martedì, dicembre 10, 2013
A giudicare dai sondaggi, la nuova legge sul segreto di stato in vigore da venerdì scorso sta nuocendo alla popolarità del primo ministro Shinzo Abe, scesa per la prima volta dall’entrata in carica il 26 dicembre 2012 al di sotto del 50% nel favore dei giapponesi, con un calo di oltre il 10% rispetto a un mese fa.

Misna - Al momento non sembra avere grande successo il tentativo di Abe di dissolvere i timori che riguardano le modalità con cui le autorità affronteranno d’ora in avanti, in particolare, il rischio di diffusione di informazioni dichiarate segreto di stato. “Sono state espresse preoccupazioni durante tutto il percorso parlamentare che la legge possa ampliare senza limiti le informazioni considerate riservate, privare il pubblico del diritto di sapere e minacciare la vita quotidiana della popolazione”

. Posso dire che questo non è assolutamente vero”, ha specificato ieri il premier in una conferenza stampa. Abe ha ammesso che ci sia stata scarsa informazione verso i cittadini da parte dell’esecutivo sul contenuto della legge quando era in discussione ma ha anche sottolineato che il nuovo provvedimento si è reso necessario per la distanza del Giappone rispetto ad altri paesi per quanto riguarda provvedimenti a tutela dei segreti di stato, il loro controllo e la loro classificazione. Una necessità per l’esecutivo, anche per convincere gli alleati, a partire dagli Stati Uniti, a condividere informazioni riservate.

A conferma dell’opposizione della società civile e della politica anti-governativa, espressa in numerose manifestazioni nelle scorse settimane, un sondaggio dell’agenzia Kyodo ha dimostrato che l’82,3% degli intervistati vogliono una revisione o l’abrogazione della legge appena approvata, mentre il 70,8% ne traggono motivo preoccupazione. Sulla stessa scala sono altri sondaggi, sia sulla percezione della legge, sia sul gradimento attuale del premier e del suo esecutivo.


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