Una coalizione internazionale chiede il divieto preventivo delle armi totalmente autonome. Ma USA, Israele, Russia e Cina le stanno già sviluppando. Pronte per il 2030.
Londra (Nena News) - Lo scorso aprile a Londra, una coalizione internazionale ha lanciato la campagna "Stop killer robots", con l'obiettivo di porre un divieto preventivo all'uso di armi totalmente autonome. I robot killer sono macchine in grado di selezionare l'obiettivo ed attaccare senza alcun intervento umano. Stati Uniti, Israele, Cina, Russia, Corea del Sud e Regno Unito stanno già sviluppando queste armi autonome. Nel recente incontro di Ginevra, tenutosi lo scorso 15 novembre e a cui hanno partecipato gli Stati parte della Convenzione sulle armi convenzionali, si è deciso per la prossima primavera un incontro che potrebbe portare alla formulazione di un nuovo protocollo che sancisca il divieto all'uso di armi totalmente autonome, vincolante per gli Stati che rientrano nella Convenzione.
Anche Human Rights Watch, con la pubblicazione del rapporto Losing Humanity, ha spiegato cosa implicherebbe l'uso di queste armi, che definisce "strong artificial intelligence, progettate per sostituire ed imitare il pensiero umano. Mancano però le qualità umane necessarie per soddisfare le norme del diritto internazionale umanitario". Anche l'Onu, durante una recente sessione del Consiglio dei Diritti Umani, ha affermato che "l'uso di macchine totalmente autonome, non potrà mai incontrare gli standard del diritto umanitario". L'Onu, nella persona di Christof Heyns, chiede, in sinergia con la coalizione internazionale, di bandire preventivamente questo genere di armi.
Secondo la nota dell'organizzazione internazionale "eliminando il coinvolgimento umano nella decisione di usare forza letale nei conflitti armati, i robot killer non garantirebbero un'adeguata protezione dei civili". L'organizzazione per i diritti umani spiega che i robot non sono controllati dalle emozioni umane e dalla capacità di compassione, che può essere un elemento importante, nel momento in cui ci si trovi ad uccidere persone. Il rapporto spiega in quale modo queste armi possano essere usate come strumenti repressivi da dittatori che cercano di soffocare la voce del proprio popolo, senza neanche scomodare truppe di esseri umani, che potrebbero ad un certo punto voler cambiare schieramento.
E se è vero che un robot "non può stuprare", di certo non può neanche "provare empatia verso un essere umano, capacità che talvolta rende riluttante il pensiero di danneggiare un individuo". Inoltre fabbricare armi totalmente autonome aumenta considerevolmente le spese, già esorbitanti, in armamenti a discapito degli stanziamenti per la protezione dei civili e il mantenimento della pace.
Per promuovere l'iniziativa contro i robot killer ha fatto tappa in Italia Joody Williams, Premio Nobel per la pace nel 1997 e portavoce della Campagna: "Secondo l'articolo 26 della Carta delle Nazioni Unite - ha dichiarato in merito - c'è la possibilità di destinare parte del budget per le spese militari alla costruzione della Sicurezza attraverso azioni pacifiche, per soddisfare i bisogni che sono alla base dei conflitti armati. Il Consiglio di Sicurezza, ma non solo, ignora questo articolo".
Jody Williams ha avuto numerosi incontri con le istituzioni del nostro Paese, appuntamenti che sono serviti a rendere chiara l'urgenza d'azione in merito all'uso di queste nuove armi che cambierebbero totalmente l'aspetto della guerra. "Per me è inconcepibile - ha dichiarato la storica attivista - che un essere umano abbia dato ad una macchina il pieno potere di uccidere".
La campagna chiede anche l'adozione, da parte degli esperti di robotica, di un codice etico che preveda la possibilità di non fabbricare armi totalmente autonome. Anche l'ONU, attraverso l'appello del relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, si è espressa contraria all'uso di robot killer, chiedendo una moratoria nazionale sulle armi totalmente autonome. L'uso delle macchine assassine è previsto, secondo l'aeronautica militare americana, per il 2030.
Londra (Nena News) - Lo scorso aprile a Londra, una coalizione internazionale ha lanciato la campagna "Stop killer robots", con l'obiettivo di porre un divieto preventivo all'uso di armi totalmente autonome. I robot killer sono macchine in grado di selezionare l'obiettivo ed attaccare senza alcun intervento umano. Stati Uniti, Israele, Cina, Russia, Corea del Sud e Regno Unito stanno già sviluppando queste armi autonome. Nel recente incontro di Ginevra, tenutosi lo scorso 15 novembre e a cui hanno partecipato gli Stati parte della Convenzione sulle armi convenzionali, si è deciso per la prossima primavera un incontro che potrebbe portare alla formulazione di un nuovo protocollo che sancisca il divieto all'uso di armi totalmente autonome, vincolante per gli Stati che rientrano nella Convenzione.
Anche Human Rights Watch, con la pubblicazione del rapporto Losing Humanity, ha spiegato cosa implicherebbe l'uso di queste armi, che definisce "strong artificial intelligence, progettate per sostituire ed imitare il pensiero umano. Mancano però le qualità umane necessarie per soddisfare le norme del diritto internazionale umanitario". Anche l'Onu, durante una recente sessione del Consiglio dei Diritti Umani, ha affermato che "l'uso di macchine totalmente autonome, non potrà mai incontrare gli standard del diritto umanitario". L'Onu, nella persona di Christof Heyns, chiede, in sinergia con la coalizione internazionale, di bandire preventivamente questo genere di armi.
Secondo la nota dell'organizzazione internazionale "eliminando il coinvolgimento umano nella decisione di usare forza letale nei conflitti armati, i robot killer non garantirebbero un'adeguata protezione dei civili". L'organizzazione per i diritti umani spiega che i robot non sono controllati dalle emozioni umane e dalla capacità di compassione, che può essere un elemento importante, nel momento in cui ci si trovi ad uccidere persone. Il rapporto spiega in quale modo queste armi possano essere usate come strumenti repressivi da dittatori che cercano di soffocare la voce del proprio popolo, senza neanche scomodare truppe di esseri umani, che potrebbero ad un certo punto voler cambiare schieramento.
E se è vero che un robot "non può stuprare", di certo non può neanche "provare empatia verso un essere umano, capacità che talvolta rende riluttante il pensiero di danneggiare un individuo". Inoltre fabbricare armi totalmente autonome aumenta considerevolmente le spese, già esorbitanti, in armamenti a discapito degli stanziamenti per la protezione dei civili e il mantenimento della pace.
Per promuovere l'iniziativa contro i robot killer ha fatto tappa in Italia Joody Williams, Premio Nobel per la pace nel 1997 e portavoce della Campagna: "Secondo l'articolo 26 della Carta delle Nazioni Unite - ha dichiarato in merito - c'è la possibilità di destinare parte del budget per le spese militari alla costruzione della Sicurezza attraverso azioni pacifiche, per soddisfare i bisogni che sono alla base dei conflitti armati. Il Consiglio di Sicurezza, ma non solo, ignora questo articolo".
Jody Williams ha avuto numerosi incontri con le istituzioni del nostro Paese, appuntamenti che sono serviti a rendere chiara l'urgenza d'azione in merito all'uso di queste nuove armi che cambierebbero totalmente l'aspetto della guerra. "Per me è inconcepibile - ha dichiarato la storica attivista - che un essere umano abbia dato ad una macchina il pieno potere di uccidere".
La campagna chiede anche l'adozione, da parte degli esperti di robotica, di un codice etico che preveda la possibilità di non fabbricare armi totalmente autonome. Anche l'ONU, attraverso l'appello del relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, si è espressa contraria all'uso di robot killer, chiedendo una moratoria nazionale sulle armi totalmente autonome. L'uso delle macchine assassine è previsto, secondo l'aeronautica militare americana, per il 2030.
di Eleonora Pochi
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