"Illegittimità costituzionale". Conseguenze per 10mila detenuti
Roma (WSI) - La Corte Costituzionale ha bocciato la cosiddetta "legge Fini-Giovanardi" del 2006, che sul trattamento sanzionatorio in tema di sostanze stupefacenti aveva equiparato le droghe pesanti e quelle leggere. Nella camera di consiglio di oggi, si legge in una nota, la Consulta ha infatti "dichiarato l'illegittimità costituzionale - per violazione dell'art. 77, secondo comma, della Costituzione, che regola la procedura di conversione dei decreti-legge - degli artt. 4-bis e 4-vicies ter del dl 30 dicembre 2005, n. 272, come convertito con modificazioni dall'art. 1 della legge 21 febbraio 2006, n. 49 , così rimuovendo le modifiche apportate con le norme dichiarate illegittime agli articoli 73, 13 e 14 del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico in materia di stupefacenti)".
Con la decisione della Corte si torna alla normativa precedente, ovvero alla legge Iervolino-Vassalli, la 162/1990. In attesa del giudizio Stefano Anastasia, presidente della Società della Ragione, aveva spiegato che la bocciatura della Fini-Giovanardi avrebbe avuto conseguenze pressoché immediate su circa 10mila detenuti, perchè "gli arrestati per droghe leggere sono il 40% degli arrestati per reati in materia di stupefacenti".
(TMNews)
Roma (WSI) - La Corte Costituzionale ha bocciato la cosiddetta "legge Fini-Giovanardi" del 2006, che sul trattamento sanzionatorio in tema di sostanze stupefacenti aveva equiparato le droghe pesanti e quelle leggere. Nella camera di consiglio di oggi, si legge in una nota, la Consulta ha infatti "dichiarato l'illegittimità costituzionale - per violazione dell'art. 77, secondo comma, della Costituzione, che regola la procedura di conversione dei decreti-legge - degli artt. 4-bis e 4-vicies ter del dl 30 dicembre 2005, n. 272, come convertito con modificazioni dall'art. 1 della legge 21 febbraio 2006, n. 49 , così rimuovendo le modifiche apportate con le norme dichiarate illegittime agli articoli 73, 13 e 14 del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico in materia di stupefacenti)".
Con la decisione della Corte si torna alla normativa precedente, ovvero alla legge Iervolino-Vassalli, la 162/1990. In attesa del giudizio Stefano Anastasia, presidente della Società della Ragione, aveva spiegato che la bocciatura della Fini-Giovanardi avrebbe avuto conseguenze pressoché immediate su circa 10mila detenuti, perchè "gli arrestati per droghe leggere sono il 40% degli arrestati per reati in materia di stupefacenti".
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