Nel 2010 gli Stati europei hanno convenuto di arrestare la perdita di biodiversita’ in agricoltura a livello di azienda agricola nell’Ue entro il 2020. Così l’Unione ha assunto impegni nel quadro della convenzione sulla diversità biologica e si è impegnata a rispettarli nella strategia dell’Ue sulla biodiversità, adottata nel 2011.
GreenReport - Adesso con la relazione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo “Risorse genetiche in agricoltura — dalla conservazione all’uso sostenibile” la Commissione illustra le opportunità che derivano dalla biodiversità in agricoltura, «il cui potenziale può essere utilizzato per affrontare le diverse sfide e opportunità sul piano economico e ambientale cui fa riferimento la strategia Europa 2020».
Attraverso la relazione la Commissione ribadisce la necessità di conservare e utilizzare in maniera sostenibile le risorse genetiche e garantire che di questo obiettivo si tenga adeguatamente conto nello sviluppo di politiche e programmi come la politica di sviluppo sociale e il programma “Orizzonte 2020”.
La politica di sviluppo rurale, attraverso le relative misure agroambientali, individua pratiche agricole idonee, e attraverso il partenariato europeo per l’innovazione, cerca di integrare le esigenze della prassi con le attività di ricerca e cerca di promuovere l’interazione tra i soggetti coinvolti. Le misure agroambientali, che rientrano nella politica di sviluppo rurale, offrono agli Stati membri la possibilità di individuare pratiche agricole idonee per la conservazione delle risorse genetiche nell’azienda agricola. Tali misure prevedono la possibilità di indennizzare gli agricoltori per i costi supplementari e la perdita di reddito derivanti da attività di conservazione volte a preservare piante coltivate a rischio di erosione genetica e razze animali minacciate di abbandono.
Il programma quadro per la ricerca e innovazione “Orizzonte 2020″, proposto per il periodo di bilancio 2014-2020, invece pone in risalto la sicurezza alimentare sostenibile, con particolare riferimento alle attività orientate alla pratica, tra cui la ricerca nel campo delle risorse genetiche in agricoltura e i connessi investimenti. Il programma inoltre contempla azioni dirette a incentivare la diversità delle risorse genetiche promuovendone i potenziali prodotti finali, ovvero prodotti diversificati e di alta qualità. Tali azioni comportano attività di ricerca riguardanti la fornitura di alimenti sani e sicuri, lo sviluppo di un comparto agroalimentare.
Quindi in conformità agli impegni assunti nell’ambito della strategia per la biodiversità, facilitando e integrando la transizione dalle attività di ricerca e conservazione all’uso sostenibile nelle aziende agricole l’Unione mette in atto un processo strategico volto a invertire la perdita di biodiversità in agricoltura. Creando un quadro equilibrato, l’Unione promuove un conseguente cambio di orientamento politico in cui incoraggia le parti interessate ad adoperarsi per la conservazione delle risorse genetiche, le incoraggia ad andare oltre la conservazione e le incoraggia a passare all’uso attivo e sostenibile delle medesime.
Per fare della conservazione delle risorse genetiche un elemento vincente all’interno della politica di sviluppo rurale e della politica di ricerca e innovazione occorre intervenire a tutti i livelli – livello europeo, statale e regionale – e serve un impegno deciso delle parti interessate e la loro partecipazione attiva.
Inoltre l’attuazione di un approccio olistico e di più ampio respiro in materia di risorse genetiche in agricoltura contribuirebbe considerevolmente a rafforzare la sostenibilità e la redditività economica dei vari sistemi agricoli e dell’intera catena alimentare.
Integrità di esperti scientifici di chiara fama quando si tratta di problemi che potrebbero danneggiare l’industria dei combustibili fossili. E si è circondato di una buona compagnia di creazionisti ed eco-scettici che spesso mettono in discussione le basi stesse della scienza. In una recente Commissione politiche climatiche del Congresso il 77% dei repubblicani ha rifiutato di accettare che il global warming di origine antropica sia un problema. Lo stesso Smith ha criticato «L’idea del global warming prodotto dall’Uomo».
Poco dopo essere stato eletto presidente dello Science Committee in gennaio, l’autonominatosi “champion of science” ha fissato una sessione della Commissione proprio per mettere in discussione il del cambiamento climatico di origine antropica, anche se il 97% degli scienziati è in disaccordo con lui.
Il perché di questa ostilità del repubblicano che crede negli alieni verso la scienza climatica la si può capire meglio spulciando la lista dei suoi finanziatori.
ThinkProgres ha scoperto che Smith ha dichiarato di aver ricevuto 10.000 dollari dai famigerati fratelli Koch, ma che soprattutto ha ricevuto più 500.000 dollari in donazioni per la sua campagna elettorale delle industrie del petrolio e del gas, una lobby che già dal 2009 Smith sostiene ad ogni costo, anche con attacchi ai media accusati di esse «Fortemente pendenti a favore degli allarmisti del global warming».
Così per gli ecoscettici, i negazionisti climatici e gli anti-evoluzionisti è più facile credere ai lontanissimi alieni che vivono su altri pianeti che al cambiamento climatico e all’evoluzione delle specie che hanno sotto il naso.
GreenReport - Adesso con la relazione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo “Risorse genetiche in agricoltura — dalla conservazione all’uso sostenibile” la Commissione illustra le opportunità che derivano dalla biodiversità in agricoltura, «il cui potenziale può essere utilizzato per affrontare le diverse sfide e opportunità sul piano economico e ambientale cui fa riferimento la strategia Europa 2020».
Attraverso la relazione la Commissione ribadisce la necessità di conservare e utilizzare in maniera sostenibile le risorse genetiche e garantire che di questo obiettivo si tenga adeguatamente conto nello sviluppo di politiche e programmi come la politica di sviluppo sociale e il programma “Orizzonte 2020”.
La politica di sviluppo rurale, attraverso le relative misure agroambientali, individua pratiche agricole idonee, e attraverso il partenariato europeo per l’innovazione, cerca di integrare le esigenze della prassi con le attività di ricerca e cerca di promuovere l’interazione tra i soggetti coinvolti. Le misure agroambientali, che rientrano nella politica di sviluppo rurale, offrono agli Stati membri la possibilità di individuare pratiche agricole idonee per la conservazione delle risorse genetiche nell’azienda agricola. Tali misure prevedono la possibilità di indennizzare gli agricoltori per i costi supplementari e la perdita di reddito derivanti da attività di conservazione volte a preservare piante coltivate a rischio di erosione genetica e razze animali minacciate di abbandono.
Il programma quadro per la ricerca e innovazione “Orizzonte 2020″, proposto per il periodo di bilancio 2014-2020, invece pone in risalto la sicurezza alimentare sostenibile, con particolare riferimento alle attività orientate alla pratica, tra cui la ricerca nel campo delle risorse genetiche in agricoltura e i connessi investimenti. Il programma inoltre contempla azioni dirette a incentivare la diversità delle risorse genetiche promuovendone i potenziali prodotti finali, ovvero prodotti diversificati e di alta qualità. Tali azioni comportano attività di ricerca riguardanti la fornitura di alimenti sani e sicuri, lo sviluppo di un comparto agroalimentare.
Quindi in conformità agli impegni assunti nell’ambito della strategia per la biodiversità, facilitando e integrando la transizione dalle attività di ricerca e conservazione all’uso sostenibile nelle aziende agricole l’Unione mette in atto un processo strategico volto a invertire la perdita di biodiversità in agricoltura. Creando un quadro equilibrato, l’Unione promuove un conseguente cambio di orientamento politico in cui incoraggia le parti interessate ad adoperarsi per la conservazione delle risorse genetiche, le incoraggia ad andare oltre la conservazione e le incoraggia a passare all’uso attivo e sostenibile delle medesime.
Per fare della conservazione delle risorse genetiche un elemento vincente all’interno della politica di sviluppo rurale e della politica di ricerca e innovazione occorre intervenire a tutti i livelli – livello europeo, statale e regionale – e serve un impegno deciso delle parti interessate e la loro partecipazione attiva.
Inoltre l’attuazione di un approccio olistico e di più ampio respiro in materia di risorse genetiche in agricoltura contribuirebbe considerevolmente a rafforzare la sostenibilità e la redditività economica dei vari sistemi agricoli e dell’intera catena alimentare.
Integrità di esperti scientifici di chiara fama quando si tratta di problemi che potrebbero danneggiare l’industria dei combustibili fossili. E si è circondato di una buona compagnia di creazionisti ed eco-scettici che spesso mettono in discussione le basi stesse della scienza. In una recente Commissione politiche climatiche del Congresso il 77% dei repubblicani ha rifiutato di accettare che il global warming di origine antropica sia un problema. Lo stesso Smith ha criticato «L’idea del global warming prodotto dall’Uomo».
Poco dopo essere stato eletto presidente dello Science Committee in gennaio, l’autonominatosi “champion of science” ha fissato una sessione della Commissione proprio per mettere in discussione il del cambiamento climatico di origine antropica, anche se il 97% degli scienziati è in disaccordo con lui.
Il perché di questa ostilità del repubblicano che crede negli alieni verso la scienza climatica la si può capire meglio spulciando la lista dei suoi finanziatori.
ThinkProgres ha scoperto che Smith ha dichiarato di aver ricevuto 10.000 dollari dai famigerati fratelli Koch, ma che soprattutto ha ricevuto più 500.000 dollari in donazioni per la sua campagna elettorale delle industrie del petrolio e del gas, una lobby che già dal 2009 Smith sostiene ad ogni costo, anche con attacchi ai media accusati di esse «Fortemente pendenti a favore degli allarmisti del global warming».
Così per gli ecoscettici, i negazionisti climatici e gli anti-evoluzionisti è più facile credere ai lontanissimi alieni che vivono su altri pianeti che al cambiamento climatico e all’evoluzione delle specie che hanno sotto il naso.
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