“Non andremo a Ginevra 2 per rinunciare al potere”
Radio Vaticana - Cosi il regime siriano di Bashar al Assad, per voce del ministro dell’Informazione al Zohbi, che ieri sera ha raffreddato le speranze sulla Conferenza internazionale che Usa, Russia ed Onu stanno cercando di organizzare per riportare la pace nel Paese mediorientale, dove la situazione umanitaria della popolazione dopo due anni e mezzo di guerra civile è drammatica.
Se le speranze di poter arrivare a Ginevra 2 già apparivano ormai residue, ieri il ministro dell’informazione siriano, Omran al-Zohbi, ha fugato ogni dubbio: “Non parteciperemo alla conferenza di pace per consegnare il potere all’opposizione come chiedono a gran voce i nostri avversari e i loro alleati internazionali”. Zohbi punta il dito in particolare contro al-Faiçal, capo della diplomazia saudita, l’acerrimo nemico di Damasco. “Se avessimo voluto cedere il potere – ha aggiunto ironicamente il ministro – l’avremmo già fatto a Damasco, risparmiandoci il fastidio e il biglietto aereo per recarci a Ginevra”. Eppure l’emissario internazionale Lakhdar Brahimi, alla ricerca di una mediazione con le forze anti-Asad con la benedizione di Mosca e Washington, non sembra aver esaurito le energie. Ma la vera urgenza in Siria è il disastro umanitario. Secondo l’ONU, infatti, circa 9.3 milioni di persone, ovvero il 40% della popolazione, necessita assistenza. Nell’arco di un mese la percentuale è cresciuta di quasi 3 punti. Inoltre, sempre secondo il Palazzo di Vetro, 6,5 milioni hanno dovuto lasciare le proprie case: una prospettiva inquietante mentre l’inverno che sta per cominciare.
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