Migliaia di persone accolgono la delegazioni iraniana con fiori e cartelli. Il minsitro degli esteri Zarif, "ambasciatore di pace". Con l'accordo Teheran congela ogni arricchimento dell'uranio e sviluppo dei siti nucleari, accettando tutti i controlli dell'Onu. In cambio vengono alleggerite le sanzioni per recuperare 7 miliardi di dollari, a beneficio della provata economia iraniana. Per Netanyahu "il mondo è divenuto un luogo più pericoloso". Scende il prezzo del petrolio.
Teheran (AsiaNews) - Migliaia di persone, soprattutto giovani, hanno accolto i negoziatori iraniani al ritorno da Ginevra, che hanno portato con loro un accordo valido sei mesi, che allenta le sanzioni contro l'Iran in cambio di un congelamento dei processi di arricchimento dell'uranio e di un maggiore controllo dell'Onu sui siti nucleari.
Per molti leader mondiali l'accordo è un primo passo verso la distensione; per il premier israeliano Benjamin Netanyahu esso è "un errore storico".
Annunciato ieri mattina a Ginevra, l'accordo è stato firmato da Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Germania e Iran dopo cinque giorni di dialoghi e almeno 10 anni di stallo. Esso prevede per l'Iran uno stop all'arricchimento di uranio oltre il 5%; il congelamento dell'uranio arricchito oltre il 5%; un maggiore accesso - anche quotidiano - per gli ispettori Onu ai siti nucleari di Natanz e Fordo; un blocco allo sviluppo dell'impianto di Arak ad acqua pesante, che si teme voglia produrre plutonio.
In cambio, Teheran guadagna uno stop a nuove sanzioni per sei mesi e un allentamento delle sanzioni già in atto, che le permettono di ricuperare 7 miliardi di dollari in introiti del petrolio e scambi di beni quali pezzi di ricambio, oro, metalli preziosi. Inoltre, l'accordo permetterà il pagamento delle tasse scolastiche di studenti iraniani all'estero per un valore di 400 milioni di dollari.
Gli iraniani sperano che l'alleggerimento delle sanzioni aiuterà l'economia iraniana molto provata, soprattutto con le ultime che bloccavano le transazioni bancarie e non permettevano il ritorno degli introiti della vendita di petrolio.
Questo spiega le manifestazioni di giubilo all'aeroporto di Teheran, con fiori, cartelli, foto del presidente Hassan Rouhani, il moderato che è succeduto a Mahmud Ahmadinejad, e il grido di "ambasciatore di pace" rivolto al ministro degli esteri Mohammed Javad Zarif, reduce da Ginevra.
L'accordo, accolto con soddisfazione anche da Barack Obama, Vladimir Putin e dalla Cina, potrà essere cancellato se l'Iran non sottostà alle condizioni. Se invece esso tiene per questi sei mesi, potrà portare a un accordo stabile.
Intanto, grazie a questi primi passi, il prezzo del petrolio sul mercato mondiale è cominciato a scendere di circa il 2% al barile.
Il presidente Barack Obama e il segretario di Stato John Kerry apprezzano l'accordo che "aiuterà a prevenire in Iran la costruzione di armi nucleari". Ma l'atteggiamento Usa ha scontentato i suoi tradizionali alleati, Arabia saudita e Israele, in particolare dopo alcune rivelazioni secondo cui Stati Uniti e Iran avrebbero avuto per mesi incontri segreti, senza che gli alleati sapessero nulla.
Il premier israeliano Netayahu, che non ha mai nascosto piani di attacchi aerei contro le basi nucleari iraniane, ha commentato l'accordo affermando che "quanto è stato raggiunto a Ginevra non è [qualcosa di ] storico; esso è un errore storico. Il mondo è diventato un posto ancora più pericoloso".
Di tutt'altro tenore il commento di Kerry: " Vi sono quelli che dicono che questo accordo è imperfetto. Bene, anch'essi hanno una certa responsabilità, ed è quella di dire alla gente quale sarebbe l'alternativa migliore".
Di fatto, senza questo accordo, ci sarebbe un possibile accrescimento del potenziale atomico iraniano, meno controlli, più tensione regionale e mondiale.
Per il testo completo dell'accordo vedi qui.
Annunciato ieri mattina a Ginevra, l'accordo è stato firmato da Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Germania e Iran dopo cinque giorni di dialoghi e almeno 10 anni di stallo. Esso prevede per l'Iran uno stop all'arricchimento di uranio oltre il 5%; il congelamento dell'uranio arricchito oltre il 5%; un maggiore accesso - anche quotidiano - per gli ispettori Onu ai siti nucleari di Natanz e Fordo; un blocco allo sviluppo dell'impianto di Arak ad acqua pesante, che si teme voglia produrre plutonio.
In cambio, Teheran guadagna uno stop a nuove sanzioni per sei mesi e un allentamento delle sanzioni già in atto, che le permettono di ricuperare 7 miliardi di dollari in introiti del petrolio e scambi di beni quali pezzi di ricambio, oro, metalli preziosi. Inoltre, l'accordo permetterà il pagamento delle tasse scolastiche di studenti iraniani all'estero per un valore di 400 milioni di dollari.
Gli iraniani sperano che l'alleggerimento delle sanzioni aiuterà l'economia iraniana molto provata, soprattutto con le ultime che bloccavano le transazioni bancarie e non permettevano il ritorno degli introiti della vendita di petrolio.
Questo spiega le manifestazioni di giubilo all'aeroporto di Teheran, con fiori, cartelli, foto del presidente Hassan Rouhani, il moderato che è succeduto a Mahmud Ahmadinejad, e il grido di "ambasciatore di pace" rivolto al ministro degli esteri Mohammed Javad Zarif, reduce da Ginevra.
L'accordo, accolto con soddisfazione anche da Barack Obama, Vladimir Putin e dalla Cina, potrà essere cancellato se l'Iran non sottostà alle condizioni. Se invece esso tiene per questi sei mesi, potrà portare a un accordo stabile.
Intanto, grazie a questi primi passi, il prezzo del petrolio sul mercato mondiale è cominciato a scendere di circa il 2% al barile.
Il presidente Barack Obama e il segretario di Stato John Kerry apprezzano l'accordo che "aiuterà a prevenire in Iran la costruzione di armi nucleari". Ma l'atteggiamento Usa ha scontentato i suoi tradizionali alleati, Arabia saudita e Israele, in particolare dopo alcune rivelazioni secondo cui Stati Uniti e Iran avrebbero avuto per mesi incontri segreti, senza che gli alleati sapessero nulla.
Il premier israeliano Netayahu, che non ha mai nascosto piani di attacchi aerei contro le basi nucleari iraniane, ha commentato l'accordo affermando che "quanto è stato raggiunto a Ginevra non è [qualcosa di ] storico; esso è un errore storico. Il mondo è diventato un posto ancora più pericoloso".
Di tutt'altro tenore il commento di Kerry: " Vi sono quelli che dicono che questo accordo è imperfetto. Bene, anch'essi hanno una certa responsabilità, ed è quella di dire alla gente quale sarebbe l'alternativa migliore".
Di fatto, senza questo accordo, ci sarebbe un possibile accrescimento del potenziale atomico iraniano, meno controlli, più tensione regionale e mondiale.
Per il testo completo dell'accordo vedi qui.
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