a qualsivoglia azione con le armi.

Il 26 ottobre è stata la volta di 16 prigionieri, messi a morte - come dichiarato ufficialmente dalle autorità giudiziarie iraniane - a mo' di rappresaglia per un attacco portato a termine il giorno prima dall'Esercito della giustizia, un gruppo armato sunnita che agisce lungo il confine pakistano. Nel corso dell'attacco, avvenuto nella provincia del Sistan-Balucistan, erano state uccise 14 guardie di frontiera.

Il 2013 ha visto un profondo aumento delle esecuzioni. Le autorità iraniane ne hanno rese note 304, ma ce ne sarebbero state almeno altre 234.

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