Occhi puntati su Ginevra oggi per il primo faccia a faccia tra la delegazione del regime siriano di Assad e quella degli oppositori. Il mediatore di Onu e Lega Araba Lakhdar Brahimi parla di “grande occasione” per trovare una soluzione alla guerra che in tre anni ha causato almeno 120mila morti. Marina Calculli: ascolta
Radio Vaticana - Nessuno abbandonerà il negoziato: è fiducioso Lakhdar Brahimi, il delegato internazionale per la Siria, rimasto a porte chiuse per due giorni con i rappresentanti del regime e dell’opposizione. L’inizio dei negoziati di Ginevra era fissato per ieri, ma Brahimi confida che le due rappresentanze saranno in grado di riunirsi a partire da oggi. I punti su cui è possibile, o quanto meno realistico, trovare un compromesso restano tuttavia nebulosi. L’opposizione lancia un aut aut: il regime deve accettare le precondizioni di Ginevra 1, in altre parole Assad deve accettare la transizione politica. Un tasto dolentissimo, per cui già ieri Walid Muallem, ministro degli Esteri siriano, aveva minacciato di lasciare la città svizzera. Il primo ciclo di negoziati, che durerà tutta la settimana, riguarda la città di Homs, sotto assedio da ormai 600 giorni. Brahimi ha fatto appello anche alle delegazioni presenti alla Conferenza di Montreux, perché sostengano il negoziato. L’Arabia Saudita per ora ha chiesto una risoluzione Onu che legittimi il dispiegamento di una forza internazionale in Siria. Intanto, sul terreno, la situazione è drammatica nel campo palestinese di Yarmuk, dove 63 persone sono morte per mancanza di cibo e assistenza umanitaria.
Radio Vaticana - Nessuno abbandonerà il negoziato: è fiducioso Lakhdar Brahimi, il delegato internazionale per la Siria, rimasto a porte chiuse per due giorni con i rappresentanti del regime e dell’opposizione. L’inizio dei negoziati di Ginevra era fissato per ieri, ma Brahimi confida che le due rappresentanze saranno in grado di riunirsi a partire da oggi. I punti su cui è possibile, o quanto meno realistico, trovare un compromesso restano tuttavia nebulosi. L’opposizione lancia un aut aut: il regime deve accettare le precondizioni di Ginevra 1, in altre parole Assad deve accettare la transizione politica. Un tasto dolentissimo, per cui già ieri Walid Muallem, ministro degli Esteri siriano, aveva minacciato di lasciare la città svizzera. Il primo ciclo di negoziati, che durerà tutta la settimana, riguarda la città di Homs, sotto assedio da ormai 600 giorni. Brahimi ha fatto appello anche alle delegazioni presenti alla Conferenza di Montreux, perché sostengano il negoziato. L’Arabia Saudita per ora ha chiesto una risoluzione Onu che legittimi il dispiegamento di una forza internazionale in Siria. Intanto, sul terreno, la situazione è drammatica nel campo palestinese di Yarmuk, dove 63 persone sono morte per mancanza di cibo e assistenza umanitaria.
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