giovedì, dicembre 12, 2013
Ucraina. Condanna della comunità internazionale per le nuove violenze a Kiev. Il presidente Janukovich promette al capo della diplomazia Ue Ashton di trovare una soluzione rapida alla crisi. Il servizio è di Giuseppe D’Amato: ascolta  

Radio Vaticana - Gli ultimi scontri minano la fiducia nella prossima Tavola rotonda nazionale, così l’ex presidente Jushenko. “Non avevo mai visto tanti poliziotti in vita mia”, ha detto alla folla il leader di Udar, Vitalij Klitschko. Alla fine, però, le squadre anti-sommossa si sono dovute ritirare dal Maidan, mentre giungevano di corsa da ogni parte della capitale altri manifestanti e gli allarmi-bomba si susseguivano negli aeroporti e nelle stazioni della metropolitana. L’opposizione è ferma nelle sue richieste: elezioni generali anticipate. Il nodo del trattato con l’Ue è fermo alle questioni finanziarie. Il premier Azarov ha lasciato capire che servono 20 miliardi di euro per risolvere ogni problema. “Questa leadership non merita aiuti”, ha commentato l’ex premier svedese Bildt.

Della situazione, Giancarlo La Vella ha parlato con Fulvio Scaglione, vicedirettore di "Famiglia Cristiana": ascolta

R. – La questione dell’Ucraina non può essere risolta se non si accetta il fatto che comunque ci sia uno stretto rapporto economico, culturale, politico, storico tra l’Ucraina e Mosca. L’Ucraina dipende dalla Russia per tutti i suoi rifornimenti energetici, dipende dalla Russia per il 21, 22 per cento sia nell’export che nell’import, ha 1600 km di confine terrestre su 4600 totali con la Russia. C’è un rapporto che non può essere ignorato. Prima, i diversi protagonisti, si rendono conto di questa realtà ineludibile, e più facile sarà risolvere la questione. E’ innegabile, infatti, che l’Ucraina abbia un forte interesse comunque ad avvicinarsi all’Unione Europea.

D. – Da parte europea è allo studio un consistente aiuto a Kiev. In questo momento di difficoltà un po’ per tutti, com’è possibile dare una cifra del genere?

R. – Se verrà deciso questo stanziamento, significherà che la volontà politica di arrivare all’integrazione dell’Ucraina è superiore al peso dei problemi economici, che pure ci sono. Ed è realistico chiedersi se l’Unione Europea sia oggi economicamente e politicamente in grado di assumersi anche questo compito.

D. – Yanukovich sembrava voler raffreddare anche le tensioni della piazza, proprio quando invece la polizia ha fatto irruzione nella piazza Indipendenza. Secondo te, l’entourage che sostiene il presidente sembra non essere più aderente alle posizioni del capo dello Stato?

R. – E’ chiaro che quando si ha di fronte una protesta di piazza di quelle dimensioni è difficile prendere il provvedimento giusto. Non si può cedere per lasciare spazio agli estremismi ed anche comunque alla sola protesta, ma non si può nemmeno intervenire troppo duramente, in un caso come questo, dove comunque c’è un interesse di andare incontro all’Unione Europea. Che, quindi, l’entourage di Yanukovich sia spaccato non mi sorprende e lo trovo abbastanza naturale.


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