giovedì, gennaio 23, 2014
Un stupro di gruppo ordinato come punizione da un consiglio di notabili locali. Una notizia che nell’immensa India dove la violenza contro le donne è un fenomeno sempre più diffuso, oppure solo meno nascosto, ha provocato una reazione forte e la richiesta di un intervento deciso.  

Misna - La Commissione per le donne del Bengala occidentale, che ha compito di consulenza governativa in questo stato dell’Est del paese, ha ordinato un’inchiesta per fare luce sull’episodio e individuare i colpevoli. Agendo in modo autonomo secondo i poteri di cui dispone, la commissione ha chiesto la pena più severa possibile. La reazione è proporzionata al crimine, non nuovo per la verità nelle aree rurali del paese, ma in questo caso uscito immediatamente allo scoperto per la denuncia della vittima.

Una 24enne indù di origini tribali, di cui si era sparsa la voce di una relazione con un uomo di una diversa comunità è stata condannata dal consiglio degli anziani (panchayat) del suo villaggio di Subalpur, nel distretto di Birbhumi a un’ammenda di 2000 rupie (circa euro). Data l’impossibilità della famiglia di pagare, secondo le testimonianze il capo-villaggio avrebbe ordinato la violenza.

Dopo avere sporto denuncia preso il posto di polizia più vicino, quello di Labhpur, la donna è stata trasportata nell’ospedale distrettuale di Suri, dove è ricoverata in gravi condizioni.

La polizia, agendo con insolita rapidità, ha accolto la denuncia e in base alla testimonianza ha fermato tutti i 13 presunti responsabili, inviati in detenzione cautelare per due settimane. da un tribunale locale

Il distretto di Birbhum, che si trova a circa 150 chilometri dalla capitale dello stato, Kolkata (Calcutta) non è nuovo a faide e violenze che hanno trovato spazio nei mass media. Il precedente più noto è quello di circa quattro anni fa, quando una giovane tribale venne costretta a sfilare nuda per una sua presunta relazione con un uomo giudicato non socialmente compatibile. Il fatto aveva provocato una forte reazione e in un certo senso aveva anticipato l’attenzione dei mezzi di comunicazione presente oggi in India a partire dalla violenza che il 16 dicembre 2012 ha colpito un’infermiera 23enne su un autobus pubblico della capitale. La morte successiva e le circostanze dello stupro hanno acceso un interesse mediatico che ha reso più evidente l’ampiezza e drammaticità di certi fenomeni, possibili anche per l’inattività della polizia, l’omertà delle comunità e la vergogna delle vittime a denunciare gli aggressori.


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