venerdì, dicembre 20, 2013
Sarà quasi raddoppiato l’esborso finanziario necessario alla bonifica della centrale atomica di Fukushima-1 ma anche ai compensi per le vittime.

Misna - La decisione, approvata durante la riunione odierna di gabinetto dedicata alla risposta all’emergenza nucleare, porta il finanziamento da 5000 a 9000 miliardi di yen (circa 87 miliardi di dollari) e mira ad accelerare il recupero dalla crisi provocata dall’avaria dei reattori della centrale parzialmente colpita dall’onda di tsunami l’11 marzo 2011.“Il Giappone non potrà rilanciarsi senza un recupero di Fukushima”,

ha affermato il premier Shinzo Abe durante l’incontro in ci ha anche rilevato come “la nostra missione è di aiutare la ricostruzione nel più breve tempo possibile dell’esistenza di oltre 100.000 evacuati”.

Per molti critici, la mossa del governo corrisponderebbe di fatto a un salvataggio della Tepco (Tokyo Electric Power Co), gestore dell’impianto a cui sono destinati molti dei fondi stanziati. Criticata per ritardi, inadempienze e, soprattutto, i vasti tentativi di copertura nella crisi, non sono in molti a volerne il salvataggio con il denaro dei contribuenti. Un sostegno che include anche la ripulitura dei suoli delle aree interessate dalla radioattività, separato dai 2500 miliardi di yen già previsti.

Tepco aveva espresso la necessità di ulteriori fondi per 1100 miliardi per costruire strutture di raccolta del suolo radioattivo e delle macerie interessati dalla decontaminazione. L’impianto di Fukushima-1, simbolo di un’emergenza radioattiva che sta segnando profondamente il Giappone e costringendo a un serio ripensamento sul suo nucleare a uso elettrico (i 50 reattori fornivano fino a due anni e mezzo fa il 30% dell’elettricità necessaria al paese) va verso la totale chiusura. Oltre al disarmo dei reattori 1, 2, 3 e 4, due giorni fa è stato deciso un simile provvedimento per quelli 5 e 6. Obiettivo di Tepco è di rendere l’intero impianto una divisione autonoma destinata allo smantellamento dei reattori e alla gestione dell’acqua contaminata dalle radiazioni. In pratica un incubo radioattivo da gestire per molti anni a venire, mentre avanza a rilento il piano di togliere dai reattori in crisi le barre di combustibile nucleare, in alcuni casi in parte fuse o prossime alla fusione, causa di un esteso inquinamento del suolo e delle acque.


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