Non vogliono risalire in superfice perche’ hanno scoperto che saranno arrestati. I primi 22 issati fuori infatti sono stati accompagnati nella vicina stazione di polizia perché incriminati di attività illegali di estrazione mineraria.
Nena News - Rimane incerta, e indeterminato anche il loro numero alle luce delle ultime stime, la sorte dei circa – fino a domenica – 200 minatori abusivi rimasti intrappolati almeno da sabato scorso in una miniera abbandonata nei pressi di Johannesburg. Secondo quanto riportato da un soccorritore della Er24, i soccorsi si sono fermati domenica pomeriggio intorno alle sei quando dopo la liberazione dei primi 12 lavoratori gli altri si sono rifiutati di risalire in superficie una volta scoperto che sarebbero stati arrestati.
I 22 issati fuori infatti sono stati accompagnati nella vicina stazione di polizia perché incriminati di attività illegali di estrazione mineraria. Uno di questi è stato poi calato di nuovo giù per tentare di convincere i compagni ad accettare i soccorsi. Le operazioni sono al momento sospese e non riprenderanno se non per espressa richiesta da parte dei minatori ancora sottoterra. Mentre tra domenica e lunedì personale di una compagnia di sicurezza privata ha monitorato la zona per rispondere ad eventuali richieste di aiuto e per prevenire tentativi non autorizzati di soccorso. E in effetti in mancanza di scale e corde o di aiuto esterno è praticamente impossibile risalire dalle viscere aurifere del sito.
Anche le comunicazioni si sono almeno parzialmente interrotte, pare per volere degli stessi minatori. «Il soccorso è stato sospeso perché i minatori non vogliono venire in superficie», ha ribadito ieri attraverso il locale Mail & Guardian il portavoce della Er24 incaricata delle operazioni di salvataggio, Russel Meiring. Mentre, volantini ufficiali tradotti in quattro lingue sono stati recapitati all’interno della miniera per mettere in guardia, più che avvisare, che l’ingresso del sito che li tiene prigionieri sarà sigillato il prossimo 3 marzo. Chiunque, prosegue l’avviso, sarà colto nel tentativo di entrare o di svolgere attività estrattiva illegale sarà arrestato, concludendo con un caloroso «Siete avvertiti di non procedere sottoterra».
L’estrazione abusiva nei siti abbandonati o temporaneamente chiusi delle miniere d’oro vicino a Johannesburg è comune, così come gli incidenti mortali e gli scontri sotterranei tra gruppi rivali. Molti sono immigrati clandestini provenienti dallo Zimbabwe, dal Mozambico e dal Lesotho e vivono sottoterra in condizioni anguste per settimane alla ricerca di non certo grandi quantità di oro. La miniera di proprietà della Gold One – compagnia acquisita recentemente dal consorzio cinese della Bcx Gold Investment Holding -, si trova in campo aperto, vicino alla città di Benoni, come molte altre, tutte inattive, se ne trovano nei dintorni costituendo un’abbagliante attrazione per i dannati di tutta la regione alla ricerca di residui depositi in oro da vendere al miglior offerente. Il Sudafrica possiede alcune delle miniere d’oro più profonde al mondo, teatro molto spesso di incidenti mortali come quelli dell’inizio di questo mese presso i siti dell’Harmony.
Nena News - Rimane incerta, e indeterminato anche il loro numero alle luce delle ultime stime, la sorte dei circa – fino a domenica – 200 minatori abusivi rimasti intrappolati almeno da sabato scorso in una miniera abbandonata nei pressi di Johannesburg. Secondo quanto riportato da un soccorritore della Er24, i soccorsi si sono fermati domenica pomeriggio intorno alle sei quando dopo la liberazione dei primi 12 lavoratori gli altri si sono rifiutati di risalire in superficie una volta scoperto che sarebbero stati arrestati.
I 22 issati fuori infatti sono stati accompagnati nella vicina stazione di polizia perché incriminati di attività illegali di estrazione mineraria. Uno di questi è stato poi calato di nuovo giù per tentare di convincere i compagni ad accettare i soccorsi. Le operazioni sono al momento sospese e non riprenderanno se non per espressa richiesta da parte dei minatori ancora sottoterra. Mentre tra domenica e lunedì personale di una compagnia di sicurezza privata ha monitorato la zona per rispondere ad eventuali richieste di aiuto e per prevenire tentativi non autorizzati di soccorso. E in effetti in mancanza di scale e corde o di aiuto esterno è praticamente impossibile risalire dalle viscere aurifere del sito.
Anche le comunicazioni si sono almeno parzialmente interrotte, pare per volere degli stessi minatori. «Il soccorso è stato sospeso perché i minatori non vogliono venire in superficie», ha ribadito ieri attraverso il locale Mail & Guardian il portavoce della Er24 incaricata delle operazioni di salvataggio, Russel Meiring. Mentre, volantini ufficiali tradotti in quattro lingue sono stati recapitati all’interno della miniera per mettere in guardia, più che avvisare, che l’ingresso del sito che li tiene prigionieri sarà sigillato il prossimo 3 marzo. Chiunque, prosegue l’avviso, sarà colto nel tentativo di entrare o di svolgere attività estrattiva illegale sarà arrestato, concludendo con un caloroso «Siete avvertiti di non procedere sottoterra».
L’estrazione abusiva nei siti abbandonati o temporaneamente chiusi delle miniere d’oro vicino a Johannesburg è comune, così come gli incidenti mortali e gli scontri sotterranei tra gruppi rivali. Molti sono immigrati clandestini provenienti dallo Zimbabwe, dal Mozambico e dal Lesotho e vivono sottoterra in condizioni anguste per settimane alla ricerca di non certo grandi quantità di oro. La miniera di proprietà della Gold One – compagnia acquisita recentemente dal consorzio cinese della Bcx Gold Investment Holding -, si trova in campo aperto, vicino alla città di Benoni, come molte altre, tutte inattive, se ne trovano nei dintorni costituendo un’abbagliante attrazione per i dannati di tutta la regione alla ricerca di residui depositi in oro da vendere al miglior offerente. Il Sudafrica possiede alcune delle miniere d’oro più profonde al mondo, teatro molto spesso di incidenti mortali come quelli dell’inizio di questo mese presso i siti dell’Harmony.
di Rita Plantera
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