giovedì, novembre 14, 2013
La denuncia di padre Solalinde fa tremare il Messico  

Aleteia - La settimana scorsa nella città di Reynosa, Tamaulipas, alla frontiera con gli Stati Uniti, la Polizia Federale messicana ha liberato 61 migranti (tra questi 27 honduregni, 20 salvadoregni, 3 guatemaltechi, 3 nicaraguensi e uno statunitense, oltre a 7 messicani) che erano stati sequestrati da bande del crimine organizzato. Nel gruppo di persone private della propria libertà dai criminali che operano nel territorio messicano intercettando i migranti centroamericani in transito verso gli Stati Unitic'erano due bambine di sette e due anni, un bambino di otto anni e altri sei minori. La Procura Generale della Repubblica ha registrato dal 2006 al 2011 un totale di 687 indagini per il crimine di sequestro di migranti, più della metà dei quali (392 casi) nello Stato messicano di Tamaulipas.

Finora si credeva che il sequestro dei migranti – quasi sempre adulti – fosse per usarli come sicari, previa tortura e minacce di morte, ma può essere che il loro destino fosse ancor più perverso: può darsi che potessero essere uccisi per asportare loro gli organi da vendere poi sul mercato nero degli Stati Uniti o dovessero essere trasformati in schiavi del sesso.

La denuncia di padre Alejandro Solalinde

Una settimana fa, ricevendo il Premio Juan de Palafox y Mendoza, conferito dal comune di Puebla, padre Alejandro Solalinde, difensore dei diritti dei migranti e che ha rischiato la propria vita per difendere i centroamericani che si recano negli Stati Uniti su un treno chiamato “La Bestia”, ha lanciato una denuncia che ha fatto tremare l'opinione pubblica messicana: sono state trovate fosse clandestine con una quantità “scandalosa” di corpi di migranti senza organi. Ciò, ha affermato, lascia supporre che “esistano organizzazioni che usano i migranti irregolari per il traffico illegale di organi, visto che esistono sia questo crimine che il traffico di bambini”.

Finora il luogo in cui sono state rinvenute queste fosse clandestine rimane segreto, per poter individuare i colpevoli, ma secondo il sacerdote cattolico indica che esistono il traffico di bambini e quello di organi. Spesso è la stessa tratta: quella che vede come vittima il bambino per asportargli gli organi e darli al miglior offerente.

Padre Solalinde ha sottolineato che tra quanti si recano negli Stati Uniti ci sono sempre più donne e bambini, e ha calcolato che il 40% della popolazione migrante sia composta da madri con bimbi piccoli. “Immaginate una mamma con il suo bimbo tra le braccia e altri tre o quattro che camminano; mi preoccupa perché se c'è traffico di bambini c'è traffico di organi”.

Interpellato sull'ipotesi che i corpi ritrovati senza organi fossero di migranti, padre Solalinde ha risposto: “Scommetto ciò che volete che erano migranti; non credo che fossero di questo Stato altrimenti le loro famiglie li avrebbero reclamati, sarebbe uno scandalo perché sono molti”.

Il sacerdote ha reso noto che i corpi rinvenuti senza organi “non sono stati reclamati, il che risulta strano perché sono davvero tanti (…). È una cosa molto delicata, che finora è stata un tabù”. Le organizzazioni che trafficano organi umani, ha aggiunto, “sono mafie sofisticate, che dovrebbero operare con la complicità di membri” del sistema sanitario nazionale.

Ogni anno attraversano il Messico per andare al nord almeno 400.000 migranti provenienti dall'America Centrale, soprattutto honduregni e salvadoregni. Molti di questi riescono ad arrivare alla frontiera e a entrare negli Stati Uniti, ma altri non hanno questa fortuna.

Finiscono poi agli incroci delle capitali messicane a chiedere denaro per mangiare, o sono reclutati dai criminali per essere usati come sicari o come pezzi di ricambio per la richiesta di organi che cresce in modo esponenziale nel mondo sviluppato (ma non civilizzato).

                      di Jaime Septién



fonte  traduzione di Roberta Sciamplicotti


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