Alla vigilia del terzo anniversario della rivoluzione, tre esplosioni hanno colpito la capitale: almeno cinque morti, decine i feriti. I Fratelli Musulmani in piazza.
NenaNews - Tre bombe hanno colpito oggi il centro della capitale egiziana, nell'arco di poche ore. La prima, un'autobomba, è esplosa vicino al quartier generale della polizia, provocando quattro morti e almeno 50 feriti. La seconda ha colpito un'altra zona centrale del Cairo, il distretto di Dokki, un morto e 15 feriti il bilancio attuale. La terza esplosione si è verificata pochi minuti fa, vicino alla stazione di polizia del quartiere di Talbeya a Giza, nella capitale. Per ora non ci sono notizie di vittime.
Testimoni e giornalisti sul posto raccontano di alte colonne di fumo e decine di ambulanze presenti sul posto. Nelle esplosioni danneggiati numerosi edifici circostanti, tra cui il museo dell'Arte Islamica e la sede di un tribunale. Il Ministero degli Interni ha subito ordinato l'intervento della sicurezza e dichiarato lo stato di allerta nelle strade principali della capitale e a Piazza Tahrir, mentre una folla di persone si è radunata nel luogo della prima esplosione cantando slogan contro la Fratellanza Musulmana.
Giornate di violenza quelle a cui l'Egitto sta assistendo nelle ultime ore: ieri cinque poliziotti sono stati uccisi da due uomini armati a bordo di motociclette al checkpoint della provincia di Beni Suef, a Sud del Cairo.
L'attacco giunge alla vigilia del terzo anniversario della rivoluzione egiziana che depose il presidente Mubarak nel 2011. Ad ora nessun gruppo ha rivendicato le due esplosioni, mentre stanno per cominciare le manifestazioni dei sostenitori dei Fratelli Musulmani nel Paese. Il gruppo islamista non intende fermare le proteste dopo lo scioglimento del movimento imposto dalle nuove autorità egiziane e il sì al referendum sulla nuova Costituzione.
La tensione è alta nel Paese, a seguito dei numerosi attacchi seguiti al colpo di Stato del 3 luglio. A rivendicarne una parte è stato il gruppo qaedista Ansar Beit al-Maqdis, che ha dichiarato di voler vendicare la deposizione del presidente Morsi e la caduta del regime dei Fratelli Musulmani.
NenaNews - Tre bombe hanno colpito oggi il centro della capitale egiziana, nell'arco di poche ore. La prima, un'autobomba, è esplosa vicino al quartier generale della polizia, provocando quattro morti e almeno 50 feriti. La seconda ha colpito un'altra zona centrale del Cairo, il distretto di Dokki, un morto e 15 feriti il bilancio attuale. La terza esplosione si è verificata pochi minuti fa, vicino alla stazione di polizia del quartiere di Talbeya a Giza, nella capitale. Per ora non ci sono notizie di vittime.
Testimoni e giornalisti sul posto raccontano di alte colonne di fumo e decine di ambulanze presenti sul posto. Nelle esplosioni danneggiati numerosi edifici circostanti, tra cui il museo dell'Arte Islamica e la sede di un tribunale. Il Ministero degli Interni ha subito ordinato l'intervento della sicurezza e dichiarato lo stato di allerta nelle strade principali della capitale e a Piazza Tahrir, mentre una folla di persone si è radunata nel luogo della prima esplosione cantando slogan contro la Fratellanza Musulmana.
Giornate di violenza quelle a cui l'Egitto sta assistendo nelle ultime ore: ieri cinque poliziotti sono stati uccisi da due uomini armati a bordo di motociclette al checkpoint della provincia di Beni Suef, a Sud del Cairo.
L'attacco giunge alla vigilia del terzo anniversario della rivoluzione egiziana che depose il presidente Mubarak nel 2011. Ad ora nessun gruppo ha rivendicato le due esplosioni, mentre stanno per cominciare le manifestazioni dei sostenitori dei Fratelli Musulmani nel Paese. Il gruppo islamista non intende fermare le proteste dopo lo scioglimento del movimento imposto dalle nuove autorità egiziane e il sì al referendum sulla nuova Costituzione.
La tensione è alta nel Paese, a seguito dei numerosi attacchi seguiti al colpo di Stato del 3 luglio. A rivendicarne una parte è stato il gruppo qaedista Ansar Beit al-Maqdis, che ha dichiarato di voler vendicare la deposizione del presidente Morsi e la caduta del regime dei Fratelli Musulmani.
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