L'antica contea tibetana, con abitazioni di legno vecchie di 12 secoli, è andata del tutto distrutta a causa di un incendio devastante. Le autorità si rimpallano le responsabilità per il costosissimo sistema di prevenzione (staccato) e si contraddicono sulle cause che hanno scatenato il fuoco.
Pechino (AsiaNews) - Il rogo che ha distrutto la parte centrale della contea Shangri-La (Yunnan) ha scatenato una ridda di polemiche fra le varie autorità locali, che non hanno ancora identificato la dinamica dell'accaduto. I funzionari si rimpallano anche la responsabilità per la disattivazione del costosissimo sistema anti-incendio, installato tre anni fa proprio per proteggere le case di legno che risalgono a 12 secoli fa. L'antica città tibetana di Gyalthang nello Yunnan - nota prima con il nome di Dukezong e poi ribattezzata ufficialmente Shangri-La nel 2001 dal governo cinese - fa parte della prefettura Deqen ed è una delle principali mete turistiche dell'intera Cina.
Si trova in un'area montana di grande bellezza e di cultura tibetana, molto più facile da raggiungere per i turisti soprattutto da quando il Tibet è stato di fatto blindato dalle autorità centrali.
Il rogo è divampato nella notte fra l'11 e il 12 gennaio: in circa 10 ore sono andate a fuoco quasi 300 case, e più di 2.500 persone si sono ritrovate senza un'abitazione. Al momento il governo sta fornendo tende e materiali di prima necessità, ma con l'inverno questo sostegno sembra quasi del tutto inutile. Difficile anche capire se e come la contea verrà ricostruita, dato che la maggior parte dei suoi introiti viene dal turismo collegato proprio con l'antichità delle strutture andate distrutte.
Le autorità non sanno neanche spiegare perché l'allarme anti-incendio fosse fuori uso. Il meccanismo, secondo alcune fonti, era stato bloccato per evitare che le condutture scoppiassero a causa delle temperature sotto lo zero. Il sistema è stato installato tre anni fa ed è costato 1,3 milioni di dollari.
Mistero anche sulle cause. Liu Qiusheng, vice governatore esecutivo della contea, sostiene che a dare il via alle fiamme sia stata la proprietaria di una pensione locale: una stufa elettrica, costruita con materiale scadente, avrebbe appiccato il fuoco alle tende e questo - in brevissimo tempo - sarebbe divenuto un rogo impossibile da bloccare. La donna, nativa di Shanghai, sarebbe stata arrestata e al momento si troverebbe sotto inchiesta.
La ricostruzione non è stata però riconfermata dalla polizia della prefettura di Deqen (da cui dipende Shangri-La): Qi Xiaodong, vice capo della pubblica sicurezza, ha dichiarato infatti che l'inchiesta è ancora in corso. Interrogato sulle dichiarazioni di Liu, ha risposto: "Noi confermiamo soltanto le nostre dichiarazioni".
Pechino (AsiaNews) - Il rogo che ha distrutto la parte centrale della contea Shangri-La (Yunnan) ha scatenato una ridda di polemiche fra le varie autorità locali, che non hanno ancora identificato la dinamica dell'accaduto. I funzionari si rimpallano anche la responsabilità per la disattivazione del costosissimo sistema anti-incendio, installato tre anni fa proprio per proteggere le case di legno che risalgono a 12 secoli fa. L'antica città tibetana di Gyalthang nello Yunnan - nota prima con il nome di Dukezong e poi ribattezzata ufficialmente Shangri-La nel 2001 dal governo cinese - fa parte della prefettura Deqen ed è una delle principali mete turistiche dell'intera Cina.
Si trova in un'area montana di grande bellezza e di cultura tibetana, molto più facile da raggiungere per i turisti soprattutto da quando il Tibet è stato di fatto blindato dalle autorità centrali.
Il rogo è divampato nella notte fra l'11 e il 12 gennaio: in circa 10 ore sono andate a fuoco quasi 300 case, e più di 2.500 persone si sono ritrovate senza un'abitazione. Al momento il governo sta fornendo tende e materiali di prima necessità, ma con l'inverno questo sostegno sembra quasi del tutto inutile. Difficile anche capire se e come la contea verrà ricostruita, dato che la maggior parte dei suoi introiti viene dal turismo collegato proprio con l'antichità delle strutture andate distrutte.
Le autorità non sanno neanche spiegare perché l'allarme anti-incendio fosse fuori uso. Il meccanismo, secondo alcune fonti, era stato bloccato per evitare che le condutture scoppiassero a causa delle temperature sotto lo zero. Il sistema è stato installato tre anni fa ed è costato 1,3 milioni di dollari.
Mistero anche sulle cause. Liu Qiusheng, vice governatore esecutivo della contea, sostiene che a dare il via alle fiamme sia stata la proprietaria di una pensione locale: una stufa elettrica, costruita con materiale scadente, avrebbe appiccato il fuoco alle tende e questo - in brevissimo tempo - sarebbe divenuto un rogo impossibile da bloccare. La donna, nativa di Shanghai, sarebbe stata arrestata e al momento si troverebbe sotto inchiesta.
La ricostruzione non è stata però riconfermata dalla polizia della prefettura di Deqen (da cui dipende Shangri-La): Qi Xiaodong, vice capo della pubblica sicurezza, ha dichiarato infatti che l'inchiesta è ancora in corso. Interrogato sulle dichiarazioni di Liu, ha risposto: "Noi confermiamo soltanto le nostre dichiarazioni".
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