sabato, novembre 09, 2013
Sistemi per l’efficienza energetica, impianti per riciclare scaglie di PET, associazioni per il trashware. Per il cambio di modello di sviluppo la teoria non basta. Il Forum di giornalismo ambientale di Napoli ospita quindi alcune delle più belle storie di imprenditori che hanno scelto la via del business pulito.

di Martina Valentini

Napoli – Aziende che riportano a nuova vita strumenti informatici, compagnie che migliorano l’efficienza della rete elettrica, consorzi che incentivano il riciclo di bottiglie di plastica, imprese nate dall’ostinazione di famiglie personalmente segnate dalla sete di sangue della criminalità organizzata. Il X Forum internazionale Greenaccord dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura in corso di svolgimento a Napoli dà voce alle esperienze concrete di realtà imprenditoriali innovative che propongono un modo nuovo di affrontare la questione rifiuti. Per ridurli e riutilizzarli, quando possibile. Oppure per riciclarli e trasformarli in nuova risorsa. Perchè, come sottolinea il presidente del Comitato scientifico di Greenaccord, Andrea Masullo “l’analisi accademica, pur fondamentale per proporre nuovi modelli di sviluppo, da sola non basta. Serve la responsabilità individuale dei cittadini e degli imprenditori che permetta di costruire una nuova economia che parte dal basso. E al tempo stesso bisogna iniziare a creare prodotti e oggetti durevoli, stimolando una domanda di beni e servizi che servano al reale benessere e che non creino rifiuti pericolosi e difficilmente smaltibili”.

Anche nella terra di Gomorra, fare impresa in questo modo è possibile. Simbolica è in tal senso la storia di Antonio e Nicola Diana e della loro Erreplast di Aversa (Caserta), oggi tra i principali siti di produzione di scaglie in PET da riciclo, selezionando bottiglie in plastica e reimmettendo nel ciclo industriale il materiale trattato che viene poi destinato ai settori del tessile e dell’abbigliamento. Alle spalle la fine, drammatica, del padre Mario, assassinato dai clan nel 1985 perché, anche lui imprenditore, rifiutò di chinare la testa e di piegarsi agli ordini delle cosche camorristiche. Per onorarlo, i suoi figli hanno proseguito lungo la stessa strada, regalando all’opinione pubblica un esempio di forza e coraggio. Elogiati pubblicamente dal pubblico ministero Antonello Ardituro, durante la sua requisitoria al processo di primo grado contro i responsabili dell’omicidio del padre: “Non si sono fatti fagocitare: è un importantissimo dato sociale e processuale, di grande rilevanza per questa terra”. “Al momento abbiamo due impianti con una capacità di smaltimento di 125mila tonnellate di rifiuti” racconta Antonio Diana. “I rifiuti trattati provengono tutti dalla Campania e la disponibilità di bottiglie di plastica aumenta di anno in anno, a dimostrazione che anche la popolazione sta aumentando la sensibilità sul tema rifiuti. Ma per incentivare tale comportamento, ogni anno invitiamo 2500 studenti a visitare il nostro impianto. Per far loro toccare con mano cosa riusciamo a fare con una bottiglia di plastica usata”.

Ad agevolare il lavoro di realtà come Erreplast intervengono realtà come il Coripet, un nuovo consorzio volontario per il riciclo di contenitori in Pet, che si affianca agli storici Conai (recupero imballaggi) e Corepla (recupero materiali plastici). Fondatori di Coripet sono produttori di acque minerali, con accanto aziende di riciclo certificate “European Food and Safety Agency”. “Il nostro è un sistema di filiera chiusa - spiega Monica Pasquarelli, consigliere Coripet – che mette insieme chi produce il Pet da imballaggio, chi distribuisce il prodotto e chi lo ricicla. Però ci stiamo specializzando nel recupero delle bottiglie usate per farle tornare bottiglie. Le tonnellate di plastica da imballaggi invece sta scendendo, sia perché le persone consumano meno, sia perché le aziende del settore stanno riducendo l’uso del packaging”. L’obiettivo rimane comunque immutato: agevolare il raggiungimento degli obiettivi per il riciclo della plastica che le norme italiane fissano al 55%.

Di computer e hardware informatici s’interessa invece l’associazione PC Donato di Pisa. “Una delle nostre principali attività è il trashware” spiega uno dei membri dell’associazione, Francesco Lanzo, agli oltre cento giornalisti presenti in sala e appartenenti alla rete mondiale Greenaccord. “In pratica recuperiamo vecchi computer ritenuti obsoleti, aggiustandoli o integrandoli con altri pezzi, installandoci sistemi operativi open source. I pc così ammodernati vengono poi consegnati ad enti, scuole, associazioni no profit e a privati che ne fanno richiesta”. Un’esperienza che permette di guardare alla crisi in modo nuovo. “La recessione economica non è necessariamente un’afflizione. Può infatti creare nuove opportunità, stimolando il riuso di beni che in altri momenti avremmo buttato senza pensarci troppo. La crisi quindi ci sta dando l’opportunità di riflettere sulle priorità e riorganizzarci”.

Valutazioni che valgono anche per altri settori. Come quello energetico, ad esempio. Dove operano sempre più realtà che forniscono al mercato e alle imprese servizi per ridurre i consumi e migliorare l’efficienza. “In Italia manca ancora una volontà politica in tal senso” denuncia Claudio Ferrari, presidente di Federesco, la federazione che dal 2006 riunisce le Energy Service Company italiane (Esco, appunto). Realtà cruciali perché propongono alle imprese produttive interventi tesi a migliorare l’efficienza energetica o la costruzione di impianti di energia in loco. “Produrre energia il più vicino possibile a dove verrà effettivamente utilizzata – spiega Ferrari – è utile perché permette di evitare le perdite di rete, dovute al viaggio che l’energia deve compiere per arrivare da lontano. In questo contesto, i rifiuti impossibili da riciclare possono diventare una delle fonti da trasformare in energia per il territorio locale”. Ma il pericolo di infiltrazioni criminali è purtroppo sempre dietro l’angolo. E la guardia non vai abbassata. Non solo in Campania ma in tutta Italia. “Le ecomafie non operano solo nella Terra dei fuochi” osserva Ferrari. “Si stanno ormai consolidando anche al Nord. Vanno dove c’è denaro. Ecco perché bisogna fare attenzione per non rendere le energie rinnovabili e lo smaltimento rifiuti un mero business e ponendo vincoli e controlli che rendano più difficile la vita di chi ha interessi criminali”.

Il viaggio tra le esperienze e i modelli virtuosi di gestione rifiuti proseguirà anche domani, quando il X Forum internazionale Greenaccord per la Salvaguardia della Natura giungerà alla giornata conclusiva. Alle ore 11 è previsto l’intervento del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris e del presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi Francesco Coccopalmerio, che porterà il saluto di Papa Francesco.

Il programma completo dei relatori è disponibile sul sito www.greenaccord.org. Sullo stesso sito, è possibile seguire tutte le sessioni del Forum, in diretta streaming.


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