La notizia giunge inaspettata e coglie di sorpresa i telespettatori del servzio pubblico che da anni apprezzano il simpatico giornalista corrispondente da Londra.
«Avevo ancora due anni e mezzo di lavoro davanti a me ed ho per questo rifiutato la proposta di andare via con incentivo - spiega Caprarica -. Prima la Rai mi ha mandato un auditing, che non ha trovato e non poteva trovare niente. Poi mi ha inviato in data 7 ottobre una lettera di contestazioni di violazioni di regole burocratiche interne, come ad esempio la mancanza di una procura negoziale per potere assumere collaboratori».
«Tale potere - sostiene Caprarica - è comunque implicito nella nomina di corrispondente capo, nessuno mi ha mai chiesto la procura e se fosse effettivamente servita avrebbe dovuta darmela l'azienda. Poi mi hanno contestato la mancanza di una gara europea per la scelta dei collaboratori. A Londra non abbiamo dipendenti fissi ma solo collaboratori esterni, che lavorano lì da 30 anni e ho già trovato quando sono arrivato. Eppure la Rai di Gubitosi contesta a me di non aver fatto la gara. E la stessa situazione c'è a Berlino e in altre sedi e nessuno ha mai dato indicazioni in questo senso». «Senza nemmeno aspettare una mia risposta - dice ancora il giornalista -, mi ha convocato il dg, dicendomi che se fossi andato via il procedimento disciplinare sarebbe decaduto. Io ho risposto che dalla Rai sarei uscito solo a testa alta e, a quanto mi risultava, l'azienda aveva già contattato un collega a cui aveva offerto la sede di Londra, cosa che il dg non ha potuto negare».
«Il 14 novembre - racconta ancora - ho prodotto le mie difese comprese la registrazione delle parole del direttore del personale che nel contestarmi la lettera aveva ammesso che alcuni di quegli addebiti erano risibili e pretestuosi. La reazione della Rai il 21 novembre è stata inviarmi un'altra lettera di addebito. E, negandomi il diritto alla difesa, la direzione del personale mi ha inviato due lettere consecutive, invitandomi ad astenermi dalla gestione amministrativa della sede, di fatto esautorandomi dalle mie funzioni».
«Non ci vuole un'intelligenza particolare per capire che non c'è stato nessun tribunale equanime nei miei confronti - prosegue Caprarica -. Anche il cda, da me tenuto al corrente, non ha dato segni di vita. D'altronde l'8 novembre il dg ha tenuto a sottolineare che la materia era di sua esclusiva competenza. Infine la Rai mi ha proposto alcuni mesi di ferie pagate prima di andare via, cosa che ho rifiutato perchè non si sprecano così i soldi dei dipendenti». «Ho deciso quindi di andar via per giusta causa per consentire che sia un tribunale vero a giudicare - prosegue Caprarica -. Provo un'infinita amarezza di fronte al vertice di un'azienda, a cui ho dato la vita, che non ha alcun rispetto per il suo passato, nè per il capitale umano di cui cerca brutalmente di disfarsi».
«Tale potere - sostiene Caprarica - è comunque implicito nella nomina di corrispondente capo, nessuno mi ha mai chiesto la procura e se fosse effettivamente servita avrebbe dovuta darmela l'azienda. Poi mi hanno contestato la mancanza di una gara europea per la scelta dei collaboratori. A Londra non abbiamo dipendenti fissi ma solo collaboratori esterni, che lavorano lì da 30 anni e ho già trovato quando sono arrivato. Eppure la Rai di Gubitosi contesta a me di non aver fatto la gara. E la stessa situazione c'è a Berlino e in altre sedi e nessuno ha mai dato indicazioni in questo senso». «Senza nemmeno aspettare una mia risposta - dice ancora il giornalista -, mi ha convocato il dg, dicendomi che se fossi andato via il procedimento disciplinare sarebbe decaduto. Io ho risposto che dalla Rai sarei uscito solo a testa alta e, a quanto mi risultava, l'azienda aveva già contattato un collega a cui aveva offerto la sede di Londra, cosa che il dg non ha potuto negare».
«Il 14 novembre - racconta ancora - ho prodotto le mie difese comprese la registrazione delle parole del direttore del personale che nel contestarmi la lettera aveva ammesso che alcuni di quegli addebiti erano risibili e pretestuosi. La reazione della Rai il 21 novembre è stata inviarmi un'altra lettera di addebito. E, negandomi il diritto alla difesa, la direzione del personale mi ha inviato due lettere consecutive, invitandomi ad astenermi dalla gestione amministrativa della sede, di fatto esautorandomi dalle mie funzioni».
«Non ci vuole un'intelligenza particolare per capire che non c'è stato nessun tribunale equanime nei miei confronti - prosegue Caprarica -. Anche il cda, da me tenuto al corrente, non ha dato segni di vita. D'altronde l'8 novembre il dg ha tenuto a sottolineare che la materia era di sua esclusiva competenza. Infine la Rai mi ha proposto alcuni mesi di ferie pagate prima di andare via, cosa che ho rifiutato perchè non si sprecano così i soldi dei dipendenti». «Ho deciso quindi di andar via per giusta causa per consentire che sia un tribunale vero a giudicare - prosegue Caprarica -. Provo un'infinita amarezza di fronte al vertice di un'azienda, a cui ho dato la vita, che non ha alcun rispetto per il suo passato, nè per il capitale umano di cui cerca brutalmente di disfarsi».
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Sono presenti 6 commenti
Sono solidale con Caprarica, a cui riconosco professionalita' e cultura, qualita'molto ricercate. Oltre ad un'educazione e galanteria ormai in via di estinzione!!! La rai si dovrebbe vergognare per i provvedimenti ,peraltro pretestuosi,adottati nei confronti di chi, come Caprarica,ha dedicato una vita intera alla Rai ONESTAMENTE!!!!!!!! Cinzia Alfieri
Io, piccolo e insignificante, sono col Maestro Caprarica. I burocrati si distinguono ancora non comparendo in prima persona e con argomenti risibili.
Caprarica sei del 1948 come me. Ero a Londra negli anni 67, 68, 69. Bei tempi.Ora sono in pensione. Caprarica versati i contributi che mancano oer gli elementi anagrafici e contributivi per la pensione e togli il dusturbo da questi burocrati schizzati. Caprarica : ho la tua eta' in pensione. Sono di buona salute: Madagascar, Caraibi,Cuba, Tailandia, Mozambico Canada.... Caprarica una vera pacchia Lascia perdere le cause di lavoro. Dimissioni e porta via il belino come diciamo noi genovesi. Torni un giovanottello.
Giornalisti e dipendenti RAI, nonché direttori e vicedirettori, consiglieri, societa' di consulenza create ad hoc.....un esercito di privilegiati.........
Capranica non ti devi lamentare perché a Londra hai fatto la pacchia e sicuramente avrai messo da parte , magari sempre all'estero, un bel gruzzoletto di sterline.
Non c'è da meravigliarsi quando un'azienda si vende ai capibastone politicanti! Auguri a Caprarica!
La Rai è sempre di più la "nobile decaduta" tv di stato..
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