Dopo 11 anni di negoziati i governi dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), di Israele e Giordania hanno firmato un accordo presentato come “storico” per “salvare” il Mar Morto grazie alle acque del Mar Rosso e lottare alla carenza di risorse idriche nella regione.
Misna - Lo ha riferito il quotidiano L’Orient le Jour, precisando che l’intesa è stata siglata a Washington, alla sede della Banca mondiale, partner nel progetto che prevede la costruzione di un sistema di pompaggio dell’acqua nel golfo di Aqaba, all’estremità settentrionale del Mar Rosso. L’impianto dovrebbe consentire di raccogliere 200 milioni di metri cubi di acqua l’anno. Una parte sarà desalinizzata e distribuita in Israele e Giordania per ovviare alla mancanza di acqua mentre la rimanenza sarà trasferita attraverso quattro condutture verso il Mar Morto, un mare chiuso ad altissima concentrazione salina che rischia di prosciugarsi entro il 2050.
“Abbiamo dimostrato di poter lavorare insieme nonostante i nostri problemi politici” ha dichiarato il ministro palestinese dell’Acqua e dello Sviluppo, Shaddad Attili, in riferimento al tentativo in corso, tutto in salita, di riprendere il processo di pace bilaterale con la mediazione degli Stati Uniti. “Questa firma rappresenta una luce di speranza circa la possibilità di superare altri ostacoli in futuro” ha sottolineato il suo omologo israeliano Sylvan Shalom. “Senza acqua non ci sarà sviluppo economico, non ci saranno posti di lavoro” ha commentato il ministro giordano dell’Acqua e dell’Agricoltura, Hazim El Nasser.
In base all’accordo raggiunto lo Stato ebraico ha anche accettato di far defluire una quantità superiore di acqua dal Lago di Tiberiade in direzione della vicina Giordania. Secondo il comunicato diffuso dalla Banca mondiale Israle venderà all’Anp “20 a 30 milioni di metri cubi l’anno di acqua desalinizzata”, che verrà fornita dalla società pubblica israeliana Mekorot. L’istituzione finanziaria internazionale ha precisato che “i nuovi accordi saranno attuati in Cisgiordania (governata dal Fatah del presidente Abbas, ndr)”. In conferenza stampa il ministro Attili ha invece assicurato che anche la Striscia di Gaza, controllata da Hamas, “usufruirà di questi benefici”. Il progetto era già contenuto nel trattato di pace firmato nel 1994 tra Israele e Giordania, ma finora non è mai stato attuato. Lo scorso anno alcuni studi della Banca mondiale hanno assicurato che si tratta di una soluzione realizzabile mentre diverse organizzazioni ambientali hanno evidenziato le conseguenze nefaste delle acque del Mar Rosso sul fragile ecosistema del Mar Morto.
Misna - Lo ha riferito il quotidiano L’Orient le Jour, precisando che l’intesa è stata siglata a Washington, alla sede della Banca mondiale, partner nel progetto che prevede la costruzione di un sistema di pompaggio dell’acqua nel golfo di Aqaba, all’estremità settentrionale del Mar Rosso. L’impianto dovrebbe consentire di raccogliere 200 milioni di metri cubi di acqua l’anno. Una parte sarà desalinizzata e distribuita in Israele e Giordania per ovviare alla mancanza di acqua mentre la rimanenza sarà trasferita attraverso quattro condutture verso il Mar Morto, un mare chiuso ad altissima concentrazione salina che rischia di prosciugarsi entro il 2050.
“Abbiamo dimostrato di poter lavorare insieme nonostante i nostri problemi politici” ha dichiarato il ministro palestinese dell’Acqua e dello Sviluppo, Shaddad Attili, in riferimento al tentativo in corso, tutto in salita, di riprendere il processo di pace bilaterale con la mediazione degli Stati Uniti. “Questa firma rappresenta una luce di speranza circa la possibilità di superare altri ostacoli in futuro” ha sottolineato il suo omologo israeliano Sylvan Shalom. “Senza acqua non ci sarà sviluppo economico, non ci saranno posti di lavoro” ha commentato il ministro giordano dell’Acqua e dell’Agricoltura, Hazim El Nasser.
In base all’accordo raggiunto lo Stato ebraico ha anche accettato di far defluire una quantità superiore di acqua dal Lago di Tiberiade in direzione della vicina Giordania. Secondo il comunicato diffuso dalla Banca mondiale Israle venderà all’Anp “20 a 30 milioni di metri cubi l’anno di acqua desalinizzata”, che verrà fornita dalla società pubblica israeliana Mekorot. L’istituzione finanziaria internazionale ha precisato che “i nuovi accordi saranno attuati in Cisgiordania (governata dal Fatah del presidente Abbas, ndr)”. In conferenza stampa il ministro Attili ha invece assicurato che anche la Striscia di Gaza, controllata da Hamas, “usufruirà di questi benefici”. Il progetto era già contenuto nel trattato di pace firmato nel 1994 tra Israele e Giordania, ma finora non è mai stato attuato. Lo scorso anno alcuni studi della Banca mondiale hanno assicurato che si tratta di una soluzione realizzabile mentre diverse organizzazioni ambientali hanno evidenziato le conseguenze nefaste delle acque del Mar Rosso sul fragile ecosistema del Mar Morto.
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