Poco più di un anno fa, greenreport.it raccontò la storia di tre delfini arruolati nella Marina ucraina e fuggiti a largo di Sebastopoli durante delle esercitazioni nel Mar Nero, probabilmente attratti da una femmina selvatica.
GreenReport - Il ministero della Difesa dell’Ucraina, dato che Kiev non aveva mai ammesso ufficialmente di utilizzare “delfini soldato”, smentì tutto, anche se sui giornali ucraini non mancavano le foto che confermano la presenza di “delfini killer” con addosso equipaggiamenti speciali. L’Urss nel 1973 avviò un programma di addestramento dei delfini proprio a Sebastopoli, che oggi, dopo il plebiscito che ha sancito la secessione della Crimea, è tornata Russia. I cetacei venivano addestrati per recuperare armi e materiale da combattimento dal fondo del mare e di colpire sommozzatori e navi nemiche con attacchi suicidi, facendo esplodere bombe fissate sulla loro testa.
Dopo il crollo dell’Unione Sovietica l’unità militare che addestra i delfini era passata sotto il controllo di Kiev e la versione ufficiale era che i cetacei guerrieri sarebbero stati riconvertiti alla delfino-terapia per bambini con malattie psichiche. Ma la fuga dei delfini innamorati svelò che l’Ucraina continuava ad addestrarli per la guerra e che i russi sapevano tutto.
RT News sottolinea che “L’oceanarium statale di Sebastopoli sta per avviare i nuovi programmi di addestramento di animali marini, che includono delfini e foche (in realtà si tratterebbe di otarie, ndr) per le Forze Armate della Russia (…) I programmi di addestramento di delfini e di altri mammiferi marini esistevano in Unione Sovietica ed erano stati ripresi dai militari ucraini in Crimea nel 2012 . Tuttavia, il finanziamento di questi programmi da parte delle Forze Armate ucraina era stato molto scarso, così che i programmi non furono molto sviluppati ed alcuni di loro vennero sospesi».
Ora, con la dichiarazione di indipendenza della Crimea e la sua adesione alla Federazione della Russia, anche l’oceanarium di Sebastopoli è finito nelle mani dei soldati di Mosca e con lui i delfini soldato che, come la gran parte dei militari ucraini di stanza in Crimea, sottomarini, incrociatori e fregate, sono passati con l’Armata Rossa ed al servizio della Flotta del Mar Nero della Marina Russa. I delfini (e molto probabilmente beluga ed otarie), pur senza diritto di voto al referendum sono diventati russi e RT News (che non nasconde le sue sperticate simpatie per il regime di Vladimir Putin) evidenzia che «Con l’appoggio della Russia gli specialisti dell’Oceanario progettano di sviluppare nuove attrezzature e programmi per utilizzare nella maniera più efficace gli animali. In particolare per la ricerca di diversi manufatti e materiale bellico affondato e per rilevare sommozzatori militari».
Insomma, i delfini di Sebastopoli hanno cambiato bandiera ma gli uomini li usano sempre per i loro sporchi fini, solo che i russi almeno li dichiarano. E gli stessi russi mettono le mani avanti avvertendo che c’è poco da scandalizzarsi, visto che l’unico centro di addestramento militare per i delfini è quello di San Diego, dove la Marina Militare statunitense, dopo il crollo dell’Urss, ha continuato ad addestrare cetacei e otarie (utilizzate in esercitazioni anche dalla Nato e anche in Italia) mentre, fino ad oggi, non si aveva notizia di altri programmi del genere da parte dei militari russi.
Cosa non del tutto vera, almeno a sentire la Bbc, che nel 2000 dette la notizia che dei “delfini kamikaze” dell’ex Urss erano stati venduti alla Repubblica Islamica dell’Iran e che erano stati trasportati in aereo nel Golfo Persico. L’agenzia russa Ria Novosti allora rivelò che secondo una fonte riservata della Marina Russa l’addestramento dei delfini killer, che veniva effettuato all’oceanarium di Stato di Sebastopoli, era realizzato per contrastare attacchi di truppe subacquee nemiche che cercassero di effettuare un blitz in un porto.
Anche gli americani negano di addestrare cetacei assassini, ma nel gennaio 2012 Tim Keating, un ammiraglio statunitense in pensione, rivelò che la Marina Usa aveva utilizzato dei cetacei soldato durante la guerre in Iraq e secondo Wired la Marina Usa starebbe testando il programma un dispositivo chiamato Mark 6 Marine Mammal System: una boa attaccata al muso di un delfino, il cetaceo cerca un “nemico” e trovatolo deposita la boa nelle sue vicinanze per poi tornare dal suo addestratore. I cetacei e le otarie “statunitensi” verrebbero anche addestrati ad attaccare sommozzatori e navi, proprio come facevano sovietici ed ucraini.
Come scrivevamo un anno fa, armare i delfini è però un grosso rischio: anche se sono molto intelligenti non sono in grado di discernere la differenza tra navi nemiche ed amiche e tra subacquei nemici ed amici. La stessa Us Navy dice che non sarebbe saggio dare ad un animale questo tipo di decisione. Ma ora, a quanto pare, la nuova guerra fredda, oltre che dalle condotte del gas, passa anche per i poveri delfini di Sebastopoli, che speriamo si innamorino ancora una volta e disertino la follia degli uomini, scegliendo di fare l’amore e non la guerra.
di
Umberto Mazzantini
GreenReport - Il ministero della Difesa dell’Ucraina, dato che Kiev non aveva mai ammesso ufficialmente di utilizzare “delfini soldato”, smentì tutto, anche se sui giornali ucraini non mancavano le foto che confermano la presenza di “delfini killer” con addosso equipaggiamenti speciali. L’Urss nel 1973 avviò un programma di addestramento dei delfini proprio a Sebastopoli, che oggi, dopo il plebiscito che ha sancito la secessione della Crimea, è tornata Russia. I cetacei venivano addestrati per recuperare armi e materiale da combattimento dal fondo del mare e di colpire sommozzatori e navi nemiche con attacchi suicidi, facendo esplodere bombe fissate sulla loro testa.
Dopo il crollo dell’Unione Sovietica l’unità militare che addestra i delfini era passata sotto il controllo di Kiev e la versione ufficiale era che i cetacei guerrieri sarebbero stati riconvertiti alla delfino-terapia per bambini con malattie psichiche. Ma la fuga dei delfini innamorati svelò che l’Ucraina continuava ad addestrarli per la guerra e che i russi sapevano tutto.
RT News sottolinea che “L’oceanarium statale di Sebastopoli sta per avviare i nuovi programmi di addestramento di animali marini, che includono delfini e foche (in realtà si tratterebbe di otarie, ndr) per le Forze Armate della Russia (…) I programmi di addestramento di delfini e di altri mammiferi marini esistevano in Unione Sovietica ed erano stati ripresi dai militari ucraini in Crimea nel 2012 . Tuttavia, il finanziamento di questi programmi da parte delle Forze Armate ucraina era stato molto scarso, così che i programmi non furono molto sviluppati ed alcuni di loro vennero sospesi».
Ora, con la dichiarazione di indipendenza della Crimea e la sua adesione alla Federazione della Russia, anche l’oceanarium di Sebastopoli è finito nelle mani dei soldati di Mosca e con lui i delfini soldato che, come la gran parte dei militari ucraini di stanza in Crimea, sottomarini, incrociatori e fregate, sono passati con l’Armata Rossa ed al servizio della Flotta del Mar Nero della Marina Russa. I delfini (e molto probabilmente beluga ed otarie), pur senza diritto di voto al referendum sono diventati russi e RT News (che non nasconde le sue sperticate simpatie per il regime di Vladimir Putin) evidenzia che «Con l’appoggio della Russia gli specialisti dell’Oceanario progettano di sviluppare nuove attrezzature e programmi per utilizzare nella maniera più efficace gli animali. In particolare per la ricerca di diversi manufatti e materiale bellico affondato e per rilevare sommozzatori militari».
Insomma, i delfini di Sebastopoli hanno cambiato bandiera ma gli uomini li usano sempre per i loro sporchi fini, solo che i russi almeno li dichiarano. E gli stessi russi mettono le mani avanti avvertendo che c’è poco da scandalizzarsi, visto che l’unico centro di addestramento militare per i delfini è quello di San Diego, dove la Marina Militare statunitense, dopo il crollo dell’Urss, ha continuato ad addestrare cetacei e otarie (utilizzate in esercitazioni anche dalla Nato e anche in Italia) mentre, fino ad oggi, non si aveva notizia di altri programmi del genere da parte dei militari russi.
Cosa non del tutto vera, almeno a sentire la Bbc, che nel 2000 dette la notizia che dei “delfini kamikaze” dell’ex Urss erano stati venduti alla Repubblica Islamica dell’Iran e che erano stati trasportati in aereo nel Golfo Persico. L’agenzia russa Ria Novosti allora rivelò che secondo una fonte riservata della Marina Russa l’addestramento dei delfini killer, che veniva effettuato all’oceanarium di Stato di Sebastopoli, era realizzato per contrastare attacchi di truppe subacquee nemiche che cercassero di effettuare un blitz in un porto.
Anche gli americani negano di addestrare cetacei assassini, ma nel gennaio 2012 Tim Keating, un ammiraglio statunitense in pensione, rivelò che la Marina Usa aveva utilizzato dei cetacei soldato durante la guerre in Iraq e secondo Wired la Marina Usa starebbe testando il programma un dispositivo chiamato Mark 6 Marine Mammal System: una boa attaccata al muso di un delfino, il cetaceo cerca un “nemico” e trovatolo deposita la boa nelle sue vicinanze per poi tornare dal suo addestratore. I cetacei e le otarie “statunitensi” verrebbero anche addestrati ad attaccare sommozzatori e navi, proprio come facevano sovietici ed ucraini.
Come scrivevamo un anno fa, armare i delfini è però un grosso rischio: anche se sono molto intelligenti non sono in grado di discernere la differenza tra navi nemiche ed amiche e tra subacquei nemici ed amici. La stessa Us Navy dice che non sarebbe saggio dare ad un animale questo tipo di decisione. Ma ora, a quanto pare, la nuova guerra fredda, oltre che dalle condotte del gas, passa anche per i poveri delfini di Sebastopoli, che speriamo si innamorino ancora una volta e disertino la follia degli uomini, scegliendo di fare l’amore e non la guerra.
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