I ratti gettati dagli elicotteri col paracadute. Danni ecologici ed economici: i rettili provocano danni elettrici per milioni di dollari l’anno.
GreenReport - L’aviazione militare Usa ha bombardato l’isola di Guam con 2.000 topi morti impregnati di veleno nel tentativo di ridurre la popolazione di serpenti invasivi e di riportare questo “territorio statunitense non incorporato”, che ospita la più grande base militare Usa del Pacifico occidentale, ad un equilibrio ecologico. Negli ultimi anni l’invasione dei serpenti sull’isola ha raggiunto livelli insostenibili per la fauna autoctona, a preoccupare è soprattutto il Boiga irregularis, un serpente arboricolo che minaccia di estinzione praticamente tutte le specie di uccelli nidificanti a Guam. Inoltre gli scienziati temono che i terribili serpenti marroni che hanno invaso Guam si propaghino su altre isole, comprese le Hawaii, provocando un disastro ecologico di dimensioni impensabili. Da uno studio del 2010 del National Wildlife Research Center viene fuori che se questi serpenti arboricoli raggiungessero le Hawaii potrebbero causare tra i 593 milioni e i 2,14 miliardi dollari di danni, se fossero in grado di raggiungere la stessa densità di popolazione di Guam.
L’intervento della Air Force Usa si è reso necessario anche perché, oltre ai danni causati all’ambiente, l’invasione dei serpenti sta provocando anche ingenti perdite economiche: i rettili si infilano regolarmente nei cavi elettrici provocando blackout e i lavori di ripristino costano 4 milioni di dollari all’anno.
Il primo lancio di topi avvelenati i piloti degli elicotteri militari Usa lo hanno eseguito proprio nell’area intorno alla base militare di Andersen. Per evitare che i roditori avvelenati cadano al suolo e vengano mangiati da altri animali, ogni topo è stato munito di un piccolo paracadute destinato ad impigliarsi sui rami degli alberi, dove i serpenti li troveranno e se li mangeranno. L’intervento è stato progettato dal Wildlife Services del dipartimento dell’agricoltura Usa e Daniel Vice, assistant state director del dipartimento per le Hawaii, Guam e le isole del Pacifico, ha spiegato all’Abc: «Stiamo avviando una nuova fase. Non c’è davvero nessun altro posto al mondo che abbia un problema con i serpenti come Guam».
Infatti sull’isola ci sono circa 2 milioni i serpenti arboricoli marroni, circa 20 – 30 serpenti che infestano ogni ettaro dell’isola. I Boiga irregularis sono comparsi sull’isola dopo la seconda guerra mondiale, portati dagli stessi militari che ora cercano di contenerli, provenienti da altre zone del teatro di guerra del Pacifico che coincidevano con il loro areale originario: Indonesia, Nuova Guinea, Isole Salomone e nord dell’Australia. Ma a Guam serpenti hanno decimato la popolazione di uccelli autoctoni che non li riconoscevano come pericolo, cancellando quasi tutte le specie. La specie è notturna e molto aggressiva e non sono infrequenti attacchi agli esseri umani.
Secondo Robert Reed, il responsabile del progetto di ricerca brown snake dell’U.S. Geological Survey, «I serpenti stanno cambiando il volto di Guam. Se si cammina attraverso le foreste di Guam, si finisce completamente ricoperto di ragnatele perché senza uccelli, la popolazione di ragni e le loro prede sono esplose».
Per combattere l’invasione il Wildlife Services del dipartimento dell’agricoltura Usa prevede, dopo il test di Andersen, di paracadutare abbandonare topi morti avvelenati con l’acetaminofene su centinaia di ettari in tutta l’isola. Ai topi viene inoculata una dose di circa 80 mg di antidolorifico, che viene utilizzato anche in farmaci come Tylenol. Un dosaggio letale e per i serpenti, ma innocuo per l’uomo.
Se il bombardamento con topi avvelenati avrà successo e la popolazione di serpenti arboricoli marroni diminuirà, Reed è convinto che «Alcuni uccelli che si sono estinti in natura potrebbero essere riportati nelle giungle di Guam. Questo ci dà ottimismo. Si tratta di un nuovo strumento molto promettente che ci potremo permettere solo cercando di contenere i serpenti, per provare effettivamente a ripristinare questi ecosistemi. Abbiamo qualche speranza ed è un sollievo riaverne».
GreenReport - L’aviazione militare Usa ha bombardato l’isola di Guam con 2.000 topi morti impregnati di veleno nel tentativo di ridurre la popolazione di serpenti invasivi e di riportare questo “territorio statunitense non incorporato”, che ospita la più grande base militare Usa del Pacifico occidentale, ad un equilibrio ecologico. Negli ultimi anni l’invasione dei serpenti sull’isola ha raggiunto livelli insostenibili per la fauna autoctona, a preoccupare è soprattutto il Boiga irregularis, un serpente arboricolo che minaccia di estinzione praticamente tutte le specie di uccelli nidificanti a Guam. Inoltre gli scienziati temono che i terribili serpenti marroni che hanno invaso Guam si propaghino su altre isole, comprese le Hawaii, provocando un disastro ecologico di dimensioni impensabili. Da uno studio del 2010 del National Wildlife Research Center viene fuori che se questi serpenti arboricoli raggiungessero le Hawaii potrebbero causare tra i 593 milioni e i 2,14 miliardi dollari di danni, se fossero in grado di raggiungere la stessa densità di popolazione di Guam.
L’intervento della Air Force Usa si è reso necessario anche perché, oltre ai danni causati all’ambiente, l’invasione dei serpenti sta provocando anche ingenti perdite economiche: i rettili si infilano regolarmente nei cavi elettrici provocando blackout e i lavori di ripristino costano 4 milioni di dollari all’anno.
Il primo lancio di topi avvelenati i piloti degli elicotteri militari Usa lo hanno eseguito proprio nell’area intorno alla base militare di Andersen. Per evitare che i roditori avvelenati cadano al suolo e vengano mangiati da altri animali, ogni topo è stato munito di un piccolo paracadute destinato ad impigliarsi sui rami degli alberi, dove i serpenti li troveranno e se li mangeranno. L’intervento è stato progettato dal Wildlife Services del dipartimento dell’agricoltura Usa e Daniel Vice, assistant state director del dipartimento per le Hawaii, Guam e le isole del Pacifico, ha spiegato all’Abc: «Stiamo avviando una nuova fase. Non c’è davvero nessun altro posto al mondo che abbia un problema con i serpenti come Guam».
Infatti sull’isola ci sono circa 2 milioni i serpenti arboricoli marroni, circa 20 – 30 serpenti che infestano ogni ettaro dell’isola. I Boiga irregularis sono comparsi sull’isola dopo la seconda guerra mondiale, portati dagli stessi militari che ora cercano di contenerli, provenienti da altre zone del teatro di guerra del Pacifico che coincidevano con il loro areale originario: Indonesia, Nuova Guinea, Isole Salomone e nord dell’Australia. Ma a Guam serpenti hanno decimato la popolazione di uccelli autoctoni che non li riconoscevano come pericolo, cancellando quasi tutte le specie. La specie è notturna e molto aggressiva e non sono infrequenti attacchi agli esseri umani.
Secondo Robert Reed, il responsabile del progetto di ricerca brown snake dell’U.S. Geological Survey, «I serpenti stanno cambiando il volto di Guam. Se si cammina attraverso le foreste di Guam, si finisce completamente ricoperto di ragnatele perché senza uccelli, la popolazione di ragni e le loro prede sono esplose».
Per combattere l’invasione il Wildlife Services del dipartimento dell’agricoltura Usa prevede, dopo il test di Andersen, di paracadutare abbandonare topi morti avvelenati con l’acetaminofene su centinaia di ettari in tutta l’isola. Ai topi viene inoculata una dose di circa 80 mg di antidolorifico, che viene utilizzato anche in farmaci come Tylenol. Un dosaggio letale e per i serpenti, ma innocuo per l’uomo.
Se il bombardamento con topi avvelenati avrà successo e la popolazione di serpenti arboricoli marroni diminuirà, Reed è convinto che «Alcuni uccelli che si sono estinti in natura potrebbero essere riportati nelle giungle di Guam. Questo ci dà ottimismo. Si tratta di un nuovo strumento molto promettente che ci potremo permettere solo cercando di contenere i serpenti, per provare effettivamente a ripristinare questi ecosistemi. Abbiamo qualche speranza ed è un sollievo riaverne».
di
Umberto Mazzantini
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