domenica, dicembre 29, 2013
All'Angelus papa Francesco paragona la fuga in Egitto alla "condizione drammatica dei profughi" e gli "esiliati" nascosti, come gli anziani. "Dio è là dove l'uomo soffre". "Permesso, grazie, scusi", le tre parole chiave per costruire la pace in famiglia. La preghiera a Gesù, Maria e Giuseppe in preparazione al Concistoro e al Sinodo sulla famiglia. Il collegamento con Nazareth, Loreto e Barcellona.

Asianews - La festa della Santa Famiglia - che ricorre nella domenica fra Natale e Capodanno - per papa Francesco è stata l'occasione per ricordare i disagi della famiglie di profughi che fuggono dalle guerre, ma anche per sottolineare il valore della famiglia come unione di un padre e di una madre. Insieme ai profughi, all'Angelus il papa ha ricordato il Sinodo del prossimo ottobre proprio dedicato al tema della famiglia, e ha recitato e consegnato a tutti una preghiera in preparazione ad esso. Prendendo spunto dal Vangelo di oggi, che racconta la fuga in Egitto della Santa Famiglia (Matteo 2,13-15.19-23), Francesco ha detto: "Giuseppe, Maria e Gesù sperimentano la condizione drammatica dei profughi, segnata da paura, incertezza, disagi (cfr Matteo 2,13-15.19-23). Purtroppo, ai nostri giorni, milioni di famiglie possono riconoscersi in questa triste realtà. Quasi ogni giorno la televisione e i giornali danno notizie di profughi che fuggono dalla fame, dalla guerra, da altri pericoli gravi, alla ricerca di sicurezza e di una vita dignitosa per sé e per le proprie famiglie. In terre lontane, anche quando trovano lavoro, non sempre i profughi e gli immigrati incontrano accoglienza vera, rispetto, apprezzamento dei valori di cui sono portatori. Le loro legittime aspettative si scontrano con situazioni complesse e difficoltà che sembrano a volte insuperabili. Perciò, mentre fissiamo lo sguardo sulla santa Famiglia di Nazareth nel momento in cui è costretta a farsi profuga, pensiamo al dramma di quei migranti e rifugiati che sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento"

"Ma pensiamo - ha aggiunto - anche agli 'esiliati' che possono esserci all'interno delle famiglie stesse: gli anziani, per esempio, che a volte vengono trattati come presenze ingombranti. Molte volte penso che un segno per sapere come va una famiglia è vedere come si trattano in essa i bambini e gli anziani".

"Gesù - ha continuato - ha voluto appartenere ad una famiglia che ha sperimentato queste difficoltà, perché nessuno si senta escluso dalla vicinanza amorosa di Dio. La fuga in Egitto a causa delle minacce di Erode ci mostra che Dio è là dove l'uomo è in pericolo, là dove l'uomo soffre, là dove scappa, dove sperimenta il rifiuto e l'abbandono; ma è anche là dove l'uomo sogna, spera di tornare in patria nella libertà, progetta e sceglie per la vita e la dignità sua e dei suoi familiari".

E prima di iniziare la preghiera mariana, ha detto: "Quest'oggi il nostro sguardo sulla santa Famiglia si lascia attirare anche dalla semplicità̀ della vita che essa conduce a Nazareth. E' un esempio che fa tanto bene alle nostre famiglie, le aiuta a diventare sempre più comunità di amore e di riconciliazione, in cui si sperimenta la tenerezza, l'aiuto vicendevole, il perdono reciproco". E a braccio ha aggiunto: "Ricordiamo le tre parole chiavi per vivere bene in famiglia: Permesso, grazie, scusa. Quando in una famiglia non si è invadenti, si dice permesso. Quando in una famiglia non si è egoisti... si dice grazie. Quando in una famiglia uno sbaglia, si dice scusi. Diciamo tutti insieme: Permesso, grazie, scusi". E la folla ha ripetuto.

"Vorrei anche - ha concluso - incoraggiare le famiglie a prendere coscienza dell'importanza che hanno nella Chiesa e nella società̀. L'annuncio del Vangelo, infatti, passa anzitutto attraverso le famiglie, per poi raggiungere i diversi ambiti della vita quotidiana. Invochiamo con fervore Maria Santissima, la Madre di Gesù̀ e Madre nostra, e san Giuseppe, suo sposo. Chiediamo a loro di illuminare, di confortare, di guidare ogni famiglia del mondo, perché possa compiere con dignità̀ e serenità la missione che Dio le ha affidato". Dopo la preghiera dell'Angelus, davanti alle decine di migliaia di fedeli radunati nella piazza san Pietro, papa Francesco ha ricordato che "il prossimo Concistoro e il prossimo Sinodo dei Vescovi affronterà̀ il tema della famiglia, e la fase preparatoria è già iniziata da tempo. Per questo oggi, festa della Santa Famiglia, desidero affidare a Gesù, Maria e Giuseppe questo lavoro sinodale, pregando per le famiglie di tutto il mondo".

E ha invitato tutti a unirsi nella preghiera che ha recitato:
Gesù, Maria e Giuseppe,
in voi contempliamo
lo splendore dell'amore vero, a voi con fiducia ci rivolgiamo.


Santa Famiglia di Nazareth,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche.


Santa Famiglia di Nazareth,
mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione.


Santa Famiglia di Nazareth,
il prossimo Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio.


Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.

Egli ha poi aggiunto: "Rivolgo un saluto speciale ai fedeli che sono collegati con noi da Nazareth, Basilica dell'Annunciazione, dove si è recato il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi; da Barcellona, Basilica della Sagrada Familia, dove è andato il Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia; da Loreto, Basilica Santuario della Santa Casa. E lo estendo a quelli radunati in varie parti del mondo per altre celebrazioni che vedono protagoniste le famiglie, come quella di Madrid". Alla fine Francesco ha salutato "tutti i pellegrini qui presenti, soprattutto le famiglie".

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