È di almeno dieci morti e un cinquantina di feriti il bilancio dell’esplosione verificatasi poco fa davanti alla sede dell’ambasciata iraniana a Beirut.
Misna - Lo riferisce l’agenzia libanese Nna secondo cui un attentatore suicida e un’automobile carica di esplosivo sono saltati in aria non lontano dal portone di ingresso della rappresentanza di Teheran, principale alleato della Siria di Bashar al Assad, nel quartiere meridionale di Bir Hassan. Le immagini diffuse dall’emittente Al Mayadeen mostrano abitanti del quartiere in fuga, automobili in fiamme e un principio di incendio non lontano dalla facciata dell’edificio devastato dall’esplosione. I pompieri e le autoambulanze, già sul luogo dell’attentato, stanno cercando di contenere i danni e organizzare i soccorsi.
L’attentato avviene in un momento particolarmente spinoso per gli equilibri nella regione, mentre la diplomazia internazionale cerca faticosamente di pianificare la conferenza di pace sulla Siria, a Ginevra, entro la fine dell’anno, lottando contro le resistenze interne ai due fronti. La guerra civile in corso nel vicino paese ha contribuito a esasperare, anche in Libano, le tensioni tra sunniti e sciiti esplose in più di un’occasione in violenti combattimenti a Tripoli, nel nord. Due giorni fa inoltre, Hassan Nasrallah, il leader del movimento Hezbollah, alleato di Teheran, si è impegnato a combattere al fianco dell’esercito di Damasco “per tutto il tempo che sarà necessario”.
La Repubblica Islamica e il nuovo presidente Hassan Rohani, inoltre, sono impegnata in un delicato negoziato sul nucleare che la vede protagonista di colloqui con gli Stati Uniti e la Comunità internazionale.
La periferia meridionale di Beirut, bastione di Hezbollah, era già stata scossa da due attentati negli ultimi mesi: il primo a Bir el Abed, il 9 luglio, aveva causato 50 feriti e il secondo a Roueiss, il 15 agosto, con 27 morti.
Misna - Lo riferisce l’agenzia libanese Nna secondo cui un attentatore suicida e un’automobile carica di esplosivo sono saltati in aria non lontano dal portone di ingresso della rappresentanza di Teheran, principale alleato della Siria di Bashar al Assad, nel quartiere meridionale di Bir Hassan. Le immagini diffuse dall’emittente Al Mayadeen mostrano abitanti del quartiere in fuga, automobili in fiamme e un principio di incendio non lontano dalla facciata dell’edificio devastato dall’esplosione. I pompieri e le autoambulanze, già sul luogo dell’attentato, stanno cercando di contenere i danni e organizzare i soccorsi.
L’attentato avviene in un momento particolarmente spinoso per gli equilibri nella regione, mentre la diplomazia internazionale cerca faticosamente di pianificare la conferenza di pace sulla Siria, a Ginevra, entro la fine dell’anno, lottando contro le resistenze interne ai due fronti. La guerra civile in corso nel vicino paese ha contribuito a esasperare, anche in Libano, le tensioni tra sunniti e sciiti esplose in più di un’occasione in violenti combattimenti a Tripoli, nel nord. Due giorni fa inoltre, Hassan Nasrallah, il leader del movimento Hezbollah, alleato di Teheran, si è impegnato a combattere al fianco dell’esercito di Damasco “per tutto il tempo che sarà necessario”.
La Repubblica Islamica e il nuovo presidente Hassan Rohani, inoltre, sono impegnata in un delicato negoziato sul nucleare che la vede protagonista di colloqui con gli Stati Uniti e la Comunità internazionale.
La periferia meridionale di Beirut, bastione di Hezbollah, era già stata scossa da due attentati negli ultimi mesi: il primo a Bir el Abed, il 9 luglio, aveva causato 50 feriti e il secondo a Roueiss, il 15 agosto, con 27 morti.
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