giovedì, gennaio 16, 2014
Il ministro degli Esteri Salman Khurshid ha espresso "imbarazzo" per il prolungarsi della vicenda, confermando all'emittente Ndtv che i due marò italiani "non sono terroristi". 

Il ministero dell'Interno indiano starebbe esaminando l'ipotesi di abbandonare, per la presentazione dei capi di accusa contro i due marò italiani, l'uso della legge antipirateria che prevede automaticamente la pena di morte. Lo riporta l'agenzia indiana Pti. Se confermato, si escluderebbe dal processo la Nia, la polizia antiterrorismo abilitata ad istruire processi su reati di gravità estrema regolati da durissime leggi che prevedono, che "chiunque provoca la morte (in mare) di un indiano è punibile con la morte".

L'Italia ha presentato ricorso alla Corte Suprema (che verrà esaminata lunedì) e invierà presto una delegazione parlamentare a New Delhi per mantenere ed accrescere la sua pressione sulle autorità locali al fine di ottenere una soluzione rapida ed equa della vicenda.


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