Piscina, anfiteatro, padiglioni, case per gli ospiti e perfino recinti per il pascolo del bestiame. Li ha fatti costruire il presidente Jacob Zuma nella sua villa di Nkandla, nella provincia di KwaZulu Natal. Con soldi pubblici, che dovevano garantirne in teoria la “sicurezza”.
Misna - La vicenda, oggi sulle prime pagine dei quotidiani del Sudafrica, è stata rivelata dal Mail & Guardian. L’inchiesta del giornale si fonda su un rapporto del pubblico ministero Thuli Madonsela, acquisito nei suoi elementi sostanziali grazie a “fonti informate” che hanno chiesto di “restare anonime vista la delicatezza del caso”. Il nodo sono 215 milioni di rand, più di 15 milioni di euro, stanziati dallo Stato per garantire la sicurezza del presidente. L’ipotesi dell’accusa è che i fondi siano stati spesi “a beneficio personale” di Zuma .
Secondo il Mail & Guardian, la vicenda rischia di diventare lo scandalo più grave per il presidente dalla sua entrata in carica nel 2009, per di più a pochi mesi dalle elezioni di aprile nelle quali è candidato a un nuovo mandato. Di certo, la villa di Nkandla sta facendo impazzire i social media. Gli internauti ironizzano e accusano, mettendo in risalto gli aspetti più torbidi della vicenda. Ad esempio il fatto che i lavori sarebbero stati coordinati dall’architetto personale di Zuma e non dall’esperto indicato dal dipartimento per i Lavori pubblici. O che le ditte costruttrici non sarebbero state selezionate con regolare gara d’appalto, ma scelte direttamente dal capo dello Stato.
Va forte anche il confronto tra le spese per la sicurezza per la residenza privata di Zuma e quelle sostenute dai suoi precedessori, prima e dopo la fine dell’apartheid. Frederick Willem De Klerk aveva speso 236.000 rand. Thabo Mbeki e Nelson Mandela, dirigenti dell’African National Congress (Anc) come l’attuale presidente, 12 e 32 milioni. Per Zuma dunque un nuovo guaio, dopo l’archiviazione delle accuse su presunti illeciti legati a commesse miliardarie di armamenti risalenti al 1999.
Misna - La vicenda, oggi sulle prime pagine dei quotidiani del Sudafrica, è stata rivelata dal Mail & Guardian. L’inchiesta del giornale si fonda su un rapporto del pubblico ministero Thuli Madonsela, acquisito nei suoi elementi sostanziali grazie a “fonti informate” che hanno chiesto di “restare anonime vista la delicatezza del caso”. Il nodo sono 215 milioni di rand, più di 15 milioni di euro, stanziati dallo Stato per garantire la sicurezza del presidente. L’ipotesi dell’accusa è che i fondi siano stati spesi “a beneficio personale” di Zuma .
Secondo il Mail & Guardian, la vicenda rischia di diventare lo scandalo più grave per il presidente dalla sua entrata in carica nel 2009, per di più a pochi mesi dalle elezioni di aprile nelle quali è candidato a un nuovo mandato. Di certo, la villa di Nkandla sta facendo impazzire i social media. Gli internauti ironizzano e accusano, mettendo in risalto gli aspetti più torbidi della vicenda. Ad esempio il fatto che i lavori sarebbero stati coordinati dall’architetto personale di Zuma e non dall’esperto indicato dal dipartimento per i Lavori pubblici. O che le ditte costruttrici non sarebbero state selezionate con regolare gara d’appalto, ma scelte direttamente dal capo dello Stato.
Va forte anche il confronto tra le spese per la sicurezza per la residenza privata di Zuma e quelle sostenute dai suoi precedessori, prima e dopo la fine dell’apartheid. Frederick Willem De Klerk aveva speso 236.000 rand. Thabo Mbeki e Nelson Mandela, dirigenti dell’African National Congress (Anc) come l’attuale presidente, 12 e 32 milioni. Per Zuma dunque un nuovo guaio, dopo l’archiviazione delle accuse su presunti illeciti legati a commesse miliardarie di armamenti risalenti al 1999.
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