Dal 14 febbraio anche i pannelli fotovoltaici rientrano tra le apparecchiature soggette agli obblighi di legge previsti dalla nuova direttiva sui Rifiuti elettrici ed elettronici (2012/19/CE) entrata in vigore nell’agosto 2012.
GreenReport - La Direttiva europea sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) aggiornata nel 2012, ha introdotto la scadenza del 14 febbraio 2014, entro la quale ogni Stato membro è tenuto a regolamentare il riciclo di apparecchiature elettriche ed elettroniche, compresi i pannelli fotovoltaici. L’Italia si sta adeguando ed è in fase di recepimento della direttiva con un disegno di legge che ha già ricevuto il parere favorevole da parte della Conferenza delle Regioni e che dovrebbe essere approvato nei termini stabiliti.
La nuova Direttiva introduce alcune modifiche e adeguamenti al sistema attuale di gestione, in particolare aumenta il target di raccolta che nel 2016 dovrà raggiungere il 45% del peso medio delle apparecchiature immesse sul mercato nei tre anni precedenti, e che diventerà il 65% nel 2019; ma soprattutto estende il campo di applicazione ai pannelli fotovoltaici.
I pannelli fotovoltaici, una volta giunti a fine vite, saranno dunque soggetti a tutti gli obblighi di raccolta e il riciclo già previsti per i rifiuti elettrici ed elettronici, compresa la responsabilità estesa del produttore nell’adempiere a questi obblighi.
Questo significa che i produttori di pannelli fotovoltaici –le persone fisiche o giuridiche che producono, vendono, rivendono o importano moduli FV in un Paese dell’UE- sono ora responsabili dello smaltimento e del riciclo dei pannelli fotovoltaici in tutti gli Stati membri nei quali operano, e tali obblighi possono differire significativamente da Paese a Paese.
Si tratta di uno dei cambiamenti più significativi nel settore fotovoltaico europeo degli ultimi anni, e qualora i produttori non abbiano ancora aderito ad un sistema volontario di raccolta e riciclo, sono obbligati ad aderirvi o comunque ad organizzare e finanziare la gestione dei rifiuti derivanti dai loro prodotti. L’unica differenza con gli altri produttori di RAAE sta nel fatto che i produttori di pannelli fotovoltaici, non dovranno sostenere una parte dei costi previsti per le altre tipologie di prodotti compresi nella normativa RAEE che al momento rappresentano un quantitativo maggiore da avviare al riciclo. Considerato che i moduli FV hanno una durata superiore ai 25 anni, il loro avvio al riciclo aumenterà significativamente solo tra dieci o venti anni, quando grandi quantità dei pannelli installati nell’ultimo decennio giungeranno a fine vita.
Rimangono invece tutte le altre responsabilità, che consistono nell’obbligo di registrarsi in tutti i Paesi UE nei quali sono considerate Produttori; comunicare periodicamente ai registri nazionali RAEE i moduli fotovoltaici venduti; organizzare e finanziare lo smaltimento dei rifiuti dei loro moduli FV –individualmente o mediante un sistema collettivo riconosciuto; informare i clienti finali delle modalità secondo le quali devono smaltire i loro moduli FV; informare gli impianti di trattamento e riciclaggio della composizione dei loro prodotti e del potenziale utilizzo di materiali pericolosi; contrassegnare i loro prodotti con il logo specifico per questa tipologia di prodotti (un bidone dei rifiuti su ruote barrato con una croce).
Nella maggior parte dei Paesi, i produttori dovranno inoltre aderire a sistemi di raccolta e riciclo riconosciuti dai governi nazionali per avere la possibilità di commercializzare o installare i propri moduli fotovoltaici.
GreenReport - La Direttiva europea sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) aggiornata nel 2012, ha introdotto la scadenza del 14 febbraio 2014, entro la quale ogni Stato membro è tenuto a regolamentare il riciclo di apparecchiature elettriche ed elettroniche, compresi i pannelli fotovoltaici. L’Italia si sta adeguando ed è in fase di recepimento della direttiva con un disegno di legge che ha già ricevuto il parere favorevole da parte della Conferenza delle Regioni e che dovrebbe essere approvato nei termini stabiliti.
La nuova Direttiva introduce alcune modifiche e adeguamenti al sistema attuale di gestione, in particolare aumenta il target di raccolta che nel 2016 dovrà raggiungere il 45% del peso medio delle apparecchiature immesse sul mercato nei tre anni precedenti, e che diventerà il 65% nel 2019; ma soprattutto estende il campo di applicazione ai pannelli fotovoltaici.
I pannelli fotovoltaici, una volta giunti a fine vite, saranno dunque soggetti a tutti gli obblighi di raccolta e il riciclo già previsti per i rifiuti elettrici ed elettronici, compresa la responsabilità estesa del produttore nell’adempiere a questi obblighi.
Questo significa che i produttori di pannelli fotovoltaici –le persone fisiche o giuridiche che producono, vendono, rivendono o importano moduli FV in un Paese dell’UE- sono ora responsabili dello smaltimento e del riciclo dei pannelli fotovoltaici in tutti gli Stati membri nei quali operano, e tali obblighi possono differire significativamente da Paese a Paese.
Si tratta di uno dei cambiamenti più significativi nel settore fotovoltaico europeo degli ultimi anni, e qualora i produttori non abbiano ancora aderito ad un sistema volontario di raccolta e riciclo, sono obbligati ad aderirvi o comunque ad organizzare e finanziare la gestione dei rifiuti derivanti dai loro prodotti. L’unica differenza con gli altri produttori di RAAE sta nel fatto che i produttori di pannelli fotovoltaici, non dovranno sostenere una parte dei costi previsti per le altre tipologie di prodotti compresi nella normativa RAEE che al momento rappresentano un quantitativo maggiore da avviare al riciclo. Considerato che i moduli FV hanno una durata superiore ai 25 anni, il loro avvio al riciclo aumenterà significativamente solo tra dieci o venti anni, quando grandi quantità dei pannelli installati nell’ultimo decennio giungeranno a fine vita.
Rimangono invece tutte le altre responsabilità, che consistono nell’obbligo di registrarsi in tutti i Paesi UE nei quali sono considerate Produttori; comunicare periodicamente ai registri nazionali RAEE i moduli fotovoltaici venduti; organizzare e finanziare lo smaltimento dei rifiuti dei loro moduli FV –individualmente o mediante un sistema collettivo riconosciuto; informare i clienti finali delle modalità secondo le quali devono smaltire i loro moduli FV; informare gli impianti di trattamento e riciclaggio della composizione dei loro prodotti e del potenziale utilizzo di materiali pericolosi; contrassegnare i loro prodotti con il logo specifico per questa tipologia di prodotti (un bidone dei rifiuti su ruote barrato con una croce).
Nella maggior parte dei Paesi, i produttori dovranno inoltre aderire a sistemi di raccolta e riciclo riconosciuti dai governi nazionali per avere la possibilità di commercializzare o installare i propri moduli fotovoltaici.
di
Lucia Venturi
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