giovedì, gennaio 16, 2014
Bangkok si è svegliata stamattina con una giornata insolitamente fresca nel clima e insieme tesa, dopo altri episodi di intimidazione condotti da ignoti verso i manifestanti accampati nei sette incroci strategici, nucleo del tentativo di impedire ogni attività di governo, e nei pressi dell’abitazione di un leader anti-governativo.

Misna - Subito è iniziato l’afflusso di manifestanti e gradualmente sono iniziati i blocchi delle maggiori vie di comunicazione. Previsti in giornata altri cortei verso ministeri, il dipartimento delle Imposte e altri luoghi designati come obiettivi dagli anti-governativi nel tentativo di forzare il governo alle dimissioni. Dimissioni rifiutate anche ieri dalla premier Yingluck Shinawatra alla fine di un incontro aperto a tutte le forze sociali ma con significative diserzioni, formalmente organizzato per discutere della data delle elezioni anticipate. Confermata quella del 2 febbraio, nella notte c’è stata l’immediata reazione della protesta: nessun compromesso, la protesta continua. Con essa anche quella che localmente è ormai definita “guerra d’usura”, aperta a molti scenari, anche di conflitto.

Oggi un leader dell’ala radicale delle Camicie Rosse, movimento filo-governativo a sua volta protagonista di una clamorosa occupazione del centro cittadino nel 2010 finito nel maggio di quell’anno con la repressione militare, ha comunicato che il suo gruppo da settimane sta occultando armi nella capitale, confermando quanto molti sostenevano o pensavano da tempo. Un elemento, associato al forte incremento della concessione di porti d’armi nella città negli ultimi quattro anni e ad alcune dichiarazioni bellicose da parte dei manifestanti, che di Bangkok (e del Sud) sono in buona parte originari, apre a uno scenario di conflitto che i limitati ma ormai continui attacchi notturni contro i centri della protesta potrebbero incentivare. A questo probabilmente collegati, dalla scorsa notte piccoli bunker sono stati approntati dai militari sui cammini sopraelevati nelle aree controllate dalla protesta, probabilmente uno sviluppo dell’impegno preso dal comandante dell’esercito generale Prayuth Chan-ocha di proteggere i bivacchi degli anti-governativi dalle aggressioni che potrebbero accendere reazioni e ulteriori violenze.

Intanto, mentre la polizia ha una presenza assai ridotta nelle aree interessate dalle manifestazioni, oggi il governo ha chiesto nuovamente l’arresto immediato di Suthep Thaugsuban e degli altri leader della protesta.


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