martedì, febbraio 25, 2014
Netanyahu ha subito invitato il neo Presidente del Consiglio italiano in Israele. Il giornale Haaretz sottolinea che Renzi ritiene centrale in Medio Oriente la “questione Iran” e non quella palestinese e che si dichiarò contro il voto favorevole dell’Italia all’ingresso dello Stato di Palestina nell’Onu. 

di Michele Giorgio  

NenaNews - Il Presidente del Consiglio ed ex sindaco di Firenze Matteo Renzi oggi è alla prova del voto di fiducia al Senato ma ha già avviato contatti con i leader europei ed internazionali che guardano, con interessi diversi, al suo mandato. Tra questi c’è anche Benyamin Netanyahu. Ieri, subito dopo aver discusso con la cancelliera Angela Merkel del vertice italo-tedesco del 15 aprile, Renzi ha avuto una telefonata “molto cordiale”, così è stata descritta dal suo entourage, con il premier israeliano. Un colloquio che ha un significato ben superiore ai classici riti diplomatici legati alla nascita di un nuovo governo e alla nomina di un nuovo primo ministro. Oltre a congratularsi con Renzi per il suo nuovo incarico, Netanyahu ha prontamente invitato Renzi a Gerusalemme per un incontro bilaterale in tempi stretti. Entrambi hanno espresso la volonta’ di allargare i rapporti tra Italia e Israele, sia nel campo della cooperazione sia in quello delle tecnologie. L’Italia, ha detto Netanyahu, “svolge un ruolo importante a livello internazionale”, apprezzando il sostegno di Roma “contro il boicottaggio di Israele”.

Il Presidente del Consiglio italiano non ha mai fatto mistero di essere un fervente sostenitore di Israele mentre non si ricordano sue dichiarazioni critiche delle politiche di occupazione nei Territori o in appoggio ai diritti dei palestinesi. Piuttosto è noto per i forti dubbi che a fine novembre 2012 manifestò quando il presidente dell’Olp Mahmud Abbas (Abu Mazen) chiese (e ottenne) l’ammissione all’Onu della Palestina come stato non membro e per le critiche che lanciò al governo Monti che approvò la richiesta.

Una linea che Renzi ebbe modo di esprimere più volte nei giorni immediatamente precedenti al voto alle Nazioni Unite. «La sinistra italiana deve abituarsi a ridire che Israele ha il diritto di esistere, perchè troppo spesso c’è stato atteggiamento della sinistra anti-israeliano inconcepibile e insopportabile», dichiarò il 20 novembre a “Omnibus” sulla tv “La7” nel pieno dell’offensiva aerea israeliana “Colonna di Difesa” contro Gaza (circa 170 morti, tra i quali decine di civili). «Israele è un paese che è circondato da realtà che vogliono la sua distruzione, a partire dall’Iran», aggiunse.

Due giorni dopo, al termine dell’operazione militare contro Gaza, durante un collegamento telefonico con la “Maratona oratoria per Israele” in corso davanti a Montecitorio, Renzi proclamò «Firenze accompagna la vostra maratona e con il suo sindaco è orgogliosa di dirsi oggi amica di Israele». Il successivo 28 novembre, del corso della sfida tv con l’allora segretario del PD Bersani per le primarie del centrosinistra, Renzi disse di non essere «d’accordo sul fatto che la centralità di tutto sia il conflitto israelo-palestinese». Il problema, aggiunse, «è l’Iran e se non raccogliamo il grido di dolore dei ragazzi di quel Paese, se non risolviamo lì non risolviamo nemmeno la questione tra Israele e Palestina».

Parole che suscitarono preoccupazione tra palestinesi e arabi in Italia. «La linea del sindaco di Firenze è contraria a quella seguita sempre da un partito (PD) che appoggia l’aspirazione palestinese ad avere un proprio Stato accanto a quello di Israele», osservò Foad Aodi, presidente del Comai, il cartello che raccoglie le comunità del mondo arabo in Italia. «Una persona che vuole diventare premier di un Paese mediterraneo come può dichiarare che il popolo palestinese non ha nemmeno il diritto allo status di Paese osservatore dell’Onu? Con ciò dice no ai rapporti con tutto il mondo arabo, penalizzando l’economia, il commercio, i progetti futuri…Non abbiamo bisogno di un premier di questo tipo», aggiunse Aodi.

Un anno e mezzo dopo, contro gli auspici di Aodi, Renzi è diventato Presidente del Consiglio e non soprende il gradimento che questa novità ha riscosso nello Stato di Israele già abituato, negli ultimi anni, a considerare l’Italia sua stretta alleata in Europa. «Il nuovo primo ministro italiano sostiene Israele e vede l’Iran come la minaccia principale», ha scritto ieri il quotidiano Haaretz tracciando il profilo di Matteo Renzi. Secondo il giornale il neo premier «porterà Roma, già uno dei maggior alleati chiave in Europa, ancora più vicina a Israele» anche se non potrà mutare la posizione italiana allineata a quella europea contro le colonie ebraiche in Cisgiordania.

Haaretz ha sottolineato gli ottimi rapporti tra Renzi e la comunità ebraica italiana e ricordato che tra i suoi principali consiglieri c’è Yoram Gultgend, un israeliano naturalizzato italiano, diventato deputato del Pd. «In politica estera abbiamo certamente un amico», ha notato da parte sua Gultgend.


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