La Bta uno strumento per trasferire le merci su rotaia. Il potenziamento delle infrastrutture non garantisce il trasferimento delle merci.
GreenReport - Secondo Iniziativa delle Alpi, Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi (Cipra) e Die Grünen Österreichs (i Verdi austriaci), «dal punto di vista giuridico nessun ostacolo insormontabile si oppone all’introduzione della Borsa dei transiti alpini (Bta), purché ovviamente gli Stati alpini abbiano la volontà politica di farlo».
La Bta è uno strumento di gestione del traffico pesante. La Bta funziona così: le autorità politiche definiscono i limiti di traffico ammissibili per un singolo passo, mentre il resto verrebbe regolato dai meccanismi di mercato. Le corse ammissibili verrebbero messe giornalmente all’asta su Internet e solo chi può produrre un’autorizzazione di transito avrà il diritto di guidare il proprio autocarro attraverso i valichi alpini. Il prezzo di base per l’autorizzazione potrebbe quindi essere fissato ad un livello simile a quello del trasporto ferroviario. Non appena esso risulterà più elevato, il trasporto ferroviario guadagnerà in attrattività. Siccome la vendita all’asta avverrà su Internet, sarà accessibile a tutti e esente da discriminazioni.
Lo studio “Sulla compatibilità dell’introduzione di una Borsa dei transiti alpini con le disposizioni del diritto europeo” è stato condotto su incarico dell’Euroregione Tirol-Südtirol-Trentino da Astrid Epiney, direttrice dell’Istituto di diritto europeo dell’università di Friburgo, che afferma: «Se si auspica un trasferimento concreto del trasporto merci transalpino alla rotaia, diminuendo così realmente l’impatto sull’ambiente nelle regioni interessate, non ci sono soluzioni alternative che abbiano un’efficacia paragonabile a quella di una borsa dei transiti alpini». Ma Iniziativa delle Alpi, Cipra e Verdi austriaci sottolineano che «il presupposto per l’introduzione di questo efficiente strumento risulta essere la volontà politica degli Stati alpini. Giuridicamente si dovrebbe solo procedere a un adattamento dell’Accordo sui trasporti terrestri tra la Svizzera e l’Ue, che disciplina le relazioni di politiche dei trasporti tra Berna e Bruxelles. Una revisione di tale accordo è peraltro già prevista per i prossimi anni». Poi, con un evidente riferimento ad opere come la Tav Torino Lione, aggiungono: «Il potenziamento delle infrastrutture non garantisce il trasferimento delle merci».
Anche una ricerca dell’Ufficio federale dei trasporti pubblicata nel 2012 (“Ripercussioni dell’ultimazione di AlpTransit sul raggiungimento dell’obiettivo di trasferimento del traffico merci”) sull’efficacia della Nuova ferrovia transalpina (Nfta) per il trasferimento del traffico ha dimostrato che i tunnel di base da soli sono in grado di togliere dalla strada un numero di camion molto limitato. Inoltre, anche attualmente, i tunnel del Gottardo e del Lötschberg sono sfruttati solo per circa il 60% della loro capacità. A livello alpino quindi il problema del traffico di transito non viene risolto da nuove infrastrutture.
Fabio Pedrina, presidente dell’Iniziativa delle Alpi, ribadisce: «Una cosa è chiara, senza borsa dei transiti alpini non ci può essere trasferimento» e Claire Simon, direttrice della Cipra aggiunge: «Le regioni alpine e quelle situate attorno alle Alpi devono perciò assumere consapevolezza delle rispettive potenzialità e delle limitate capacità relative al traffico, sviluppare visioni e stabilire concreti criteri di qualità nonché obiettivi di riduzione».
La borsa dei transiti alpini, oltre a essere sostenuta dall’Iniziativa delle Alpi e dalla Cipra ha l’appoggio anche di politici e regioni: l’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino chiede da anni l’introduzione di una Bta. Nel nel 2011 le assemblee legislative riunite inviarono una mozione in tal senso al Governo italiano. Anche altre regioni di transito nelle Alpi, nel maggio 2012 nell’ambito del progetto iMonitraf, hanno avanzato la richiesta comune di introdurre uno strumento di gestione.
Georg Willi, responsabile per le politiche dei trasporti del gruppo parlamentare dei Verdi austriaci evidenzia che «spetta ora ai Governi degli Stati alpini dare una risposta alle richieste delle regioni alpine e rispettare la volontà della popolazione».
GreenReport - Secondo Iniziativa delle Alpi, Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi (Cipra) e Die Grünen Österreichs (i Verdi austriaci), «dal punto di vista giuridico nessun ostacolo insormontabile si oppone all’introduzione della Borsa dei transiti alpini (Bta), purché ovviamente gli Stati alpini abbiano la volontà politica di farlo».
La Bta è uno strumento di gestione del traffico pesante. La Bta funziona così: le autorità politiche definiscono i limiti di traffico ammissibili per un singolo passo, mentre il resto verrebbe regolato dai meccanismi di mercato. Le corse ammissibili verrebbero messe giornalmente all’asta su Internet e solo chi può produrre un’autorizzazione di transito avrà il diritto di guidare il proprio autocarro attraverso i valichi alpini. Il prezzo di base per l’autorizzazione potrebbe quindi essere fissato ad un livello simile a quello del trasporto ferroviario. Non appena esso risulterà più elevato, il trasporto ferroviario guadagnerà in attrattività. Siccome la vendita all’asta avverrà su Internet, sarà accessibile a tutti e esente da discriminazioni.
Lo studio “Sulla compatibilità dell’introduzione di una Borsa dei transiti alpini con le disposizioni del diritto europeo” è stato condotto su incarico dell’Euroregione Tirol-Südtirol-Trentino da Astrid Epiney, direttrice dell’Istituto di diritto europeo dell’università di Friburgo, che afferma: «Se si auspica un trasferimento concreto del trasporto merci transalpino alla rotaia, diminuendo così realmente l’impatto sull’ambiente nelle regioni interessate, non ci sono soluzioni alternative che abbiano un’efficacia paragonabile a quella di una borsa dei transiti alpini». Ma Iniziativa delle Alpi, Cipra e Verdi austriaci sottolineano che «il presupposto per l’introduzione di questo efficiente strumento risulta essere la volontà politica degli Stati alpini. Giuridicamente si dovrebbe solo procedere a un adattamento dell’Accordo sui trasporti terrestri tra la Svizzera e l’Ue, che disciplina le relazioni di politiche dei trasporti tra Berna e Bruxelles. Una revisione di tale accordo è peraltro già prevista per i prossimi anni». Poi, con un evidente riferimento ad opere come la Tav Torino Lione, aggiungono: «Il potenziamento delle infrastrutture non garantisce il trasferimento delle merci».
Anche una ricerca dell’Ufficio federale dei trasporti pubblicata nel 2012 (“Ripercussioni dell’ultimazione di AlpTransit sul raggiungimento dell’obiettivo di trasferimento del traffico merci”) sull’efficacia della Nuova ferrovia transalpina (Nfta) per il trasferimento del traffico ha dimostrato che i tunnel di base da soli sono in grado di togliere dalla strada un numero di camion molto limitato. Inoltre, anche attualmente, i tunnel del Gottardo e del Lötschberg sono sfruttati solo per circa il 60% della loro capacità. A livello alpino quindi il problema del traffico di transito non viene risolto da nuove infrastrutture.
Fabio Pedrina, presidente dell’Iniziativa delle Alpi, ribadisce: «Una cosa è chiara, senza borsa dei transiti alpini non ci può essere trasferimento» e Claire Simon, direttrice della Cipra aggiunge: «Le regioni alpine e quelle situate attorno alle Alpi devono perciò assumere consapevolezza delle rispettive potenzialità e delle limitate capacità relative al traffico, sviluppare visioni e stabilire concreti criteri di qualità nonché obiettivi di riduzione».
La borsa dei transiti alpini, oltre a essere sostenuta dall’Iniziativa delle Alpi e dalla Cipra ha l’appoggio anche di politici e regioni: l’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino chiede da anni l’introduzione di una Bta. Nel nel 2011 le assemblee legislative riunite inviarono una mozione in tal senso al Governo italiano. Anche altre regioni di transito nelle Alpi, nel maggio 2012 nell’ambito del progetto iMonitraf, hanno avanzato la richiesta comune di introdurre uno strumento di gestione.
Georg Willi, responsabile per le politiche dei trasporti del gruppo parlamentare dei Verdi austriaci evidenzia che «spetta ora ai Governi degli Stati alpini dare una risposta alle richieste delle regioni alpine e rispettare la volontà della popolazione».
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