In un lungo comunicato la descrizione del lavoro svolto fino ad oggi. I destino dell'Istituto sarà deciso nei prossimi mesi.
Vatican Insider - Mentre emergono nuovi e inquietanti particolari su monsignor Nunzio Scarano, sui suoi traffici finanziari e sulle coperture di cui ha goduto, e mentre il Vaticano - un primo significativo effetto della svolta voluta da Papa Francesco - collabora pienamente con gli inquirenti «congelando» i conti sospetti su richiesta delle autorità italiane, l'Istituto per le Opere di Religione comunica i suoi passi in avanti verso la trasparenza.
«Oggi il Consiglio di Sovrintendenza dell'Istituto per le Opere di Religione ha ricevuto un rapporto sullo stato di avanzamento del processo, tuttora in corso, di riforma della compliance», si legge nella nota diffusa dall'ufficio stampa dello Ior (una delle novità volute dal presidente Ernst von Freyberg).
Il presidente afferma: «Abbiamo la grande responsabilità di essere in linea con gli standard elevati di cui, giustamente, ci si attende l'osservanza da parte nostra». E «sebbene ci sia ancora molto da fare in termini di implementazione, è indubbio che ci stiamo muovendo sulla strada giusta e che abbiamo compiuto progressi significativi».
Lo Ior informa che «nel primo trimestre del 2013, il Consiglio di Sovrintendenza e la Direzione dell'Istituto hanno deciso di esaminare scrupolosamente e di modificare l'assetto delle procedure relative alla lotta contro il riciclaggio del denaro (anti-money laundering, AML) nonché di migliorare la trasparenza». Per farlo, com'è noto, lo IOR «si è avvalso del supporto di operatori esterni». L'operazione è stata articolata in nove «filoni di intervento».
È stato rivisto e ampliato il manuale interno sulle procedure di contrasto al riciclaggio del denaro, la cui versione più recente è stata presentata all'AIF (l'Autorità di informazione finanziaria presieduta dal cardinale Attilio Nicora) alla fine del 2013. Lo Ior ha cominciato a prendere in considerazione «la verifica dell'identificazione delle fonti dei fondi, delle transazioni e del profilo completo di rischio dei clienti».
È iniziato il potenziamento dei sistemi informatici, per meglio monitorare le transazioni. «L'Istituto ha implementato un'applicazione basata sui dati dei clienti (“know your customer”) - siano essi persone fisiche o giuridiche – e un sistema automatizzato di rating interno dei clienti, entrambi ancora in fase di messa a punto».
È stato avviato un «esame sistematico» sui clienti dell'Istituto, «per individuare eventuali informazioni mancanti o incomplete». Alla fine del 2013, lo IOR aveva esaminato «approssimativamente il 55% di tutti i clienti (circa 10.000 record di dati clientela) e ha preso contatto con tutti i soggetti per i quali il database non era completo. Nell'ambito di questo processo, l'Istituto ha dato la precedenza ai clienti più grandi e attivi. Si prevede che l'intero processo durerà fino alla fine della prima metà del 2014». Sono state aggiornate le linee guida relative alle categorie di clienti, che sono: «istituzioni cattoliche, ecclesiastici, dipendenti o ex dipendenti dello Stato della Città del Vaticano titolari di conti per stipendi e pensioni nonché ambasciate e diplomatici accreditati presso la Santa Sede. Attualmente, le istituzioni rappresentano l'85 percento circa degli asset dello IOR». Le relazioni con i clienti che non rientrano nelle categorie stabilite «saranno chiuse sotto l'attenta supervisione dell'AIF. Si tratta di un processo operativo continuo, che non va confuso con la conclusione o la sospensione di rapporti con i clienti per sospetta violazione delle norme contro il riciclaggio del denaro. Queste ultime misure, infatti, sono e resteranno prerogativa esclusiva della supervisione e delle autorità giudiziali vaticane».
Oltre alla verifica dei dati, lo Ior, sempre grazie ad esperti esterni, ha condotto «un esame forense delle transazioni per vagliare quelle sospette e verificare l'accuratezza dell'elenco clienti Ior». Nel quadro di questa opera sono state eseguite «diverse indagini speciali su determinati conti e transazioni». Gli esiti sono stati riferiti al Consiglio di Sovrintendenza e, «dove necessario, alle autorità vaticane preposte alla vigilanza e all'applicazione della legge». Sul caso Scarano l'Istituto «ha ordinato un'indagine interna dettagliata sui fatti e sulle circostanze intorno ai conti in questione e ha presentato gli esiti alle autorità vaticane di competenza. I conti sono stati congelati dalle autorità vaticane».
Lo Ior ha «offerto a tutto il personale un piano obbligatorio di formazione generale e specialistica in materia di contrasto al riciclaggio del denaro», in modo da «assicurare l'assoluta osservanza da parte dello staff di tutti gli obblighi stabiliti nel manuale».
È stato nominato un «Chief Risk Officer a livello direttivo», il cui compito specifico è quello di concentrarsi nel riportare le informazioni all'AIF. «Alcuni degli effetti prodotti da tale ristrutturazione sono stati documentati nel Progress Report di Moneyval, pubblicato il 9 dicembre 2013».
Lo Ior intrattiene relazioni con circa 35 banche corrispondenti di tutto il mondo. «Grazie a questa rete è in grado di offrire servizi di pagamento globali, in particolare ai suoi clienti istituzionali (ordini religiosi ed entità della Chiesa), che detengono la più ampia parte del patrimonio depositato presso l'Istituto». Nel 2013 sono state istituite nuove relazioni con banche corrispondenti. Non tutto è ancora risolto, invece, con l'Italia: «In attesa che le autorità italiane di regolamentazione vaglino le norme contro il riciclaggio del denaro promulgate dalla Santa Sede/Stato della Città del Vaticano, lo Ior è pronto a riprendere le relazioni con le istituzioni finanziarie italiane».
Altre riforme portate avanti e descritte nel comunicato sono «l'ottimizzazione della gestione del rischio finanziario» e «miglioramenti in fatto di trasparenza». A questo proposito si segnala la pubblicazione del primo rapporto annuale, nell'ottobre scorso, e la messa in rete della pagina web dell'Istituto, oltre all'ufficio stampa. Infine si annuncia che lo Ior pubblicherà il suo nuovo rapporto annuale «intorno alla metà del 2014».
È evidente, dietro questo considerevole sforzo comunicativo, la volontà di dimostrare che si sta facendo sul serio per ciò che riguarda la trasparenza, ma anche la volontà di dimostrare che l'Istituto per le Opere di Religione è necessario al Vaticano e alla Chiesa tutta. Bisognerà attendere ancora qualche settimana, quando si concluderà il lavoro della commissione referente presieduta dal cardinale Raffaele Farina, e poi la riunione degli otto consiglieri di Papa Francesco, per cominciare a capire quale sarà il futuro della «banca vaticana».
Sull'aereo che lo riportava a Roma da Rio de Janeiro, lo scorso luglio, Papa Francesco aveva detto: «Io non so come finirà lo Ior; alcuni dicono che forse è meglio che sia una banca, altri che sia un fondo di aiuto; altri dicono, chiuderlo... Non saprei dirle come finirà questa storia... dobbiamo trovare il meglio. Ma, questo sì, le caratteristiche dello Ior – sia banca, sia fondo di aiuto, sia qualsiasi cosa - devono essere trasparenza e onestà».
di Andrea Tornielli
Vatican Insider - Mentre emergono nuovi e inquietanti particolari su monsignor Nunzio Scarano, sui suoi traffici finanziari e sulle coperture di cui ha goduto, e mentre il Vaticano - un primo significativo effetto della svolta voluta da Papa Francesco - collabora pienamente con gli inquirenti «congelando» i conti sospetti su richiesta delle autorità italiane, l'Istituto per le Opere di Religione comunica i suoi passi in avanti verso la trasparenza.
«Oggi il Consiglio di Sovrintendenza dell'Istituto per le Opere di Religione ha ricevuto un rapporto sullo stato di avanzamento del processo, tuttora in corso, di riforma della compliance», si legge nella nota diffusa dall'ufficio stampa dello Ior (una delle novità volute dal presidente Ernst von Freyberg).
Il presidente afferma: «Abbiamo la grande responsabilità di essere in linea con gli standard elevati di cui, giustamente, ci si attende l'osservanza da parte nostra». E «sebbene ci sia ancora molto da fare in termini di implementazione, è indubbio che ci stiamo muovendo sulla strada giusta e che abbiamo compiuto progressi significativi».
Lo Ior informa che «nel primo trimestre del 2013, il Consiglio di Sovrintendenza e la Direzione dell'Istituto hanno deciso di esaminare scrupolosamente e di modificare l'assetto delle procedure relative alla lotta contro il riciclaggio del denaro (anti-money laundering, AML) nonché di migliorare la trasparenza». Per farlo, com'è noto, lo IOR «si è avvalso del supporto di operatori esterni». L'operazione è stata articolata in nove «filoni di intervento».
È stato rivisto e ampliato il manuale interno sulle procedure di contrasto al riciclaggio del denaro, la cui versione più recente è stata presentata all'AIF (l'Autorità di informazione finanziaria presieduta dal cardinale Attilio Nicora) alla fine del 2013. Lo Ior ha cominciato a prendere in considerazione «la verifica dell'identificazione delle fonti dei fondi, delle transazioni e del profilo completo di rischio dei clienti».
È iniziato il potenziamento dei sistemi informatici, per meglio monitorare le transazioni. «L'Istituto ha implementato un'applicazione basata sui dati dei clienti (“know your customer”) - siano essi persone fisiche o giuridiche – e un sistema automatizzato di rating interno dei clienti, entrambi ancora in fase di messa a punto».
È stato avviato un «esame sistematico» sui clienti dell'Istituto, «per individuare eventuali informazioni mancanti o incomplete». Alla fine del 2013, lo IOR aveva esaminato «approssimativamente il 55% di tutti i clienti (circa 10.000 record di dati clientela) e ha preso contatto con tutti i soggetti per i quali il database non era completo. Nell'ambito di questo processo, l'Istituto ha dato la precedenza ai clienti più grandi e attivi. Si prevede che l'intero processo durerà fino alla fine della prima metà del 2014». Sono state aggiornate le linee guida relative alle categorie di clienti, che sono: «istituzioni cattoliche, ecclesiastici, dipendenti o ex dipendenti dello Stato della Città del Vaticano titolari di conti per stipendi e pensioni nonché ambasciate e diplomatici accreditati presso la Santa Sede. Attualmente, le istituzioni rappresentano l'85 percento circa degli asset dello IOR». Le relazioni con i clienti che non rientrano nelle categorie stabilite «saranno chiuse sotto l'attenta supervisione dell'AIF. Si tratta di un processo operativo continuo, che non va confuso con la conclusione o la sospensione di rapporti con i clienti per sospetta violazione delle norme contro il riciclaggio del denaro. Queste ultime misure, infatti, sono e resteranno prerogativa esclusiva della supervisione e delle autorità giudiziali vaticane».
Oltre alla verifica dei dati, lo Ior, sempre grazie ad esperti esterni, ha condotto «un esame forense delle transazioni per vagliare quelle sospette e verificare l'accuratezza dell'elenco clienti Ior». Nel quadro di questa opera sono state eseguite «diverse indagini speciali su determinati conti e transazioni». Gli esiti sono stati riferiti al Consiglio di Sovrintendenza e, «dove necessario, alle autorità vaticane preposte alla vigilanza e all'applicazione della legge». Sul caso Scarano l'Istituto «ha ordinato un'indagine interna dettagliata sui fatti e sulle circostanze intorno ai conti in questione e ha presentato gli esiti alle autorità vaticane di competenza. I conti sono stati congelati dalle autorità vaticane».
Lo Ior ha «offerto a tutto il personale un piano obbligatorio di formazione generale e specialistica in materia di contrasto al riciclaggio del denaro», in modo da «assicurare l'assoluta osservanza da parte dello staff di tutti gli obblighi stabiliti nel manuale».
È stato nominato un «Chief Risk Officer a livello direttivo», il cui compito specifico è quello di concentrarsi nel riportare le informazioni all'AIF. «Alcuni degli effetti prodotti da tale ristrutturazione sono stati documentati nel Progress Report di Moneyval, pubblicato il 9 dicembre 2013».
Lo Ior intrattiene relazioni con circa 35 banche corrispondenti di tutto il mondo. «Grazie a questa rete è in grado di offrire servizi di pagamento globali, in particolare ai suoi clienti istituzionali (ordini religiosi ed entità della Chiesa), che detengono la più ampia parte del patrimonio depositato presso l'Istituto». Nel 2013 sono state istituite nuove relazioni con banche corrispondenti. Non tutto è ancora risolto, invece, con l'Italia: «In attesa che le autorità italiane di regolamentazione vaglino le norme contro il riciclaggio del denaro promulgate dalla Santa Sede/Stato della Città del Vaticano, lo Ior è pronto a riprendere le relazioni con le istituzioni finanziarie italiane».
Altre riforme portate avanti e descritte nel comunicato sono «l'ottimizzazione della gestione del rischio finanziario» e «miglioramenti in fatto di trasparenza». A questo proposito si segnala la pubblicazione del primo rapporto annuale, nell'ottobre scorso, e la messa in rete della pagina web dell'Istituto, oltre all'ufficio stampa. Infine si annuncia che lo Ior pubblicherà il suo nuovo rapporto annuale «intorno alla metà del 2014».
È evidente, dietro questo considerevole sforzo comunicativo, la volontà di dimostrare che si sta facendo sul serio per ciò che riguarda la trasparenza, ma anche la volontà di dimostrare che l'Istituto per le Opere di Religione è necessario al Vaticano e alla Chiesa tutta. Bisognerà attendere ancora qualche settimana, quando si concluderà il lavoro della commissione referente presieduta dal cardinale Raffaele Farina, e poi la riunione degli otto consiglieri di Papa Francesco, per cominciare a capire quale sarà il futuro della «banca vaticana».
Sull'aereo che lo riportava a Roma da Rio de Janeiro, lo scorso luglio, Papa Francesco aveva detto: «Io non so come finirà lo Ior; alcuni dicono che forse è meglio che sia una banca, altri che sia un fondo di aiuto; altri dicono, chiuderlo... Non saprei dirle come finirà questa storia... dobbiamo trovare il meglio. Ma, questo sì, le caratteristiche dello Ior – sia banca, sia fondo di aiuto, sia qualsiasi cosa - devono essere trasparenza e onestà».
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