Le truppe francesi, dopo il via libera dell’Onu, stanno già pattugliando oggi le strade di Bangui, capitale del Centrafrica, teatro ieri di violenti scontri costati la vita ad almeno 130 persone.
Radio Vaticana - Scopo della missione è quella di riportare la sicurezza nel Paese favorendo la transizione democratica e la distribuzione degli aiuti umanitari. Tra le vittime di ieri c’è anche il fratello di un sacerdote centrafricano, don Mathieu Bondobo, che attualmente opera nella parrocchia romana di San Timoteo. Ai nostri microfoni ha voluto inviare al suo Paese un messaggio di perdono e riconciliazione. Ascoltiamo la sua testimonianza. L’intervista è di Sergio Centofanti: ascolta
R. – La giornata di ieri è stata una giornata drammatica, non solo per la mia famiglia ma per tutto il Centrafrica, in particolare per la capitale, Bangui. Sin dalle prime ore della mattinata c’è stato un combattimento veramente violento intorno alla capitale e questo combattimento ha prodotto una vera carneficina. E’ una tragedia umana, perché tantissime persone hanno trovato la morte, e tra queste persone c’è mio fratello e noi portiamo ancora questo dolore nel cuore.
D. – Proprio ieri, l’Onu dava il via libera all’intervento delle truppe francesi in Centrafrica …
R. – Il popolo del Centrafrica stava aspettando questo intervento da molto, molto tempo: dal colpo di Stato avvenuto il 24 marzo scorso, abbiamo levato il nostro grido per dire al mondo intero ciò che stava accadendo in Centrafrica. Questa Risoluzione dell’Onu è una via molto importante per arrivare alla pace nel Paese, perché dalla situazione che è venuta a crearsi in seguito al colpo di Stato sono originate gravi crisi umanitarie: tantissime persone hanno trovato la morte. L’Unione Africana con le sue truppe non è riuscita a portare la pace. Mancava, dunque, una forza internazionale da parte dell’Onu per riuscire a portare sotto controllo il Paese escludendo, magari, tutti i mercenari che hanno guadagnato potere nel Paese, che qui fanno quello che vogliono … Per questo, la Risoluzione dell’Onu che dà il via libera alla Francia per intervenire militarmente è un grande aiuto.
D. – Il Centrafrica si è sentito un po’ dimenticato dalla comunità internazionale?
R. – All’inizio sì. Ma il fatto che l’Onu abbia preso questa decisione significa che adesso il Centrafrica è sul tavolo dell’Onu; da questo momento in poi l’Onu, oltre a rimanere a livello dei discorsi, con questa Risoluzione ha dimostrato che può anche prendere decisioni. L’augurio è che quando ci sono queste gravi crisi umanitarie non si aspetti troppo perché, mentre si aspetta, sul terreno gli innocenti, la povera gente, i poveri civili muoiono come animali e questo veramente ci fa male. Abbiamo avuto, adesso, una dimostrazione di coraggio da parte dell’Onu, che si è resa conto della difficoltà e che ha deciso di dare il via libera all’intervento della Francia.
D. – Tanti morti, tante violenze, anche il pericolo di vendette … Tu hai avuto un fratello ucciso: è possibile perdonare? E’ possibile la riconciliazione, in mezzo a tanta violenza?
R. – Umanamente è una cosa molto difficile, se rimaniamo nell’ambito umano, nell’ambito anche razionale; però, allo stesso momento, io che vi sto parlando sono sacerdote e quindi cerco di vedere le vicende a livello spirituale, a livello della fede. In questo senso, io credo che il tempo liturgico dell’Avvento che stiamo vivendo aiuti molto noi cristiani: siamo in attesa della venuta di Nostro Signore, sappiamo che questa venuta ha varie dimensioni. C’è la venuta storica, che ricordiamo a Natale, c’è la venuta escatologica, ma c’è anche la venuta continua, permanente del Signore nella nostra vita. Il nome di “Emmanuele” dice questo: “Dio è con noi”, per dire che il cristiano in ogni momento della sua vita testimonia la sua fede, e questa fede è una Persona che si chiama Gesù Cristo. E’ lui la nostra pace. E quindi, in nome di questa fede, io perdono. Perdono coloro che hanno ucciso mio fratello e allo stesso momento prego per loro, per la loro conversione, che si convertano, che cessino di fare del male. Prima del giudizio di Dio …
Radio Vaticana - Scopo della missione è quella di riportare la sicurezza nel Paese favorendo la transizione democratica e la distribuzione degli aiuti umanitari. Tra le vittime di ieri c’è anche il fratello di un sacerdote centrafricano, don Mathieu Bondobo, che attualmente opera nella parrocchia romana di San Timoteo. Ai nostri microfoni ha voluto inviare al suo Paese un messaggio di perdono e riconciliazione. Ascoltiamo la sua testimonianza. L’intervista è di Sergio Centofanti: ascolta
R. – La giornata di ieri è stata una giornata drammatica, non solo per la mia famiglia ma per tutto il Centrafrica, in particolare per la capitale, Bangui. Sin dalle prime ore della mattinata c’è stato un combattimento veramente violento intorno alla capitale e questo combattimento ha prodotto una vera carneficina. E’ una tragedia umana, perché tantissime persone hanno trovato la morte, e tra queste persone c’è mio fratello e noi portiamo ancora questo dolore nel cuore.
D. – Proprio ieri, l’Onu dava il via libera all’intervento delle truppe francesi in Centrafrica …
R. – Il popolo del Centrafrica stava aspettando questo intervento da molto, molto tempo: dal colpo di Stato avvenuto il 24 marzo scorso, abbiamo levato il nostro grido per dire al mondo intero ciò che stava accadendo in Centrafrica. Questa Risoluzione dell’Onu è una via molto importante per arrivare alla pace nel Paese, perché dalla situazione che è venuta a crearsi in seguito al colpo di Stato sono originate gravi crisi umanitarie: tantissime persone hanno trovato la morte. L’Unione Africana con le sue truppe non è riuscita a portare la pace. Mancava, dunque, una forza internazionale da parte dell’Onu per riuscire a portare sotto controllo il Paese escludendo, magari, tutti i mercenari che hanno guadagnato potere nel Paese, che qui fanno quello che vogliono … Per questo, la Risoluzione dell’Onu che dà il via libera alla Francia per intervenire militarmente è un grande aiuto.
D. – Il Centrafrica si è sentito un po’ dimenticato dalla comunità internazionale?
R. – All’inizio sì. Ma il fatto che l’Onu abbia preso questa decisione significa che adesso il Centrafrica è sul tavolo dell’Onu; da questo momento in poi l’Onu, oltre a rimanere a livello dei discorsi, con questa Risoluzione ha dimostrato che può anche prendere decisioni. L’augurio è che quando ci sono queste gravi crisi umanitarie non si aspetti troppo perché, mentre si aspetta, sul terreno gli innocenti, la povera gente, i poveri civili muoiono come animali e questo veramente ci fa male. Abbiamo avuto, adesso, una dimostrazione di coraggio da parte dell’Onu, che si è resa conto della difficoltà e che ha deciso di dare il via libera all’intervento della Francia.
D. – Tanti morti, tante violenze, anche il pericolo di vendette … Tu hai avuto un fratello ucciso: è possibile perdonare? E’ possibile la riconciliazione, in mezzo a tanta violenza?
R. – Umanamente è una cosa molto difficile, se rimaniamo nell’ambito umano, nell’ambito anche razionale; però, allo stesso momento, io che vi sto parlando sono sacerdote e quindi cerco di vedere le vicende a livello spirituale, a livello della fede. In questo senso, io credo che il tempo liturgico dell’Avvento che stiamo vivendo aiuti molto noi cristiani: siamo in attesa della venuta di Nostro Signore, sappiamo che questa venuta ha varie dimensioni. C’è la venuta storica, che ricordiamo a Natale, c’è la venuta escatologica, ma c’è anche la venuta continua, permanente del Signore nella nostra vita. Il nome di “Emmanuele” dice questo: “Dio è con noi”, per dire che il cristiano in ogni momento della sua vita testimonia la sua fede, e questa fede è una Persona che si chiama Gesù Cristo. E’ lui la nostra pace. E quindi, in nome di questa fede, io perdono. Perdono coloro che hanno ucciso mio fratello e allo stesso momento prego per loro, per la loro conversione, che si convertano, che cessino di fare del male. Prima del giudizio di Dio …
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.