Dopo tre giorni di intensi combattimenti, le forze armate siriane hanno ripreso ieri il “controllo totale” di una base militare strategica vicino l’aeroporto internazionale di Aleppo (nord), la Base 80, che da febbraio era in mano a gruppi ribelli.
Misna - La notizia è stata diffusa dalla televisione di Stato e confermata anche dall’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh) che già venerdì aveva anticipato la riconquista parziale della base da parte delle forze governative. Almeno un centinaio le vittime stimate dall’Osdh da entrambe le parti: la fonte parla di 43 ribelli, 20 combattenti del cosiddetto Stato islamico dell’Iraq e del Levante, da poco rinominato Stato islamico dell’Iraq, e del gruppo estremista Jabat al Nusra e 32 soldati e miliziani filo-governativi; non ha invece fornito un bilancio delle perdite fra le file degli sciiti libanesi di Hezbollah schierati al fianco dell’esercito di Damasco. Secondo l’Osdh la riconquista della Base 80 prepara la strada alla riapertura dell’aeroporto della seconda città del paese, chiuso dall’inizio dell’anno.
L’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana ha riferito nel frattempo dell’assassinio, sabato, di un deputato della località di Deir Ezzor, Mihjem al-Saho, da parte di combattenti jihadisti. Il parlamentare era stato sequestrato nei giorni predecenti e secondo la stessa fonte sarebbe stato ucciso lungo la strada che collega Deir Ezzor a Palmyra. In una nota il Parlamento di Damasco ha condannato con forza l’omicidio affermando allo stesso tempo che “non intimidirà” i legislatori. Il ministero della Giustizia ha promesso che i responsabili saranno catturati. Già il 27 ottobre un altro deputato, Mohanna Fayçal al Fayyad, era stato rapito da ribelli nella località di Chaymtiyé, sempre nella provincia di Deir Ezzor.
In questo contesto, restano le incertezze sulla Conferenza di pace di Ginevra II. Riunita a Istanbul, l’opposizione ha escluso ieri la sua partecipazione senza il sostegno dei gruppi ribelli.
Misna - La notizia è stata diffusa dalla televisione di Stato e confermata anche dall’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh) che già venerdì aveva anticipato la riconquista parziale della base da parte delle forze governative. Almeno un centinaio le vittime stimate dall’Osdh da entrambe le parti: la fonte parla di 43 ribelli, 20 combattenti del cosiddetto Stato islamico dell’Iraq e del Levante, da poco rinominato Stato islamico dell’Iraq, e del gruppo estremista Jabat al Nusra e 32 soldati e miliziani filo-governativi; non ha invece fornito un bilancio delle perdite fra le file degli sciiti libanesi di Hezbollah schierati al fianco dell’esercito di Damasco. Secondo l’Osdh la riconquista della Base 80 prepara la strada alla riapertura dell’aeroporto della seconda città del paese, chiuso dall’inizio dell’anno.
L’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana ha riferito nel frattempo dell’assassinio, sabato, di un deputato della località di Deir Ezzor, Mihjem al-Saho, da parte di combattenti jihadisti. Il parlamentare era stato sequestrato nei giorni predecenti e secondo la stessa fonte sarebbe stato ucciso lungo la strada che collega Deir Ezzor a Palmyra. In una nota il Parlamento di Damasco ha condannato con forza l’omicidio affermando allo stesso tempo che “non intimidirà” i legislatori. Il ministero della Giustizia ha promesso che i responsabili saranno catturati. Già il 27 ottobre un altro deputato, Mohanna Fayçal al Fayyad, era stato rapito da ribelli nella località di Chaymtiyé, sempre nella provincia di Deir Ezzor.
In questo contesto, restano le incertezze sulla Conferenza di pace di Ginevra II. Riunita a Istanbul, l’opposizione ha escluso ieri la sua partecipazione senza il sostegno dei gruppi ribelli.
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