lunedì, marzo 17, 2014
Più tesa del solito la conferenza stampa quotidiana nella capitale malese Kuala Lumpur del ministro della Difesa con l’interim ai Trasporti e dei responsabili delle ricerche dell’aereo e delle indagini sulla sua sorte.

Misna - Confermate indagini su tutti i membri dell’equipaggio, mentre sono in corso gli interrogatori del personale aeroportuale, tra cui ingegneri aeronautici. Iniziative di controllo sono state avviate verso tutti i passeggeri. Proprio perché l’attività investigativa è a tutto campo e resa difficile dal coinvolgimento di molti paesi con i rispettivi apparati militari, i malesi stanno cedendo alle insistenze delle nazioni che hanno avuto vittime e accettando una loro partecipazione attiva nella crisi. Da oggi esperti cinesi affiancheranno attivamente gli inquirenti malesi. Comunicato che anche esperti francesi sono presenti a Kuala Lumpur.

In altra sede, la Cina – sottoposta alla pressione della sua opinione pubblica in particolare attraverso blog e social network – ha oggi alzato nettamente il tono della polemica verso le autorità malesi accusate di fornire informazioni contraddittorie e parziali e di non avere lanciato l’allarme subito dopo l’ultimo messaggio vocale registrato dal copilota dell’aereo, successivamente alla disconnessione dello strumento che indicava la posizione del velivolo. Anche di non avere tenuto conto, all’apparenza per giorni, dei contatti radar con il Boeing registrati sulla penisola malese fino a due ore dopo lo lo spegnimento del transponder.

India, Pakistan e Thailandia hanno reagito a voci circolate negli ultimi giorni e negato di avere registrato alcun dato dall’aereo scomparso. Questi paesi, come prima di loro il Vietnam, hanno anche fortemente ridimensionato ogni azione di ricerca.

Escluso ormai dalle ricerche il settore a oriente della Penisola malese, verso il Vietnam e la Cina e senza dati che confermino una rotta settentrionale del velivolo verso il Kazakhstan successiva al silenzio strumentale, le ricerche sembrano da oggi estese più attivamente nell’Oceano Indiano meridionale e fino a ridosso delle coste occidentali australiane. Proprio l’Australia, aggiunta oggi alla lista dei 25 paesi già ufficialmente coinvolti, sarà responsabile per ricerche nel settore meridionale.

Mezzi aerei e navali statunitensi nella regione partecipano attivamente alle ricerche e un velivolo di ricognizione marittima Paseidon-8 della Marina Usa sta spostandosi vero la base australiana di Perth.


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