Teheran manda navi militari al confine delle acque territoriali Usa e fa un accordo petrolifero col Sudan
GreenReport - Secondo quanto ha detto il comandante della flotta della Marina del nord dell’Iran - l’ammiraglio Afshin Rezayi Haddad – all’agenzia stampa ufficiale iraniana Irna, «navi da guerra iraniane sono nell’Oceano Atlantico per raggiungere le frontiere marittime degli Stati Uniti per la prima volta, dice un comandante navale iraniano. Le navi sono già nell’Oceano Atlantico, presso le coste del Sud Africa. La squadra, composta da un cacciatorpediniere e una nave rifornimento portaelicotteri, ha iniziato il mese scorso il viaggio, lasciando la città portuale iraniana di Bandar Abbas, nel sud. Le navi, con a bordo 30 cadetti della accademia navale e gli equipaggi regolari, compiranno una missione di tre mesi».
Intanto il presidente Americano Barack Obama ha nuovamente minacciato le imprese straniere che cercano di sviluppare i rapporti commerciali con l’Iran approfittando dell’accordo ponte sul nucleare firmato da Teheran e dal G5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania) ed Ue. Dopo l’incontro con il presidente francese Francois Hollande, Obama ha detto che «Gli Usa le colpiranno come con una tonnellata di mattoni» chiunque violerà le sanzioni ancora in atto contro l’Iran, poi ha aggiunto che «Francia e Stati Uniti sono d’accordo nel far rispettare le esistenti sanzioni contro l’Iran» durante la fase delle trattative ancora in corso. Per Hollande e Obama le prossime settimane serviranno a verificare «Se effettivamente il programma nucleare iraniano sia solo ed esclusivamente per scopi pacifici. Le sanzioni non saranno tolte se non quando l’accordo sarà attuato».
Il 24 novembre 2013 Iran e G5+1 ed Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio sul programma nucleare iraniano che prevede l’alleggerimento delle sanzioni imposte a Teheran in cambio della sospensione dell’arricchimento dell’uranio al 20% da parte della Repubblica islamica. Ma il 6 febbraio, gli Usa hanno imposte nuove sanzioni contro una trentina di individui e imprese iraniani e stranieri accusandoli di aver violato le sanzioni americane.
Gli iraniani fanno notare oggi che «Secondo quanto affermato dall’International atomic energy agency (Iaea) l’ Iran finora ha rispetto tutti i suoi impegni presi riguardo al suo programma nucleare pacifico.
La prima risposta ai moniti di Obama e Hollande arriva dalla Russia: il viceministro degli esteri Sergei Ryabkov, in occasione della cerimonia per celebrare il 35° anniversario della vittoria della Rivoluzione Islamica dell’Iran a l’ambasciata iraniana a Mosca, ha detto al network satellitare iraniano PressTV che «La Russia si oppone all’espansione delle sanzioni “unilaterali e illegittime degli Usa contro l’Iran. Le sanzioni bloccheranno gli ulteriori progressi nei colloqui in corso sul programma nucleare iraniano. Noi rifiutiamo nettamente tali misure. Le sanzioni unilaterali americane sono illegittime e contrarie alla normalizzazione dei rapporti bilateralismo».
Ma le minacce di sanzioni americane non sembrano spaventare troppo alcuni Paesi : l’Iran oggi ha annunciato di aver siglato un contratto con il Sudan «Per fornire al Paese africano i servizi tecnici e di ingegneria del petrolio».
Secondo l’agenzia iraniana Mehr News, «l’accordo è stato raggiunto tra l’istituto di ricerca di industria petrolifera iraniana (RIPI) e la compagnia petrolifera Sudanese PLRS». A gennaio il ministro del petrolio sudanese, Mohamed Awad Makkawi, aveva annunciato che la produzione petrolifera del suo paese era ritornata a 130.000 barili al giorno dopo gli scontri col Sud Sudan e nonostante la difficile situazione nel Paese confinante che ha reso insicure diverse aree petrolifere.
Naturalmente l’accordo tra Teheran e Khartoum non sarebbe stato possibile senza il consenso del principale “azionista” del petrolio sudanese, la Cina, che fa parte del G5+1 ma che ha sempre bellamente ignorato le sanzioni americane ed europee contro l’Iran.
GreenReport - Secondo quanto ha detto il comandante della flotta della Marina del nord dell’Iran - l’ammiraglio Afshin Rezayi Haddad – all’agenzia stampa ufficiale iraniana Irna, «navi da guerra iraniane sono nell’Oceano Atlantico per raggiungere le frontiere marittime degli Stati Uniti per la prima volta, dice un comandante navale iraniano. Le navi sono già nell’Oceano Atlantico, presso le coste del Sud Africa. La squadra, composta da un cacciatorpediniere e una nave rifornimento portaelicotteri, ha iniziato il mese scorso il viaggio, lasciando la città portuale iraniana di Bandar Abbas, nel sud. Le navi, con a bordo 30 cadetti della accademia navale e gli equipaggi regolari, compiranno una missione di tre mesi».
Intanto il presidente Americano Barack Obama ha nuovamente minacciato le imprese straniere che cercano di sviluppare i rapporti commerciali con l’Iran approfittando dell’accordo ponte sul nucleare firmato da Teheran e dal G5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania) ed Ue. Dopo l’incontro con il presidente francese Francois Hollande, Obama ha detto che «Gli Usa le colpiranno come con una tonnellata di mattoni» chiunque violerà le sanzioni ancora in atto contro l’Iran, poi ha aggiunto che «Francia e Stati Uniti sono d’accordo nel far rispettare le esistenti sanzioni contro l’Iran» durante la fase delle trattative ancora in corso. Per Hollande e Obama le prossime settimane serviranno a verificare «Se effettivamente il programma nucleare iraniano sia solo ed esclusivamente per scopi pacifici. Le sanzioni non saranno tolte se non quando l’accordo sarà attuato».
Il 24 novembre 2013 Iran e G5+1 ed Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio sul programma nucleare iraniano che prevede l’alleggerimento delle sanzioni imposte a Teheran in cambio della sospensione dell’arricchimento dell’uranio al 20% da parte della Repubblica islamica. Ma il 6 febbraio, gli Usa hanno imposte nuove sanzioni contro una trentina di individui e imprese iraniani e stranieri accusandoli di aver violato le sanzioni americane.
Gli iraniani fanno notare oggi che «Secondo quanto affermato dall’International atomic energy agency (Iaea) l’ Iran finora ha rispetto tutti i suoi impegni presi riguardo al suo programma nucleare pacifico.
La prima risposta ai moniti di Obama e Hollande arriva dalla Russia: il viceministro degli esteri Sergei Ryabkov, in occasione della cerimonia per celebrare il 35° anniversario della vittoria della Rivoluzione Islamica dell’Iran a l’ambasciata iraniana a Mosca, ha detto al network satellitare iraniano PressTV che «La Russia si oppone all’espansione delle sanzioni “unilaterali e illegittime degli Usa contro l’Iran. Le sanzioni bloccheranno gli ulteriori progressi nei colloqui in corso sul programma nucleare iraniano. Noi rifiutiamo nettamente tali misure. Le sanzioni unilaterali americane sono illegittime e contrarie alla normalizzazione dei rapporti bilateralismo».
Ma le minacce di sanzioni americane non sembrano spaventare troppo alcuni Paesi : l’Iran oggi ha annunciato di aver siglato un contratto con il Sudan «Per fornire al Paese africano i servizi tecnici e di ingegneria del petrolio».
Secondo l’agenzia iraniana Mehr News, «l’accordo è stato raggiunto tra l’istituto di ricerca di industria petrolifera iraniana (RIPI) e la compagnia petrolifera Sudanese PLRS». A gennaio il ministro del petrolio sudanese, Mohamed Awad Makkawi, aveva annunciato che la produzione petrolifera del suo paese era ritornata a 130.000 barili al giorno dopo gli scontri col Sud Sudan e nonostante la difficile situazione nel Paese confinante che ha reso insicure diverse aree petrolifere.
Naturalmente l’accordo tra Teheran e Khartoum non sarebbe stato possibile senza il consenso del principale “azionista” del petrolio sudanese, la Cina, che fa parte del G5+1 ma che ha sempre bellamente ignorato le sanzioni americane ed europee contro l’Iran.
di Umberto Mazzantini
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