L'83enne docente dell'Universita' di Princeton e Relatore speciale delle Nazioni Unite per i Territori occupati accusa Israele di praticare il "genocidio" dei palestinesi
Gerusalemme (NenaNews) - Cacciatelo via, non è degno di stare nelle Nazioni unite perché accusa Israele di praticare il «genocidio». Si potrebbe riassumere così l'appello a rimuovere Richard Falk dall'incarico di Relatore speciale dell'Onu per i Territori occupati palestinesi che dal Nord America sta facendo il giro del pianeta. Perché a chiedere l'immediata espulsione dell'83enne professore emeritus di legge internazionale dell'Università di Princeton, stavolta non è Israele ma il Canada. E dietro il Canada oggi si sono schierati anche gli Stati Uniti.
Il ministro degli esteri canadese John Baird ha spiegato che Ottawa - a quanto pare più di Israele - trova «terribili» i commenti fatti da Falk prima in un articolo e poi in un'intervista in cui sostiene che le politiche attuate da Israele rappresentano una forma di «genocidio» del popolo palestinese. «Quando si prende di mira un gruppo etnico e quando si infliggono (a questo gruppo etnico) un determinato tipo di punizioni, allora si alimenta una disegno criminoso che rasenta il genocidio», afferma da tempo Falk al quale nel dicembre 2008 fu negato l'ingresso in Israele.
«Sono dichiarazioni scandalose e antisemite che rendono ancora più assurda la sua posizione all'Onu», ha protestato Baird dimenticando che Richard Falk è un ebreo. «I suoi commenti - ha aggiunto il ministro - minano i valori fondamentali delle Nazioni Unite e finiscono per sminuire i terribili genocidi che hanno avuto luogo nel corso della storia e in tutto il mondo». Un atto di accusa durissimo che si aggiunge alla lista di critiche pesanti e attacchi subiti da Falk sin dal giorno della sua nomina nel 2008. Stavolta però siamo a un livello più alto perchè John Baird sembra intenzionato a condurre una vera e propria campagna contro l'anziano docente di Princeton.
Ma Falk va avanti. Se negli anni passati accusava Israele di praticare apartheid e pulizia etnica contro i palestinesi, più di recente ha abbracciato la campagna internazionale Bds contro Tel Aviv e ha apertamente appoggiato la decisione della prestigiosa «American Studies Association» di aderire al boicottaggio di Israele. Quest'anno, a giugno, Falk aveva condannato le forme di detenzione subite dai palestinesi, in particolare quella «amministrativa», senza processo. In autunno invece ha presentato un rapporto sulla «totale illegalità» delle colonie nei Territori occupati, chiedendo la punizione di aziende e imprese internazionali che traggono profitto dalla cooperazione con gli insediamenti israeliani.
Il ministro degli esteri canadese John Baird ha spiegato che Ottawa - a quanto pare più di Israele - trova «terribili» i commenti fatti da Falk prima in un articolo e poi in un'intervista in cui sostiene che le politiche attuate da Israele rappresentano una forma di «genocidio» del popolo palestinese. «Quando si prende di mira un gruppo etnico e quando si infliggono (a questo gruppo etnico) un determinato tipo di punizioni, allora si alimenta una disegno criminoso che rasenta il genocidio», afferma da tempo Falk al quale nel dicembre 2008 fu negato l'ingresso in Israele.
«Sono dichiarazioni scandalose e antisemite che rendono ancora più assurda la sua posizione all'Onu», ha protestato Baird dimenticando che Richard Falk è un ebreo. «I suoi commenti - ha aggiunto il ministro - minano i valori fondamentali delle Nazioni Unite e finiscono per sminuire i terribili genocidi che hanno avuto luogo nel corso della storia e in tutto il mondo». Un atto di accusa durissimo che si aggiunge alla lista di critiche pesanti e attacchi subiti da Falk sin dal giorno della sua nomina nel 2008. Stavolta però siamo a un livello più alto perchè John Baird sembra intenzionato a condurre una vera e propria campagna contro l'anziano docente di Princeton.
Ma Falk va avanti. Se negli anni passati accusava Israele di praticare apartheid e pulizia etnica contro i palestinesi, più di recente ha abbracciato la campagna internazionale Bds contro Tel Aviv e ha apertamente appoggiato la decisione della prestigiosa «American Studies Association» di aderire al boicottaggio di Israele. Quest'anno, a giugno, Falk aveva condannato le forme di detenzione subite dai palestinesi, in particolare quella «amministrativa», senza processo. In autunno invece ha presentato un rapporto sulla «totale illegalità» delle colonie nei Territori occupati, chiedendo la punizione di aziende e imprese internazionali che traggono profitto dalla cooperazione con gli insediamenti israeliani.
Michele Giorgio
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