Un’ondata di profughi senza precedenti entro un anno.
RadioVaticana - E’ la previsione delle Nazioni Unite per la Siria: entro la fine del 2014 dagli attuali oltre 2 milioni, si passerà a più di 4 milioni di persone che si riverseranno in Libano, Giordania, Turchia, Iraq ed Egitto. Un dramma umano che si somma al quotidiano bilancio delle vittime delle violenze, mentre cresce la preoccupazione per la sorte di duemila cristiani tenuti sotto scacco da miliziani qaedisti nella zona di Idlib. Il servizio di Gabriella Ceraso:
"Il 2013 e' stato l'anno in cui il conflitto in Siria ha raggiunto livelli inimmaginabili. La conferenza Ginevra 2 del prossimo 22 gennaio deve rappresentare l'inizio del processo di pace e tutte le parti devono contribuire al suo successo con gesti concreti". Così il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, durante il suo tradizionale discorso di fine anno, ieri, al Palazzo di Vetro. Ban ha chiesto il cessate il fuoco e un pieno accesso umanitario per la popolazione stremata. A questo proposito è importante , ha aggiunto, una risposta positiva all'appello di 6,5 miliardi di dollari di fondi per il 2014, "il maggiore nella storia delle Nazioni Unite”. Tanto servirà per 23 milioni di siriani tra cui, i rifugiati saliranno a 4 milioni entro il 2014. C’è inoltre, secondo l'Onu, il dramma dell’insicurezza alimentare per metà della popolazione mentre il freddo sta mietendo decine di vittime nella valle della Bekaa. La violenza fa il resto: sale a più di 80 morti il bilancio dei raid governativi su Aleppo, 28 erano bambini. Ieri stesso scenario al sud del Paese: con almeno 10 vittime, mentre resta molto preoccupante la situazione dei duemila cristiani intrappolati da qaedisti nel loro villaggio di Kanaye: rischiano di essere massacrati se non si convertiranno all'Islam o se non abbandoneranno le proprie case.
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