Le autorità sudcoreane hanno chiesto oggi a quelle del Nord di mantenere l’impegno a consentire l’incontro di membri di famiglie divise dal conflitto del 1950-53 e dall’armistizio.
Misna - Da giorni, Pyongyang tace e Seul teme che ancora una vota questo atto umanitario venga subordinato alle priorità del regime nordcoreano e alle manovre annuali avviati dalle sole forze armate del Sud e che precedono quelle congiunte con gli Usa a febbraio. “Le famiglie separate soffrirebbero meno se non ci fossero promesse che non possono essere mantenute”, ha spiegato oggi la portavoce del ministero sudcoreano per l’Unificazione, Park Soo-jin.
Ad aprire a una possibile riunificazione tra le famiglie era stato venerdì lo stesso Nord, ma alla proposta del Sud che l’evento si tenesse tra il 17 e il 21 febbraio presso l’area ricreativa nordcoreana sul monte Kumgang, Pyongyang non ha finora risposto.
Se si concretizzasse la riunione temporanea, come abituale un tempo, seppure a fasi alterne, si tratterebbe della ripresa di questa iniziativa dal 2010. Sono circa 71.000 , in buona parte ultraottantenni, i coreani separati dalla linea d’armistizio iscritti nelle apposite liste, di cui solo un centinaio sono selezionati ogni volta per l’incontro.
Un evento distensivo che potrebbe segnalare un nuovo clima dopo la crisi innescato a scorso anno dalla stessa richiesta in questo periodo di cancellare le manovre al Sud. Pyongyang ha già minacciato che quelle congiunte saranno considerate alla stregua di una minaccia nucleare e ad esse corrisponderà una uguale reazione. Seul ha segnalato una maggiore determinazione rispetto a altri anno chiarendo che ogni aggressione otterrà una risposta immediata e determinata.
Secondo diversi osservatori, però proprio perché alla fine di un anno di tensione particolarmente alta, non ci dovrebbe essere un inasprimento dei rapporti. “La Corea del Nord conferma il suo programma di armamento nucleare ma non ha lanciato finora alcuna nuova provocazione, quindi le manovre al Sud dovrebbero svolgersi come d’abitudine”, sostiene il professor Yoo Ho-yeol, della Korea University.
L’enfasi posta dal regime nordcoreano sulle proprie possibilità nucleari e la pressate richiesta alla cancellazione delle manovre al Sud sono atti di propaganda interna, da non sottovalutare, ma che non devono incentivare una ridotta vigilanza e un’azione di costante contenimento delle pretese del Nord. Il governo sudcoreano ha espresso anche oggi “disagio” per l’espansione del programma nucleare del Nord, a seguito di nuove informazioni condivise dai servizi di intelligence statunitensi. La riaccensione dell’impianto di Yongbyon per la produzione di plutonio e l’allargamento delle strutture per l’arricchimento di uranio sono fatti “molto seri e negativi”, è stato il commento del ministero dell’Unificazione, che ha chiesto a Pyongyang di mantenere le promesse di denuclearizzazione.
Misna - Da giorni, Pyongyang tace e Seul teme che ancora una vota questo atto umanitario venga subordinato alle priorità del regime nordcoreano e alle manovre annuali avviati dalle sole forze armate del Sud e che precedono quelle congiunte con gli Usa a febbraio. “Le famiglie separate soffrirebbero meno se non ci fossero promesse che non possono essere mantenute”, ha spiegato oggi la portavoce del ministero sudcoreano per l’Unificazione, Park Soo-jin.
Ad aprire a una possibile riunificazione tra le famiglie era stato venerdì lo stesso Nord, ma alla proposta del Sud che l’evento si tenesse tra il 17 e il 21 febbraio presso l’area ricreativa nordcoreana sul monte Kumgang, Pyongyang non ha finora risposto.
Se si concretizzasse la riunione temporanea, come abituale un tempo, seppure a fasi alterne, si tratterebbe della ripresa di questa iniziativa dal 2010. Sono circa 71.000 , in buona parte ultraottantenni, i coreani separati dalla linea d’armistizio iscritti nelle apposite liste, di cui solo un centinaio sono selezionati ogni volta per l’incontro.
Un evento distensivo che potrebbe segnalare un nuovo clima dopo la crisi innescato a scorso anno dalla stessa richiesta in questo periodo di cancellare le manovre al Sud. Pyongyang ha già minacciato che quelle congiunte saranno considerate alla stregua di una minaccia nucleare e ad esse corrisponderà una uguale reazione. Seul ha segnalato una maggiore determinazione rispetto a altri anno chiarendo che ogni aggressione otterrà una risposta immediata e determinata.
Secondo diversi osservatori, però proprio perché alla fine di un anno di tensione particolarmente alta, non ci dovrebbe essere un inasprimento dei rapporti. “La Corea del Nord conferma il suo programma di armamento nucleare ma non ha lanciato finora alcuna nuova provocazione, quindi le manovre al Sud dovrebbero svolgersi come d’abitudine”, sostiene il professor Yoo Ho-yeol, della Korea University.
L’enfasi posta dal regime nordcoreano sulle proprie possibilità nucleari e la pressate richiesta alla cancellazione delle manovre al Sud sono atti di propaganda interna, da non sottovalutare, ma che non devono incentivare una ridotta vigilanza e un’azione di costante contenimento delle pretese del Nord. Il governo sudcoreano ha espresso anche oggi “disagio” per l’espansione del programma nucleare del Nord, a seguito di nuove informazioni condivise dai servizi di intelligence statunitensi. La riaccensione dell’impianto di Yongbyon per la produzione di plutonio e l’allargamento delle strutture per l’arricchimento di uranio sono fatti “molto seri e negativi”, è stato il commento del ministero dell’Unificazione, che ha chiesto a Pyongyang di mantenere le promesse di denuclearizzazione.
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