Il 2013 è stato l’anno record dei sequestri di stupefacenti in Italia. Oltre 63 tonnellate al quindici dicembre.
Liberainformazione - Tira ancora molto la cocaina, con circa 3,5 tonnellate intercettate dalle forze di polizia, tiene l’eroina con oltre 700 kg., ma il picco è della cannabis con più di 56 tonnellate sequestrate, di cui 34 di hashish. Si tratta di dati statistici aggiornati dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga che, se da un lato evidenziano un’azione di repressione sempre attenta, dall’altro mettono in evidenza un mercato illecito caratterizzato da una domanda ed offerta sempre molto alte. D’altronde, i profitti sono altissimi per le varie organizzazioni criminali che trattano la materia. E’ sufficiente esaminare i mercati, all’ingrosso e allo spaccio, delle diverse droghe nelle dodici “piazze” delle città particolarmente interessate dal fenomeno (Palermo, Reggio Calabria, Napoli, Bologna, Venezia, Firenze, Trieste, Torino, Roma, Genova, Milano e Verona), per ricavare la media dei prezzi (luglio 2013), tenendo presente che le oscillazioni dipendono dallo stato di purezza e dalla provenienza delle droghe. Abbiamo allora che un grammo o una dose di marjiuana va dai 7,9 ai 10 euro, l’hashish da 8,7 a 12,3 euro, l’eroina brown dai 35 ai 46 euro/g., quella bianca da 54 ai 69 euro/g., la cocaina dai 59 agli 83 euro/g., le amfetamine oscillano dai 15 ai 16 euro per dose unitaria. Qualche semplice moltiplicazione, con riferimento ai dati sopraindicati, può dare un’idea del fatturato sottratto ( ma si può tentare anche di fare una stima di quello totale) alla criminalità del narcotraffico.
C’è, poi, l’offerta in rete che è, allo stato, molto difficile da controllare. Sta di fatto che, secondo i risultati di uno studio fatto dall’Università Americana Carnegie Mellon, sui siti che trattano prodotti illegali, sono le droghe leggere quelle più commercializzate ( circa il 14%), seguite dalle sintetiche (il 5%) e, tra queste, il cannabinoide sintetico JWH0118, acronimo dal nome dell’inventore John W.Hufmann della Clemenson University) e il mefedrone ( contiene una sostanza simile a quella della pianta “catha edulis”). Attualmente la classe dei JWH rappresenta la tipologia di cannabinoidi sintetici più diffusa sul mercato internazionale, con un 44% degli spazi web allocati in territorio americano, un 20% in Inghilterra , Olanda, Germania e molti in Cina e nel Sud Est asiatico. Solo poco più dell’1% in Italia. Se, poi, uno vuole coltivare la cannabis in casa ( alcune decine di migliaia quelle sequestrate nel 2013) c’è l’imbarazzo della scelta in internet sugli accessori e le attrezzature, dai semi, agli impianti di illuminazione, dai fertilizzanti ai vari prodotti (filtri, pipe, cartine, vaporizzatori) che rafforzano gli effetti derivanti dall’assunzione di sostanze fumabili. Con i cannabinoidi sintetici gli acquisti spaziano da piccoli quantitativi (10 grammi) sino a diversi chilogrammi, con una sorprendente rapidità nella consegna (due o tre giorni). Prezzi stracciati e volume d’affari mensile “stupefacente”. Spedizioni puntuali con Dhl, Fedx, Air Mail. Pagamenti tramite Western Union e Money Gram, con la possibilità di poter utilizzare anche monete virtuali, come la bitcoin e sue imitazioni (Litecoin, Worldcoin, Namecoin, Gridcoin Zeuscoin) che non lasciano tracce e, comunque, che rendono difficilissima l’attività di repressione. Quanto alla riservatezza, la “merce” arriva a destinazione in confezioni anonime, senza etichette o altri indizi sul contenuto spedito. Insomma, in un periodo così lungo e drammatico per il nostro paese in tema di lavoro mancante, di povertà che cresce insieme alla disoccupazione giovanile, ci sono, quotidianamente, migliaia di persone, giovani e meno giovani, che ordinano e ricevono a domicilio droghe tradizionali o altre che ne mimano gli effetti alcune delle quali sono state inserite negli ultimi cinque anni nelle tabelle della legge sugli stupefacenti (grazie al Sistema Nazionale di Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe operativo presso il Dipartimento Politiche Antidroga). La “tabellazione” è un’attività importantissima che deve tener dietro, quanto più tempestivamente possibile, alla comparsa sul mercato illecito di sempre nuove molecole di sintesi con varianti anche modeste rispetto alla struttura chimica già nota e, quindi, da classificare. Ogni molecola ad effetto stupefacente può essere sintetizzata in centinaia di varianti della composizione chimica di partenza e l’obiettivo delle nuove combinazioni è, appunto, quello di eludere l’inserimento nelle tabelle di proibizione.
Da queste sintetiche considerazioni si può ben capire come nello specifico contesto, passare dal controllo degli spazi pubblici, fisici, alla rete dei rapporti virtuali, in un ambito internazionale molto disomogeneo anche dal punto di vista degli ordinamenti interni, non è cosa semplice.
di Piero Innocenti
Liberainformazione - Tira ancora molto la cocaina, con circa 3,5 tonnellate intercettate dalle forze di polizia, tiene l’eroina con oltre 700 kg., ma il picco è della cannabis con più di 56 tonnellate sequestrate, di cui 34 di hashish. Si tratta di dati statistici aggiornati dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga che, se da un lato evidenziano un’azione di repressione sempre attenta, dall’altro mettono in evidenza un mercato illecito caratterizzato da una domanda ed offerta sempre molto alte. D’altronde, i profitti sono altissimi per le varie organizzazioni criminali che trattano la materia. E’ sufficiente esaminare i mercati, all’ingrosso e allo spaccio, delle diverse droghe nelle dodici “piazze” delle città particolarmente interessate dal fenomeno (Palermo, Reggio Calabria, Napoli, Bologna, Venezia, Firenze, Trieste, Torino, Roma, Genova, Milano e Verona), per ricavare la media dei prezzi (luglio 2013), tenendo presente che le oscillazioni dipendono dallo stato di purezza e dalla provenienza delle droghe. Abbiamo allora che un grammo o una dose di marjiuana va dai 7,9 ai 10 euro, l’hashish da 8,7 a 12,3 euro, l’eroina brown dai 35 ai 46 euro/g., quella bianca da 54 ai 69 euro/g., la cocaina dai 59 agli 83 euro/g., le amfetamine oscillano dai 15 ai 16 euro per dose unitaria. Qualche semplice moltiplicazione, con riferimento ai dati sopraindicati, può dare un’idea del fatturato sottratto ( ma si può tentare anche di fare una stima di quello totale) alla criminalità del narcotraffico.
C’è, poi, l’offerta in rete che è, allo stato, molto difficile da controllare. Sta di fatto che, secondo i risultati di uno studio fatto dall’Università Americana Carnegie Mellon, sui siti che trattano prodotti illegali, sono le droghe leggere quelle più commercializzate ( circa il 14%), seguite dalle sintetiche (il 5%) e, tra queste, il cannabinoide sintetico JWH0118, acronimo dal nome dell’inventore John W.Hufmann della Clemenson University) e il mefedrone ( contiene una sostanza simile a quella della pianta “catha edulis”). Attualmente la classe dei JWH rappresenta la tipologia di cannabinoidi sintetici più diffusa sul mercato internazionale, con un 44% degli spazi web allocati in territorio americano, un 20% in Inghilterra , Olanda, Germania e molti in Cina e nel Sud Est asiatico. Solo poco più dell’1% in Italia. Se, poi, uno vuole coltivare la cannabis in casa ( alcune decine di migliaia quelle sequestrate nel 2013) c’è l’imbarazzo della scelta in internet sugli accessori e le attrezzature, dai semi, agli impianti di illuminazione, dai fertilizzanti ai vari prodotti (filtri, pipe, cartine, vaporizzatori) che rafforzano gli effetti derivanti dall’assunzione di sostanze fumabili. Con i cannabinoidi sintetici gli acquisti spaziano da piccoli quantitativi (10 grammi) sino a diversi chilogrammi, con una sorprendente rapidità nella consegna (due o tre giorni). Prezzi stracciati e volume d’affari mensile “stupefacente”. Spedizioni puntuali con Dhl, Fedx, Air Mail. Pagamenti tramite Western Union e Money Gram, con la possibilità di poter utilizzare anche monete virtuali, come la bitcoin e sue imitazioni (Litecoin, Worldcoin, Namecoin, Gridcoin Zeuscoin) che non lasciano tracce e, comunque, che rendono difficilissima l’attività di repressione. Quanto alla riservatezza, la “merce” arriva a destinazione in confezioni anonime, senza etichette o altri indizi sul contenuto spedito. Insomma, in un periodo così lungo e drammatico per il nostro paese in tema di lavoro mancante, di povertà che cresce insieme alla disoccupazione giovanile, ci sono, quotidianamente, migliaia di persone, giovani e meno giovani, che ordinano e ricevono a domicilio droghe tradizionali o altre che ne mimano gli effetti alcune delle quali sono state inserite negli ultimi cinque anni nelle tabelle della legge sugli stupefacenti (grazie al Sistema Nazionale di Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe operativo presso il Dipartimento Politiche Antidroga). La “tabellazione” è un’attività importantissima che deve tener dietro, quanto più tempestivamente possibile, alla comparsa sul mercato illecito di sempre nuove molecole di sintesi con varianti anche modeste rispetto alla struttura chimica già nota e, quindi, da classificare. Ogni molecola ad effetto stupefacente può essere sintetizzata in centinaia di varianti della composizione chimica di partenza e l’obiettivo delle nuove combinazioni è, appunto, quello di eludere l’inserimento nelle tabelle di proibizione.
Da queste sintetiche considerazioni si può ben capire come nello specifico contesto, passare dal controllo degli spazi pubblici, fisici, alla rete dei rapporti virtuali, in un ambito internazionale molto disomogeneo anche dal punto di vista degli ordinamenti interni, non è cosa semplice.
di Piero Innocenti
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Sono presenti 8 commenti
zali a palazzo
jack e gayyyyyyyy
jona e gayyyyyyyyyy
ciao
eeeeeeee
alah
mohamed
aladeen
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