mercoledì, gennaio 15, 2014
Approvata la relazione dell’Europarlamentare Vittorio Prodi.Incentivi all’industria del riciclaggio e non per gli inceneritori. Stop alle discariche

Greenreport - «Con il voto di oggi, il Parlamento europeo chiede una svolta decisa rispetto alle pratiche fin qui largamente tollerate, in base alle quali il 79% dei nostri rifiuti plastici finisce nelle discariche o negli inceneritori invece di incentivare la nostra economia sotto forma di materiali secondari di scarto. Stiamo parlando di 20 milioni di tonnellate di materiale che non può essere gettato via». Sono parole di esultanza quelle di Vittorio Prodi al termine del voto all’Europarlamento: nella relazione approvata oggi dalla Plenaria di Starsburgo si chiede al Vecchio Continente un cambio di passo verso la rinnovabilità della materia.

Approvando il report, titolato Una strategia europea in materia di rifiuti di plastica nell’ambiente, il Parlamento invita la Commissione europea a presentare, entro il 2014, proposte per eliminare progressivamente – entro il 2020 – lo smaltimento in discarica dei rifiuti riciclabili e recuperabili, senza tuttavia incentivare l’incenerimento di questi rifiuti e proponendo di vietare in toto il conferimento in discarica della plastica riciclabile. Si chiede inoltre – precisano al Parlamento europeo – che i rifiuti di plastica non siano utilizzati per il recupero di energia, a meno che tutte le altre possibilità siano state esaurite.

Come proposto da Prodi, che della relazione è il relatore, il Parlamento ha anche chiesto di bandire – entro il 2020 – le sostanze pericolose usate nella produzione della plastica, come i metalli pesanti e le cosiddette plastiche oxo-degradabili che, appunto, non sono naturalmente degradabili e che contengono pericolose sostanze chimiche. Nel rapporto viene anche chiesto di ridurre drasticamente (anche in questo caso prima del 2020), e dove possibile di vietare, i sacchetti di plastica monouso: solo nel 2010 ne sono stati immessi sul mercato comunitario 95,5 miliardi. Circa il 40% dei rifiuti di plastica in Europa, precisa inoltre Prodi, proviene da imballaggi ed è quindi importante rivedere la normativa in materia, in un’ottica di economia circolare.

I deputati dell’Europarlamento sottolineano che il potenziale economico del riciclaggio di materie plastiche è ancora in gran parte non sfruttato e, attualmente, solo il 25 % dei rifiuti plastici sono riciclati; si tratta di una stima molto incerta a causa dei noti deficit sulla contabilità dei flussi di materia nei quali il nostro Paese è campione, ma la percentuale molto bassa è certamente indicativa (e probabilmente sottostimata). Se ben applicata, entro il 2020 la normativa UE sui rifiuti potrebbe portare a un risparmio di 72 miliardi di euro l’anno, incrementare il fatturato annuo dell’UE di 42 miliardi di euro nel settore della gestione e del riciclaggio dei rifiuti, nonché creare oltre 400.000 posti di lavoro.

Ma per raggiungere quest’obiettivo gli incentivi economici non bastano (anche se sono necessari). «Al contempo – spiega Vittorio Prodi – proponiamo da un lato di finanziare in via prioritaria le infrastrutture di riciclaggio rispetto allo smaltimento in discarica e all’incenerimento dei rifiuti, dall’altro di motivare e incentivare i cittadini e le imprese ad adottare il concetto di economia circolare». Un cambio di prospettiva nel settore implica inoltre «la necessità di formare i lavoratori e il Fondo sociale europeo può contribuire a soddisfare la richiesta di posti di lavoro sostenibili e di qualità in settori a bassa intensità di risorse».

«Il Parlamento – chiosa Prodi – rinnova oggi la richiesta dei cittadini di un ambiente sano e per una produzione e un consumo basati sul concetto di economia circolare». La politica deve ora mostrarsi all’altezza dei buoni propositi, e dalle parole attendiamo che si passi ai fatti, in Europa come in Italia. Di tempo, purtroppo, ne abbiamo perso già in abbondanza.


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