mercoledì, dicembre 11, 2013
Il presidente ucraino, Viktor Ianukovich, ha promesso che le autorità di Kiev non ricorreranno più all'uso della forza contro i manifestanti filoeuropeisti.  

Radio Vaticana - Forti critiche si sono levate dalla comunità internazionale dopo che la polizia ucraina ieri aveva tentato di sgomberare Piazza Indipendenza a Kiev. Gli Stati Uniti stanno prendendo in considerazione ''tutte le opzioni politiche possibili, compresa quella delle sanzioni'': lo ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato americano. Al centro della protesta il mancato accordo di associazione con l’Unione Europea. Giuseppe D’Amato: ascolta

Ianukovich è pronto al dialogo con l’opposizione. Chiede, però, che questa rinunci a qualsiasi ultimatum e che si fermi la violenza. In precedenza anche il responsabile della Chiesa ortodossa – Patriarcato di Kiev, Filarete, aveva lanciato un invito ad una “moratoria sull’uso della forza” onde evitare la guerra civile. Le condanne internazionali al tentativo fallito della polizia di sgomberare stamane il Maidan sono state perentorie. Trenta sono i feriti, di cui 15 ricoverati. Il ministro degli Interni Zakharchenko si è giustificando, dicendo che si voleva semplicemente togliere le barricate. “Ripugnante” quello che è avvenuto è stato il commento del segretario di Stato Usa, Kerry. L’ex premier Timoshenko chiede alla comunità internazionale di imporre sanzioni contro le attuali autorità ucraine. Il capo della diplomazia Ue Ashton ha nuovamente incontrato Ianukovich, che gli avrebbe promesso una soluzione entro 24 ore. Il premier Azarov ha intanto calcolato in 20 miliardi di euro l’aiuto necessario per risolvere i problemi finanziari del Paese.

Della situazione, Giancarlo La Vella ha parlato con Fulvio Scaglione, vicedirettore di "Famiglia Cristiana": ascolta

R. – La questione dell’Ucraina non può essere risolta se non si accetta il fatto che comunque ci sia uno stretto rapporto economico, culturale, politico, storico tra l’Ucraina e Mosca. L’Ucraina dipende dalla Russia per tutti i suoi rifornimenti energetici, dipende dalla Russia per il 21, 22 per cento sia nell’export che nell’import, ha 1600 km di confine terrestre su 4600 totali con la Russia. C’è un rapporto che non può essere ignorato. Prima, i diversi protagonisti, si rendono conto di questa realtà ineludibile, e più facile sarà risolvere la questione. E’ innegabile, infatti, che l’Ucraina abbia un forte interesse comunque ad avvicinarsi all’Unione Europea.

D. – Da parte europea è allo studio un consistente aiuto a Kiev. In questo momento di difficoltà un po’ per tutti, com’è possibile dare una cifra del genere?

R. – Se verrà deciso questo stanziamento, significherà che la volontà politica di arrivare all’integrazione dell’Ucraina è superiore al peso dei problemi economici, che pure ci sono. Ed è realistico chiedersi se l’Unione Europea sia oggi economicamente e politicamente in grado di assumersi anche questo compito.

D. – Yanukovich sembrava voler raffreddare anche le tensioni della piazza, proprio quando invece la polizia ha fatto irruzione nella piazza Indipendenza. Secondo te, l’entourage che sostiene il presidente sembra non essere più aderente alle posizioni del capo dello Stato?

R. – E’ chiaro che quando si ha di fronte una protesta di piazza di quelle dimensioni è difficile prendere il provvedimento giusto. Non si può cedere per lasciare spazio agli estremismi ed anche comunque alla sola protesta, ma non si può nemmeno intervenire troppo duramente, in un caso come questo, dove comunque c’è un interesse di andare incontro all’Unione Europea. Che, quindi, l’entourage di Yanukovich sia spaccato non mi sorprende e lo trovo abbastanza naturale.


È presente 1 commento

mogol_gr ha detto...

La partita é un'altra la partita é "sono innocente lo giuro sulla testa dei miei figli".

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