Per la ventiduesima volta consecutiva, dal 1992, la massima assise dell'Onu ha approvato, con 188 voti a favore, una risoluzione che chiede di sopprimere la stretta economica contro il regime castrista
Città Nuova - Il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez Parrilla, all\'Assemblea generale delle Nazioni Unite Per la ventiduesima volta consecutiva, martedì scorso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato contro l'embargo economico, commerciale e finanziario nei confronti di Cuba. I voti a favore del progetto di soppressione dell'embargo imposto all'isola caraibica sono stati 188, con la sola opposizione degli Stati Uniti e di Israele. Tre le astensioni, quella delle isole Mashall, Palau e Micronesia.
È dal 1992, in occasione della quarantasettesima Assemblea generale, che la massima assise delle Nazioni Unite si pronuncia contro un embargo che dura da più di cinquant'anni, applicato da dieci presidenti degli Stati Uniti, sia repubblicani che democratici, che ha prodotto danni economici stimati in mille miliardi di dollari.
Il progetto di risoluzione approvato è stato presentato da Cuba e nel testo si fa riferimento ai princìpi e agli obiettivi che costituiscono i fondamenti dell'Onu, quali il rispetto della sovranità, l'uguaglianza tra gli Stati, la libertà commerciale e quella di navigazione, la non ingerenze nelle questioni interne.
L'approvazione, praticamente plebiscitaria, della risoluzione conferma ormai il rigetto da parte di tutta la comunità internazionale di un embargo che non ha più modo di giustificarsi e che obbedisce esclusivamente a questioni di politica interna e solo tangenzialmente estera degli Usa. In Asia centrale troviamo più di un Paese il cui regime dittatoriale e la partecipazione ai movimenti jihaiddisti che inviano guerriglieri e mercenari nei vari conflitti mossi da matrici islamiche, o pseudo tali, meriterebbe sanzioni del genere così come il ripudio esplicito della comunità internazionale.
Si può solo auspicare che le diplomazie dei Paesi che hanno votato contro l'embargo, in coerenza col voto manifestato nell'Assemblea generale, intraprendano una decisa azione di convincimento nei confronti della Casa Bianca per smantellare un iniquo residuo della Guerra Fredda.
(Nella foto Ap il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez Parrilla, all'Assemblea generale delle Nazioni Unite).
Città Nuova - Il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez Parrilla, all\'Assemblea generale delle Nazioni Unite Per la ventiduesima volta consecutiva, martedì scorso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato contro l'embargo economico, commerciale e finanziario nei confronti di Cuba. I voti a favore del progetto di soppressione dell'embargo imposto all'isola caraibica sono stati 188, con la sola opposizione degli Stati Uniti e di Israele. Tre le astensioni, quella delle isole Mashall, Palau e Micronesia.
È dal 1992, in occasione della quarantasettesima Assemblea generale, che la massima assise delle Nazioni Unite si pronuncia contro un embargo che dura da più di cinquant'anni, applicato da dieci presidenti degli Stati Uniti, sia repubblicani che democratici, che ha prodotto danni economici stimati in mille miliardi di dollari.
Il progetto di risoluzione approvato è stato presentato da Cuba e nel testo si fa riferimento ai princìpi e agli obiettivi che costituiscono i fondamenti dell'Onu, quali il rispetto della sovranità, l'uguaglianza tra gli Stati, la libertà commerciale e quella di navigazione, la non ingerenze nelle questioni interne.
L'approvazione, praticamente plebiscitaria, della risoluzione conferma ormai il rigetto da parte di tutta la comunità internazionale di un embargo che non ha più modo di giustificarsi e che obbedisce esclusivamente a questioni di politica interna e solo tangenzialmente estera degli Usa. In Asia centrale troviamo più di un Paese il cui regime dittatoriale e la partecipazione ai movimenti jihaiddisti che inviano guerriglieri e mercenari nei vari conflitti mossi da matrici islamiche, o pseudo tali, meriterebbe sanzioni del genere così come il ripudio esplicito della comunità internazionale.
Si può solo auspicare che le diplomazie dei Paesi che hanno votato contro l'embargo, in coerenza col voto manifestato nell'Assemblea generale, intraprendano una decisa azione di convincimento nei confronti della Casa Bianca per smantellare un iniquo residuo della Guerra Fredda.
(Nella foto Ap il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez Parrilla, all'Assemblea generale delle Nazioni Unite).
di Alberto Barlocci
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